Nascite, matrimoni, acquisti di auto e compravendite di
abitazioni. In quattro grafici, quattro eredità della crisi. Non è solo
una questione economica, a traballare sono un modello di consumo e
società basato sul grande, sull'iper. E l'eredità della crisi non è solo
un tappeto di cicatrici e nuove povertà, ma bisogna prendere atto che
un epoca si è conclusa e che molti dei suoi riti e dei suoi miti sono
sul viale del tramonto. Gli anni della Grande Crisi hanno segnato un
sommovimento dell'economia che ha trasformato profondamente la società.
Nel suo libro, "Come siamo cambiati", Roberta Carlini indaga i segni, le
tracce, le testimonianze di questi cambiamenti. Lo fa con il metodo
dell'inchiesta, incrociando numeri e storie. Consapevole, come scrive
nell'introduzione, che lo stesso uso della parola "cicatrice" già rinvia
a "una riparazione, a un qualcosa che si chiude per permettere
all'organismo di vivere. È segno di una ferita non dimenticabile, ma può
anche indicare un cambiamento; può essere indice di resilienza, di
capacità di reagire e rispondere. Tanto più che tutto ciò non avviene
nel vuoto, non è un esperimento in vistro, ma si accompagna ad altri
cambiamenti delle vite individuali e delle società, non necessariamente
legati alle dinamiche economiche".
Roberta Carlini, Come siamo cambiati. Gli italiani e la crisi, Editori Laterza, 159 pp, 13 euro
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