Lanciare l’hashtag “Civati via, via, vieni via di lì?”
Alla fine Renzi ha varato un governo di minoranza. Nel senso che dei
diciotto protagonisti, (più lui che è uno difficile da controllare anche
da se stesso), sono solo quattro i fedelissimi (Del Rio, Madia, la
Boschi e la Mogherini con qualche dubbio). Scorrendo i curriculum
politici si scopre che tre vengono dalla segreteria di Franceschini ,
che i rottamati Napolitano, D’alema e Bersani ne hanno piazzati 5,
Alfano tre, Casini e Berlusconi 1. I Dc sono 7, gli ex Pci praticamente
solo due (Poletti e Pinotti), i “niente” sono 9 (quasi tutti
portaborse rinonosciuti e regolarmente iscritti all’Inps). L’asse è
decisamente spostato a destra. Quando si mette al lavoro e allo sviluppo
economico due rappresentanti delle associazioni imprenditoriali si
capisce da che parte si sta. Orlando alla giustizia è “un garantista”
cioè uno che piace a Berlusconi (rileggetevi al sua intervista al
foglio), che infatti incassa compiaciuto. La Mogherini agli esteri è
proprio una “boutade”. Quando si presenterà alle prime riunioni
internazionali, visto che non la conosce nessuno, c’è il rischio che le
dicano”lei è la segretaria, chiami il Ministro che incominciamo”. Il
Dalemiano Padoan è stato il Vicedirettore dell’Ocse. Banchieri,
Finanzieri e ricchi di ogni genere possono stare tranquilli . Il resto è
roba già vista e in continuità con Letta ( 9 su 16 provengono da lì).
Infine l’affare Lanzetta. E’ bastata nominarla Ministro per farle
rimangiare il voto contrario al Governo Renzi dato una settimana fa. La
vicenda fa seguito a quella di Taddei il civatiano messo in segreteria
nazionale del Pd . Renzi sta usando il classico metodo berlusconiano
della compravendita dei suoi oppositori. Civati dovrebbe capire che se
continua a stare lì dentro e a non marcare definitivamente le
differenza, rischia di restare solo, perché le sirene del potere
piacciono a tutti e Renzi (o chi per lui) le maneggia come un esperto
Doroteo o un consumato berlusconino.
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