Domenica 27 ottobre a Ferrara una giornata
dedicata allo studio della scrittura di Stefano Tassinari, in
particolare sul suo lavoro non solo letterario ma giornalistico, sempre
attento alla dimensione collettiva dal fare attraverso l’arte della
parola scritta.
Di Stefano Tassinari, figura
eclettica del panorama culturale italiano, e della sua opera si parlerà
ancora, nella mattinata di domenica 27 ottobre, a Ferrara alla sala
auditorium della scuola di musica moderna a lui intitolata. Scrittore,
giornalista e politico ferrarese trapiantato a Bologna, ma sempre
intimamente legato alla propria città, Tassinari è stato un intellettuale a tutto tondo, che ha concepito l’impegno culturale come essenza di un progetto politico di profonda trasformazione della società.
In particolare, la sua attività giornalistica sarà al centro della riflessione in programma alla fine del mese di ottobre, a circa un anno e mezzo dalla scomparsa, che accanto al ricordo avrò lo scopo di indagarne la ricca e complessa personalità. Punto di partenza saranno i suoi scritti per Luci della città, “mensile di informazione, cultura e spettacolo” da lui diretto fra il 1985 e il 1990, paradigma di una ben precisa e connotata concezione politico-sociale movimentista, sempre attenta e sensibile ai fermenti e ai mutamenti sociali. Non a caso Stefano Tassinari è apprezzato e riconosciuto interprete letterario delle istanze partecipative e degli impulsi di radicale trasformazione che in Italia hanno avuto il loro acme fra il 1968 e il 1977. Di quella mancata rivoluzione democratica si ritrovano significative tracce e illuminanti interpretazioni praticamente in tutta la sua opera narrativa, con particolare insistenza nel romanzo “L’amore degli insorti” e nel suo ultimo lavoro, la raccolta di racconti edita sotto il titolo “D’altri tempi”. Ma già le vicende legate alla lotte di liberazione in Spagna e in Italia, narrate in “Il vento contro” e “L’ora del ritorno”, possono esserne considerate un prologo, così come “I segni sulla pelle” che racconta, con stile letterario ma trasparenti riferimenti alla cronaca, la tragica vicenda del G8 di Genova può in qualche misura rappresentarne una sorta di epilogo. Stefano concepiva l’impegno letterario non come esaltazione di un talento individuale ma, al contrario, come affermazione di una dimensione collettiva dal fare attraverso l’arte della parola scritta, un esercizio che raggiunge un esito particolarmente significativo nella raccolta “Lavoro vivo”, opera narrativa frutto di una pluralità di contributi attorno al tema dei diritti e della tutela dei lavoratori.
In particolare, la sua attività giornalistica sarà al centro della riflessione in programma alla fine del mese di ottobre, a circa un anno e mezzo dalla scomparsa, che accanto al ricordo avrò lo scopo di indagarne la ricca e complessa personalità. Punto di partenza saranno i suoi scritti per Luci della città, “mensile di informazione, cultura e spettacolo” da lui diretto fra il 1985 e il 1990, paradigma di una ben precisa e connotata concezione politico-sociale movimentista, sempre attenta e sensibile ai fermenti e ai mutamenti sociali. Non a caso Stefano Tassinari è apprezzato e riconosciuto interprete letterario delle istanze partecipative e degli impulsi di radicale trasformazione che in Italia hanno avuto il loro acme fra il 1968 e il 1977. Di quella mancata rivoluzione democratica si ritrovano significative tracce e illuminanti interpretazioni praticamente in tutta la sua opera narrativa, con particolare insistenza nel romanzo “L’amore degli insorti” e nel suo ultimo lavoro, la raccolta di racconti edita sotto il titolo “D’altri tempi”. Ma già le vicende legate alla lotte di liberazione in Spagna e in Italia, narrate in “Il vento contro” e “L’ora del ritorno”, possono esserne considerate un prologo, così come “I segni sulla pelle” che racconta, con stile letterario ma trasparenti riferimenti alla cronaca, la tragica vicenda del G8 di Genova può in qualche misura rappresentarne una sorta di epilogo. Stefano concepiva l’impegno letterario non come esaltazione di un talento individuale ma, al contrario, come affermazione di una dimensione collettiva dal fare attraverso l’arte della parola scritta, un esercizio che raggiunge un esito particolarmente significativo nella raccolta “Lavoro vivo”, opera narrativa frutto di una pluralità di contributi attorno al tema dei diritti e della tutela dei lavoratori.
L’appuntamento ferrarese del 27 ottobre si focalizzerà però
principalmente sul lavoro giornalistico, quello svolto a Ferrara
specificamente con Luci, e il successivo a Rete 7 prima e per Liberazione successivamente, per considerare infine la pregnanza della sua ultima creazione, la rivista Letteraria
di cui è stato fondatore e direttore fino al 8 maggio 2012, giorno
della sua scomparsa, avvenuta a seguito di una terribile malattia contro
la quale ha lottato per anni con la forza e la tenacia che gli erano
connaturati.
L’iniziativa di domenica 27 nasce per impulso di Associazione stampa Ferrara e Ordine regionale dei giornalisti con il fondamentale sostegno della Scuola di musica moderna di Ferrara, ove, nella sede via Darsena 57, si terrà l’incontro con inizio alle 10. Hanno annunciato la loro partecipazione e il loro contributo numerosi amici che con Stefano Tassinari hanno condiviso uno straordinario percorso di vita, illuminato dalla cultura come faro dell’impegno civile.
L’iniziativa di domenica 27 nasce per impulso di Associazione stampa Ferrara e Ordine regionale dei giornalisti con il fondamentale sostegno della Scuola di musica moderna di Ferrara, ove, nella sede via Darsena 57, si terrà l’incontro con inizio alle 10. Hanno annunciato la loro partecipazione e il loro contributo numerosi amici che con Stefano Tassinari hanno condiviso uno straordinario percorso di vita, illuminato dalla cultura come faro dell’impegno civile.
Evento facebook: https://www.facebook.com/events/521736357915010/
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