Le ambiguità della strategia Usa e occidentale che sembra puntare più sulla fine di Assad che su quella del Califfato
“Saremo spietati”. Ci sono voluti centinaia di morti per far muovere l'occidente sul fronte Isis.
La Francia adesso bombarda, ma viene da chiedersi
come mai oggi e non ieri? Perchè le ambiguità restano e sono tante. Lo
stato islamico è parso, infatti, fino ad alcuni giorni fa, funzionale
all'ultimo tassello della nuova strategia americana, quello di far fuori
Assad importando in Siria il modello Iraq e Libia. Fallita la
pacificazione dell'area mediorientale con la guerra e mantenute ben
salde le sentinelle di questo piccolo continente (Arabia, Egitto e
Israele), gli Usa di Obama hanno adottato una soluzione che funziona (
si fa per dire) da qualche anno in Somalia. Si destruttura lo stato
laico e si creano più fazioni nemiche tra di loro, che permettono ai
potenti della terra di governare con fatidico “dividi et impera”. E'
successo così in Libia coi Governi di Tripoli e Bengasi, succede così in
Iraq dove ci si muove tra Curdi, Sunniti e Sciiti.
Alcuni dicono che sia una tesi suggerita da Isreaele.
In effetti se guardate la nuova mappa geografica della zona, scoprirete
che, salvo l'Iran, Tel Aviv non ha più nemici degni di questo nome.
Prima la possibile unione tra Gheddafi, Assad e Saddam Hussein faceva
una certa paura e aveva una qualche consistenza, che l'Isis e compagnia
cantando, non hanno proprio. E soprattutto leva le fonti di rifornimento
dei loro nemici di casa, i palestinesi.
Sono esagerato, inguaribilmente complottista? Bene
guardiamo allora la situazione sul campo in modo che ciascuno possa
trarne le sue conclusioni. Chi sono i combattenti dell'occidente che si
oppongono all'Isis? L'esercito iracheno e i “buoni” anti Assad che ,
dicono alcune cronache maligne, si sciolgono al sole ad ogni ipotesi di
combattimento, lasciando sul terreno sostanziose quantità di armi e
munizioni. Qualcuno ci vede , in questo comportamento, anche una nuova
forma di legalizzazione dei rifornimenti al Califfato. Rifornimenti che
qualcuno comunque fa . Perchè un'organizzazione come quella non può
vivere senza avere alle spalle robuste connivenze tra i presunti nemici.
Adesso guardiamo chi effettivamente si scontra
veramente ogni giorno con i fondamentalisti. I Curdi che però a loro
volta sono continuamente assaliti e bombardati da un autorevole alleato
degli Usa, nonchè membro della Nato : La Turchia di Erdogan. Gli
Hezbollah che essendo pro Assad, sono sulla lista nera americana delle
organizzazioni da debellare, magari prima del Califfato. L'esercito di
Assad che invece di essere aiutato nel suo compito è il maggiore
obiettivo contro il quale si stanno scagliando gli Stati Uniti e per
distruggere il quale è nato tutto questo casino. La Russia e l'Iran
paesi che l'occidente ha colpito con dure sanzioni e che quindi sono
indicati come nemici.
Anche in questi giorni ogni tentativo di accordo tra
le grandi potenze parte, non dalla fine dell'Isis, ma dalla fine di
Assad. Se il dittatore siriano se ne va e lascia campo agli amici degli
Usa se ne parla, se no il Califfato, con tutta la sua potenziale
minaccia per l'Europa e, soprattutto, per le repubbliche caucasiche di
Russia e dintorni, resta lì, come monito verso chi si oppone alla
strategia americana. L'improvvisa precipitazione delle cose avviene
infatti dopo l'intervento russo, che ha rotto le uova nel paniere ad
Obama.
Da allora gli aerei civili russi cadono come pere cotte
e il terrorismo ha ripreso a compiere stragi in tutto il mondo (non
solo a Parigi). Le vittime di questo braccio di ferro sono direttamente
le popolazioni colpite da questa guerra continua e l'Europa che subendo
quell'esodo biblico delle popolazioni sfollate dalle zone di
combattimento diventa l'oggetto più vulnerabile alle azioni del
fondamentalismo. E intanto, qualcuno che sta a migliaia di km, da casa
nostra, per imporre il proprio dominio e tutelare i suoi interessi,
continua a soggiogare popolazioni, occupare nazioni e ad organizzare
guerre e distruzione. Non è che ci tocca tornare a tifare per i russi?
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