“Cosa
fa dopo aver fatto l’amore?” “Sgonfio la bambola e la ripongo
nell’armadio” E’ la fulminante battuta di Woody Allen in un intervista
di tanti anni fa. Ed è strano che non faccia parte del vasto bagaglio
culturale cinefilo e cinofilo di Matteo Renzi, perché forse potrebbe
venirgli l’idea di essere anche lui un leader gonfiabile. Lanciato da
Blair con la supervisione di J .P. Morgan (qui)
nel momento in cui i poteri euro finanziari temevano un’eclissi di
Berlusconi e una vittoria del Pd non ancora sottoposto ad asportazione
totale del tumore socialdemocratico, il sindaco di Firenze è stato
gonfiato grazie a un milione e passa di euro perché divenisse il deus ex
machina dei democratici e il berluschino di riserva.
Il compito non era difficile, bastava sfruttare la voglia degli
elettori di mandare a casa i vecchi e insopportabili volponi degli
apparati che avevano svuotato il partito di ogni contenuto di sinistra,
di ogni attenzione sociale. E chi meglio del rottamatore indirizzato su
questo slogan da un trust di spin doctor gentilmente forniti da
Mediaset? Chi meglio di lui, il giovane senza passato, poteva dedicarsi
a fare la medesima cosa, ma con piglio da italiano in vacanza, quasi
senza parere? Ma ora con l’affidabile Letta, nipote di Letta e figlio
adottivo di Napolitano, fedelissimo e puntuale esecutore dei voleri che
vengono da là dove si puote, non è più ben chiaro il ruolo che potrebbe
avere Renzi. Tanto più che i rottamandi sono diventati suoi amici, il
ragazzo non ha idee politiche da spendere e se le ha meglio non
rivelarle, non può nemmeno mettere in crisi Letta e fa sudare gli spin
doctor nell’affanno di inventarsi qualcosa. L’unica strada che ha è
quella di fare da contraltare alla santa alleanza che lo ha lanciato, ma
che ora si è felicemente allettata. Una cosa che non può fare, non
vuole fare, non ha le capacità di fare. Può solo vagamente accennare
sperando che qualcuno ci caschi.
La fredda accoglienza ottenuta a Bari come primo incontro del tour da
majorette che ha organizzato per la carica di segretario del Pd,
dimostra che la pressione di appoggi nel leader gonfiabile sta
rapidamente diminuendo per la paura delle lobby e dei potentati di
mettere due galli nello stesso pollaio del progetto neo democristiano. E
potrebbe forare irrimediabilmente l’involucro stirato e incamiciato
rendendolo inutilizzabile nel caso serva ancora. Quindi meglio non
sfruttare a fondo, non riempire troppo di aria Renzino pane e vino se
proprio non lo si può temporaneamente riporre nell’armadio. Chi invece
lo vorrebbe vedere sollevarsi come una mongolfiera e ha grandi riserve
di aria fritta più leggera dell’elio, è proprio il circo mediatico –
“progressista” (le virgolette ci vogliono proprio tutte) e non solo: un
candidato, visibile come il dirigibile Goodyear, vorrebbe accreditare
l’esistenza di un Pd vivente, dove c’è ancora un qualche dibattito e i
cui movimenti siano qualcosa di più delle contrazioni della rana di
Galvani. O, in alternativa, che il pericolo comunista è ancora ben vivo.
Tanto più che si spera possa un domani sottrarre voti a Grillo. E’ per
questo che l’insulso incontro di Bari è stato disertato dalla gente, ma
seguito con spasmodica attenzione dai media come fosse l’incontro di
Teano. Si aspetta solo un domenicale del consigliere teologico del Papa e
magari un saluto del Condannato dalla Caritas. E poi magari una
telefonata dello stesso papa Francesco al poverello di Firenze.
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