Nei
talk show, come nei peggiori bar di Caracas, la ragione è abolita e
poco importa se nei primi il servilismo scorre a fiumi al posto del rum
nei secondi: così questioni complesse divengono nenie infantili e
qualunque cosa ponga dei dubbi sulle versioni ufficiali diventa
complottismo. Una categoria nella quale fino a qualche anno fa erano
inclusi i culti degli alieni, le trame degli illuminati di Baviera e le
scie chimiche, ma che ora include qualsiasi ragionamento preveda delle
conclusioni e non venga troncato di netto per evitarle. E’ in qualche
modo la stessa traiettoria semantica che ha subito il populismo il
quale è passato dall’indicare posizioni puramente pre politiche a
qualsiasi affermazione che non concordi col pensiero unico.
Così se due giorni fa qualcuno avesse detto – sulla base delle
informazioni fornite dalla stessa Turchia – che l’abbattimento del
caccia russo era un gratuito atto di guerra avvenuto non nei cieli
turchi e a fronte di uno sconfinamento che se anche fosse avvenuto
sarebbe stato di pochi secondi, ma in quelli siriani, sarebbe stato
accusato di complottismo. Del resto la credibilissima amministrazione
americana aveva fatto sapere che “la Turchia ha il diritto di
difendersi” e ubi maior cerebrum cessat. A distanza di 48 ore la
situazione si è ribaltata e la medesima amministrazione, non
ufficialmente, ma attraverso una soffiata alla Reuter ha fatto sapere
che in effetti hanno ragione i russi e torto marcio i turchi: il Su 24
di Mosca non ha mai sconfinato ed è comunque stato abbattuto nello
spazio aereo siriano.
Un cambiamento di posizione inaspettato e incomprensibile alla luce
del fatto che eventi del genere sono ormai controllati in tempo reale
via satellite. Ma una volta preso atto del giro di valzer di
Washington, che cambia completamente le carte in tavola, sembra
impossibile andare oltre e domandarsi le ragioni dell’evento. Il fatto
che Ankara abbia provocato deliberatamente e senza ragione la Russia
portando a una situazione pericolosissima il mondo intero, ci dice che
Erdogan, avvitatosi peraltro in una ridicola, se non penosa spirale di
contraddizioni e di auto smentite, difficilmente potrebbe aver agito da
solo senza consultarsi con il padrone del vapore e senza concordare una
mossa che lo ha fatto ingenuamente cadere in una trappola. Ciò che
interessava agli Usa era la conseguenza che l’abbattimento portava,
ossia le contromisure russe tra cui il congelamento dei rapporti
commerciali e tecnologici con la Turchia, compreso il turkish stream
ovvero il gasdotto che bypassa i Balcani tutti in mano statunitense:
Washington, si sa, vuole tagliare i rapporti energetici fra Europa e
Russia e con questo “suggerimento” a Erdogan ha ottenuto esattamente ciò
che voleva.
Il cambiamento di versione e un certo ufficioso riavvicinamento alla
Russia, assolutamente obbligatorio per evitare di essere sbugiardati
prima o poi dai tracciati di volo, non influisce più di tanto sui
risultati sperati, ma è funzionale ad impedire che tra le misure di
ritorsione di Mosca ci sia anche un rifornimento di armi al Pkk
aumentando la posta e l’efficacia della ribellione curda contro il
potere di Ankara. Questo di certo non piace a Washington nelle cui
esplicite intenzioni c’è la creazione di un Kurdistan su territori
siriani e iracheni a totale trazione americana, magari guidato dal
fantoccio Barzani, che funga da base per il dominio mediorientale. Un
progetto che potrebbe incontrare non poche difficoltà se il popolo curdo
riconoscesse anche nella Russia un proprio alleato, liberandosi almeno
in parte dall’ingombrante tutore.
Ora Putin non è così ottuso come la stampa occidentale e ha mantenuto
la calma per poter ripagare gli Usa e Ankara con la stessa moneta:
probabilmente da una parte non fermerà il turkish stream che peraltro è
vitale per lo sviluppo dell’economia turca e dall’altra rifornirà il
Pkk. La sua sarà una vendetta asimmetrica come le guerre dell’impero.
Adesso però mi chiedo se non sia stato eccessivamente complottista a
cercare di comprendere gli eventi e dar loro un senso. Forse sì,
dopotutto l’unico vero complotto è il “magna e tasi” della grande
informazione che fa la sua guerra al cervello.
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