E SILVIO DISSE "ABBIAMO UN MINISTRO" di A. De Angelis, http://www.huffingtonpost.it
Col sorriso delle grandi occasioni, Silvio Berlusconi l’ha salutata così, alla fine di una cena tra vecchi amici: ,
insieme al padre Guidalberto. Cena tra vecchi amici, che hanno
un’antica consuetudine. Per parlare degli imprenditori da coinvolgere
nella nuova Forza Italia. Cinque giorni dopo è arrivato il ministero
allo Sviluppo economico, quello, per intenderci con delega alle
Comunicazioni: “Un capolavoro di Verdini” sussurrano nella corte del
Cavaliere.
Perché Federica è una berlusconiana vera, imprenditrice tosta. Più volte Berlusconi l’ha corteggiata come volto nuovo da lanciare.
E più volte l’ha coinvolta nell’attività che considera più importante
degli organigrammi di partito: coinvolgere imprenditori, fare fund
raising, tenere i contatti con quel mondo refrattario nei confronti
della politica politicante. Ecco perché una delle prime telefonate di
congratulazioni alla neo ministra è arrivata proprio dal Cavaliere. Che
ai suoi ha consegnato
Significa che è in buone mani non solo lo Sviluppo del paese, ma la
tutela di Mediaset, il dossier più importante per Berlusconi. È una
delega su cui
Al sicuro con Passera, ai tempi di Monti, grazie anche alla
supervisione dell’allora sottosegretario alla presidenza Catricalà. Poi
al sicuro con Catricalà, ai tempi del Letta uno. Ora in mani
sicurissime, quelle di Federica Guidi. E chissà se il prestigioso
incarico non fosse già nell’aria lunedì sera. Fonti informate assicurano
che l’oggetto della cena era il coinvolgimento di Federica in Forza
Italia. E che la trattativa si è composta nelle ultime ore. Comunque:
meglio di così non poteva andare.
E meglio di così non poteva andare neanche sull’altra casella,
uomo di sinistra, ma garantista, equilibrato, certo non espressione del
partito dei giudici e della Procura di Milano. Uno che fu attaccato dai
“manettari” dopo un’intervista al Foglio, ai tempi in cui si occupava
di giustizia nel Pd di Veltroni, quello della “nuova stagione” e del
dialogo col Cavaliere sulle riforme. Raccontano ad Arcore che anche
sulla Giustizia la trattativa è stata assai complessa, molto più di
quanto è uscito sui giornali. E che Orlando è stato tutt’altro che
imposto dal Colle, cui non dispiacevano anche altri nomi tra cui,
secondo i berlusconiani, lo stesso Gratteri, il magistrato che Enrico
Letta aveva inserito nella task force contro la criminalità. Chissà. Sia
come sia, di tutti i nomi, quello finale è il meno ostile, visto dalle
parti di Arcore. Non certo come “Federica” ma buono per non incrinare il
confronto con Renzi sulle riforme e sulla legislatura costituente…
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