Non
c’è giorno che il ceto dirigente di questo Paese non faccia mostra di
ottimismo peloso e non inneggi alla ripresa, forte della complicità dei
media che si fanno megafono delle parole d’ordine e dei dati di fantasia
arrivando parlare di straordinario successo persino di fronte ai numeri
fallimentari dell’Expo (vedi qui).
E quando proprio non è possibile mettere la vernice rosa al grigio
scuro, allora si tace o magari lo si dice in qualche pagina che non
arriva al grande pubblico. Niente di nuovo sotto il sole: quarant’anni
fa ci fu il caso di una emissione di nuove azioni di una piccola banca
che non era stato notificato ai clienti o agli azionisti per poter
permettere solo ad alcuni di partecipare, ma che era annunciato in un
foglio A4 solo sulla porta delle toilettes. Però dai piccoli inghippi di
provincia si è passati a un discorso globale.
Bene, la ripresa si diceva: purtroppo gli indicatori classici dell’
attività economica latitano completamente e l’aumento di consumo
energetico che ci si dovrebbe aspettare in presenza di una crescita
semplicemente non esiste a meno che la Snam non menta: l’utilizzo di
gas diretto o per produzione di energia elettrica fa registrare a
ottobre un bagno di sangue: un meno 10%nel settore industriale rispetto
allo stesso mese dell’anno precedente, raggiungendo quasi il record
negativo del 2013. E anche i consumi elettrici generali dopo la lunga
estate calda che ha costretto all’uso intensivo dei condizionatori
ha fatto sboom e in ottobre fa segnare un – 9% rispetto allo stesso
mese del 2014. Tutto questo nonostante il traino delle vendite di auto
che -sebbene in vistoso calo rispetto al resto dell’anno – sono state
comunque dell’ 8, 6% superiori rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Fatto che svela come molti delle auto fiat siano costruite
parzialmente o interamente altrove. Del resto anche il consumo dei
carburanti per autotrazione che era aumentato dell’1,4 per cento nei
primi otto mesi dell’anno, grazie a un calo del prezzo mediamente
intorno al 10%, a settembre ha fatto registrare diminuzioni del 2%. Ma
vedete il Centro Studi Promotor che si occupa di mettere assieme questi
dati si limita fornisce una spiegazione grottesca anche alla luce dei
nuovi scandali nel mondo dell’auto: la diminuzione non sarebbe “coerente
né con la ripresa dell’economia ( sic!) né con l’andamento del mercato,
che fa registrare tassi di crescita significativi per i veicoli”.
Dunque la ragione, starebbe nel miglioramento dei consumi dei nuovi
veicoli immessi in circolazione. Che menti (tori).
Eppure ottobre avrebbe dovuto essere il mese in cui la ripresa
avrebbe dovuto consolidarsi e dare segnali di non essere solo un’
effimera e sospetta fiammata statistica: invece da settembre si è
assistito a una nuova recrudescenza di fallimenti che hanno riattinto i
livelli del 2009. Stranamente il record numerico delle chiusure nel
commercio e turismo si sono verificate in Lombardia dove il settore
avrebbe dovuto essere sostenuto dalle meraviglie dell’esposizione
universale che invece sembra aver fatto da volano negativo.
Sembra la corsa della regina rossa di Alice che pare frenetica, che
viene appassionatamente raccontata, ma invece di avanzare rimane ferma e
anzi arretra. Appunto è solo una favola.
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