Il ministro del Lavoro ha escluso in modo categorico modifiche alla legge Fornero sulle pensioni. Contemporaneamente ha annunciato il blocco della rivalutazione annuale al costo della vita delle pensioni d’oro. Gli interessati sono quei 669.000 pensionati che percepiscono più di 3.000 euro lorde al mese (circa 2.000 nette), di questi 33.000 sono titolari di assegno superiore di 90.000 euro loro all’anno (circa 50.000 netti).
Ovviamente non rientrano tra le pensioni d’oro i vitalizi, le pensioni privilegiate, quelle di origine istituzionale ed europea e delle casse dei professionisti. Questi 669.000 pensionati percepiscono in un anno 34 miliardi sui 270 erogati dal sistema pensionistico. Per il 2013 il prelievo sarà di poco più di 40 milioni, se sarà confermato l’aumento del costo della vita che l’Istat stima dell’ 1,5%. Quanto prelevato dalle pensioni d’oro, secondo il ministro, dovrebbe contribuire a migliorare le pensioni più modeste, cioè quelle di quei 12 milioni di anziani con pensioni inferiori a 1.000 euro mensili: mediamente 3 euro e 50 centesimi in un anno.
Considerare d’oro un assegno pensionistico di 2.000 euro al mese (3.000 lordi) sa di demagogia. Fa coppia con la proposta del Pd: quella di considerare un’abitazione di lusso se la rendita catastale supera i 750 euro, cioè un monolocale di 40/50 mq. dei quartieri popolari di Roma
Forse la predicazione di Papa Francesco che si rifà al poverello di Assisi ha folgorato il Pd che sta diventando il fustigatore di quella massa di privilegiati, in gran parte pensionati, che sono riusciti a costruirsi una pensione con una vita di lavoro ed a comprarsi un modesto appartamento. Sono gli stessi che si scandalizzano se qualcuno chiede di mettere un tetto alle pensione, agli stipendi, ad ogni tipo di emolumento, vitalizi e buonuscite sia nel settore privato che in quello pubblico.
A Roma, ad esempio il sindaco si lamenta di percepire solo 4.500 euro al mese: un consigliere di amministrazione dell’Ama ne riceve almeno 10 volte tanto. Sostengono che mettere un tetto a stipendi, pensioni, compensi sconvolgerebbe l’economia, menomerebbe la libertà dell’individuo, toccherebbe diritti acquisiti: ognuno deve essere libero di arricchirsi, ma anche di morire di fame.
Nel 2007 noi di Rifondazione Comunista elaborammo una proposta organica sulle pensioni che prevedeva un tetto pari a 5.000 euro mensili, rivalutabili di anno in anno al costo della vita. Fummo irrisi, tacciati di demagogia, accusati di vendere fumo e di essere analfabeti in campo economico. Oggi è un ministro di un governo Pd-Pdl ad indicare in 3.000 euro lorde l’importo della pensione d’oro!
La legge Fornero
La legge più importante del governo Monti è quella sulle pensioni, per l’entità del gettito finanziario ricavato immediatamente e per aver profondamente menomato i valori di solidarietà, universalità e di natura pubblica, base del sistema pensionistico . Quella legge ha permesso di prelevare la quasi totalità delle somme necessarie per rimettere i “conti in ordine” in ossequio ai voleri dell’autorità monetaria europea. Contemporaneamente è stato codificato che non ci sono più diritti acquisiti e certezze né per l’età di pensionamento, né per gli anni di contribuzione: l’età per il diritto alla pensione è aumentata repentinamente anche di 7 anni e per l’anzianità la contribuzione ha raggiunto i 42 anni. Si è bloccata, per due anni, la rivalutazione al costo della vita delle pensioni superiori ai 1.400 euro lorde al mese, prelevando su una pensione di 1.800 euro lorde 900 euro nel biennio 2012/2013 che il pensionato perderà fino a che vivrà. Sono stati modificati i sistemi di calcolo e di conseguenza con 35/40 anni di contribuzione a breve chi andrà in pensione potrà contare su un assegno non superiore al 50% del salario percepito negli ultimi anni di lavoro mentre per i precari la pensione diventa un miraggio. Il messaggio è chiaro: ognuno pensi a se stesso ed al proprio futuro, non ci sono più garanzie. Ciò che cambia e stravolge il sistema pensionistico è la rottura del legame tra salario e pensione, rappresentato dal salario differito.
Da oggi i contributi versati per la pensione sono diventati una comune tassa. La legge Fornero colpisce il principale pilastro dello stato sociale. Dalle pensioni, senza operare altri interventi, nei prossimi 10 anni verranno prelevati circa 100 miliardi. Quei 270 miliardi, l’importo complessivo degli assegni pensionistici erogati, su cui il fisco già preleva 30 miliardi fanno ancora gola. In ambienti ministeriali e del Pd si fa strada l’ipotesi di un prelievo sulle pensioni di anzianità calcolate con il sistema retributivo in quanto sarebbero troppo generose e dell’eliminazione della pensione di reversibilità che prevede che il coniuge superstite ed i figli minori, in base al reddito, percepiscano una quota di pensione del defunto. Le confederazioni sindacali stanno cominciando a prendere atto dei guasti provocati dalla legge Fornero ma non possono reagire in quanto “ostaggio” del Pd e del governo.
Nessun commento:
Posta un commento