L'Aula del Senato ha approvato fra le polemiche il ddl costituzionale
che istituisce il comitato parlamentare dei 42 per le riforme
costituzionali. Approvazione a maggioranza assoluta sul filo di lana,
per soli 4 voti: 218 i sì. Il quorum richiesto alla Costituzione per le
modifiche della Carta pari ai due terzi dei componenti dell'assemblea
era 214. Contro hanno votato 58 senatori di M5s e Sel. Si sono astenuti
12 senatori.
Nelle stesse ore il vero demolitore della Costituzione nata dalla
Resistenza andava spiegando: "Il tema delle riforme istituzionali e
costituzionali è ormai ineludibile. Non se ne può più discutere a
vuoto". Il "rinnovamento istituzionale" dell'Italia "dopo una lunga
serie di omissioni e ritardi ancora fatica a prendere corpo e cozza
contro ostacoli e resistenze molteplici". ''C'e' l'occasione, oggi, in
questo 2013-2014, di giungere a delle conclusioni valide'' nelle riforme
istituzionali e ''non si possono giustificare e subire in proposito
posizioni difensive e conservatrici''.
In una classe politica priva della benché minima capacità
progettuale, Giorgio Napolitano si è mostrato da tempo come il regista
di tutte le peggiori trasformazioni possibili. Dalla trasformazione del
ruolo del presidente della Repubblica (da "custode della Costituzione" a
"premier con poteri presidenziali", in grado di sciogliere governi e
camere, fare e disfare maggioranze), alle "riforme istituzionali" senza
neppure più seguire le procedure costituzionali per farlo. Il "comitato
dei 42", infatti, una sorta di commissione bicamerale speciale, dovrà
prendere in esame quanto già redatto dal "comitato dei saggi" (un gruppo
di costituzionalisti "collaborativi" con l'intento di stravolgere la
Carta, da cui sono stati accuratamente eslusi quanti si ostinano a
difenderla). E arrivare nel giro di 15 mesi - ultimo diktat di
Napolitano, emanato proprio ieri - a "conclusioni soddisfacenti".
Di fatto, si apre così il percorso di trasformazione della Repubblica
italiana in un sistema presidenziale fortemente accentrato,
strettamente vincolato alle decisioni della Troika (a partire
dall'inserimento di vincolo al pareggio di bilancio incluso nella
Costituzione senza alcuna discussione), assolutamente impermeabile -
nelle speranze - agli interessi e alla necessità provenienti dalla
società italiana. Da questo punto di vista, Napolitano anticipa con i
suoi comportamenti quanto i prossimi presidenti della repubblica saranno
autorizzati a fare. Lo "stato di eccezione" si riconosce proprio dal
fatto che "fa" cose che non potrebbe legittimamente fare, ma che
anticipano la "normalità istituzionale" futura. In altri termini, sembra
esserci un solo "costituente": Napolitano Giorgio.
Ci sarebbe da chiedere agli sfortunati e omertosi promotori della
manifestazione del 12 ottobre se ora riconoscono la mano di chi sta
distruggendo la Costituzione repubblicana contro cui avevano chiamato a
manifestare. Ma temiamo che manterranno a lungo il loro silenzio, salvo
poi lamentare i risultati del "processo di riforma" a cose fatte...
Intanto registriamo che i senatori del Pd, Puppato e Tronti (sì, proprio
Mario, il "padre nobile" di tutti gli operaisti italiani...), che pure
avevano fatto sfoggio della propria faccia in piazza, il 12 ottobre,
risultano tra i voti favorevoli allo stravolgimento costituzionale.
Una riforma autoritaria e oligarchica richiede anche una legge
elettorale conseguente, in grado di "impermeabilizzare" il Parlamento
futuro da scomode richieste provenienti dal mondo del lavoro, dai
movimenti, dalla protesta sociale. Una legge elettorale quindi con alte
soglie di sbarramento, che preveda "alleanze obbligate" penalizzanti per
i partiti più piccoli. Tanto il "programma politico" c'è già e non si
potrà mai discuterlo: le indicazioni della Troika per tutto il periodo
in cui verrà fatto valere il Fiscal Compact: 20 anni di tagli al debito
pubblico, nella proporzione di 50 miliardi l'anno, costi quel che costi e
chi se ne frega se il paese schianterà molto prima di quella data.
*****
Per chi vuole tutti nomi dei senatori Pd che hanno votato contro la Costituzione attuale, eccoli. Ricordateveli!
Donatella Albano; Ignazio Angioni; Bruno Astorre; Maria Teresa
Bertuzzi; Amedeo Bianco; Daniele Gaetano Borioli; Claudio Broglia;
Filippo Bubbico; Massimo Caleo; Laura Cantini; Rosaria Capacchione;
Valeria Cardinali; Vannino Chiti; Monica Cirinnà; Roberto G. G.
Cociancich; Stefano Collina; Paolo Corsini; Giuseppe Cucca; Vincenzo
Cuomo; Erica D’Adda; Emilia Grazia De Biasi; Mauro Del Barba; Isabella
De Monte; Rosa Maria Di Giorgi; Nerina Dirindin; Stefano Esposito;
Camilla Fabbri; Emma Fattorini; Nicoletta Favero; Valeria Fedeli; Elena
Ferrara; Rosanna Filippin; Anna Finocchiaro; Elena Fissore; Federico
Fornaro; Maria Grazia Gatti; Rita Ghedini ; Francesco Giacobbe; Nadia
Ginetti; Miguel Gotor; Manuela Granaiola; Maria Cecilia Guerra; Paolo
Guerrieri Paleotti; Josefa Idem; Nicola Latorre; Stefano Lepri; ;
Bachisio Lai; Sergio Lo Giudice; Doris Lo Moro; Carlo Lucherini;
Giuseppe Lumia; Patrizia Manassero; Luigi Manconi; Andrea Marcucci;
Salvatore Margiotta; Mauro Maria Marino; Claudio Martini; Donella
Mattesini; Giuseppina Maturani; Claudio Micheloni; Maurizio Migliavacca;
Marco Minniti; Franco Mirabelli; Mario Morgoni; Claudio Moscardelli;
Massimo Mucchetti; Pamela Orrù; Venera Padua; Giorgio Pagliari;
Annamaria Parente; Carlo Pegorer; Stefania Pezzopane; Leana Pignedoli;
Roberta Pinotti; Luciano Pizzetti; Francesca Puglisi; Laura Puppato;
Raffaele Ranucci; Lucrezia Ricchiuti: Gianluca Rossi; Francesco Russo;
Roberto Ruta; Angelica Saggese; Gian Carlo Sangalli; Giorgio Santini;
Francesco Scalia; Annalisa Silvestro; Pasquale Sollo; Lodovico Sonego;
Maria Spilabotte; Ugo Sposetti; Salvatore Tomaselli; Giorgio Tonini ;
Mario Tronti; Stefano Vaccari; Daniela Valentini; Vito Vattuone;
Francesco Verducci; Luigi Zanda; Magda Zanoni; Sergio Zavoli.
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