Alle
volte una battuta può valere più di un trattato e bisogna dire che in
questi anni sordi e muti i comici hanno svelato la nudità delle menzogne
come la buona politica e la buona informazione, ovunque si siano
rifugiate, non sono state in grado di fare. Confesso che spesso, pur non
essendo grillino, ho applaudito al conducator del M5S quando con tre
parole mandava all’aria i castelli di carte della retorica e delle
astuzie politicanti che nessuno osava e osa contraddire. Ma questo
funziona fino a che il comico stesso ha consapevolezza dei propri limiti
e riesca dunque a non farsi trascinare dal rumore di fondo, come a
volte avviene in maniera catastrofica: perché la risata non salva dal
brancolare e una battuta non fa funzionare le macchine ad acqua.
Così la sua reazione contro i deputati cinque stelle che sono
riusciti a far passare in commissione l’abolizione del reato di
clandestinità che il Pd non osava toccare (leggi qui),
è qualcosa che poteva risparmiarsi, mettendo a tacere vecchi istinti da
carrrugio che altre volte è abile a nascondere. Dice Grillo che la cosa
non era nel programma e sembra un democristiano, dice che anche altri
Paesi hanno questo reato e rassomiglia a un Maroni qualsiasi, dice
infine che se fosse stato nel programma del M5S nessuno li avrebbe
votati e somiglia a un suicida.
Ora tutte queste tre cose sono piuttosto imbarazzanti, perché il
leader maximo e anzi unico, non sembra riuscire a notare la differenza
tra il reato di clandestinità e quello di immigrazione clandestina che
esiste in Germania, Gran Bretagna e Francia. Una differenza che dal
punto di vista pratico può essere minima, ma che invece rappresenta
benissimo quel declino culturale italiano di cui da conto l’Isfol con
l’analisi dell’analfabetismo funzionale di cui l’Italia è divenuta
protagonista di spicco : negli altri Paesi si colpisce un fatto
specifico, non una condizione in sé che tra l’altro potrebbe prodursi
anche dopo un arrivo assolutamente legale, alla scadenza del permesso di
soggiorno. La differenza esiste eccome, anche se certo potrebbe
sfuggire alle teste elementari di Maroni, Bossi e dello stesso Silvio,
perché nel caso italiano sono proprio i diritti fondamentali a venire
meno colpendo le persone per la loro non appartenenza e non per qualcosa
che hanno fatto. E’ precisamente la ragione per la quale siamo stati
bacchettati dall’Europa, quando scompostamente tentavamo di imitarla.
Ma magari questo a Grillo non interessa, è qualcosa di troppo
sofisticato per essere portato in uno spettacolo. Dovrebbe però
interessarlo il fatto che tutti e tre i Paesi che si sono dotati del
reato di entrata clandestina hanno da molto tempo, anche in epoca pre
crisi, un’immigrazione irregolare decisamente superiore alla nostra:
certo il flusso di migranti non è spettacolare e tragico come davanti a
Lampedusa, ma i numeri non lasciano scampo. Il che forse ci dice che
questi esodi stanno dentro la logica socio economica del capitalismo
finanziario o se vogliamo banalizzare, per non consumarci troppo la
testa, che queste barriere leguleie non servono proprio a niente e che
semmai le soluzioni sono radicalmente diverse. Come del resto si
riconosce ormai universalmente e certo in posti un po’ più seri del bar
del Corso.
Infine c’è un clamoroso errore politico che in un attimo trasforma
l’universo palingenetico del M5S in un banalissimo surrogato della
vecchia Lega: dire che solo quattro gatti avrebbero votato il movimento
se avesse accennato all’abolizione del reato di clandestinità,
significa sostenere che il resto del programma, compresa la volontà di
abbattere la casta, è solo marginale, secondaria, un riempitivo per
altri messaggi tra le righe. Ma allora meglio votare gli originali che
almeno non hanno alcun problema a trovare fedeli trogloditi anche in
videoconferenza. Il fatto è che Grillo e magari pure Casaleggio, sono
arrivati grazie al successo al loro naturale punto di incompetenza,
quello in cui non sanno più chi li ha votati o perché e non sono in
grado di gestire la complessità del movimento: invece di evolversi
verso il reale, si involvono dentro i loro pregiudizi primari. E
finiscono per dimenticare l’universo variegato del movimento
offendendolo dentro schematismi dozzinali, mettendo a rischio battaglie
più importanti e cruciali, forse nell’illusione che facendo i Maroni
possano ereditare parte dell’elettorato di destra. Non si accorgono di
fare i Coglioni. Sempre ovviamente che questo continuo sottrarsi al fare
i conti con i problemi fingendosi occupati nel boudoir del programma,
l’inesistenza di un luogo di elaborazione, la vaghezza assoluta della
struttura non siano in realtà volute per congelare milioni di voti
potenzialmente all’opposizione. Non sarebbe la prima volta che accade
persino nella storia della Repubblica.
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