Parte da Madrid, e precisamente dalla sede madrilena di Izquierda Unida l'assalto di Alexis
Tsipras alle istituzioni europee. È qui infatti che pochi giorni fa la
Sinistra Europea ha proclamato il leader della sinistra greca,
già candidato alle elezioni che solo l'anno scorso sconvolsero il
panorama partitico del paese maggiormente colpito dall'austerity, come il prossimo candidato alla presidenza della Commissione Europea.
Una decisione ufficializzata dall'attuale presidente della Sinistra
Europea Pierre Laurent, che durante la conferenza stampa nella capitale
spagnola ha dato il via a tutti i meccanismi necessari per formalizzarne
la candidatura.
Un nome-simbolo
della resistenza a tutto ciò che l'Unione Europea ha rappresentato per i
paesi membri, specie per quelli “a velocità ridotta” che mai come
adesso sentono il peso delle decisioni della troika. Proprio
per questo valore aggiunto, il prossimo passo per la Sinistra Europea
sarà quello di tentare di far confluire intorno alla candidatura di
Tsipras anche altri soggetti della galassia anticapitalista che ad oggi
non aderiscono alla formazione politica al Parlamento Europeo.
«A partire da oggi daremo
il via alla campagna, dicendo però chiaramente che siamo contrari
all'idea che la proposta per la presidenza della Commissione debba
essere presentata al Parlamento dal Consiglio d'Europa – ha dichiarato
l'eurodeputato di Izquierda Unida Willy Meyer. – La cosa
migliore sarebbe dare la parola ai cittadini europei, affinché possano
eleggere quello che credono essere il candidato migliore. La
campagna che porteremo avanti avrà come obbiettivo fondamentale la messa
in discussione degli attuali meccanismi delle istituzioni europee al
fine di ottenere una rigenerazione dell'Unione Europea».
Un sogno irrealizzabile?
Forse. Ma certamente legato anche alle prossime elezioni europee, che
nel maggio 2014 potrebbero riservare alcune sorprese per entrambe le ali
più radicali del parlamento. Situazione politica che potrebbe far
correre ai ripari popolari e soprattutto i socialisti, impegnati in
queste settimane nel progetto di candidare l'attuale Presidente del
Parlamento Tedesco Martin Shulz.
«Noi vogliamo arrivare ai cittadini europei con un messaggio molto chiaro: le politiche di austerità devono finire – parla chiaro il presidente della Sinistra Europea Pierre Laurent.
– Le elezioni europee sono l'occasione immancabile per la sinistra in
Europa di unire in un solo fronte tutte le forze contrarie a questa
Unione fatta di tagli, di lacrime e sangue. Questo tenendo fermo il
rifiuto anche delle soluzioni nazionaliste e populiste».
Ed in effetti nessuno
come il leader di SYRIZA conosce gli effetti delle imposizioni della
troika, che secondo i capi della Sinistra Europea deve essere osteggiata
anche attraverso una più stretta collaborazione fra i paesi del sud del
continente, notoriamente i più falcidiati dalle imposizioni di
Bruxelles. «Dobbiamo lavorare insieme per preparare azioni comuni contro
gli interessi degli usurai, a cominciare dalla revisione del debito. –
ha dichiarato il segretario del Partito Comunista di Spagna José Luis
Centella, sostenendo come le elezioni dell'anno prossimo rappresentino
di fatto «un referendum per decidere se la vera priorità debba essere
pagare il debito o riscattare i cittadini europei».
Un blocco unico
che non potrà vedere la luce senza il coinvolgimento delle tante altre
forze anticapitaliste presenti nel panorama politico europeo.
Basti pensare a tutto il blocco ecologista e verde o a realtà come il
Nuovo Partito Anticapitalista francese, che alla precedente mandata
elettorale non entrò al Parlamento Europeo per un soffio, sfiorando il
5% dei consensi.
Decisioni che per i
rappresentati della Sinistra Europea non hanno a che fare solo con
l'andamento attuale delle politiche europee, ma anche con il pericolo
rappresentato dall'ascesa dell'estrema destra in tutta Europa.
Un pericolo che per il segretario del Partito Comunista di Spagna si
lega inscindibilmente alla questione dell'immigrazione e dei diritti
umani. Un messaggio che in conferenza stampa ha voluto
esprimerlo con un riferimento tutto italiano. «Quello che più mi
preoccupa, in Europa come in Spagna, non è solo il risultato elettorale
della destra fascista – commenta Centella. – Quanto piuttosto il “fascismo ideologico”
che si insinua anche negli elettorati più moderati. Contro questo
fenomeno che criminalizza la solidarietà e i diritti per tutti, dobbiamo
rispondere con una valorizzazione dei diritti umani, con un occhio di
riguardo alle minoranze. Ciò che è accaduto a Lampedusa pochi giorni fa
ne è un esempio lampante. Ma quante Lampedusa si consumano anche in
mezzo ai nostri quartieri?».
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