La parola opposizione, oggi in Italia, si coniuga con il vocabolo tempesta.
Non sono solo i 5 stelle a dover fare i conti con rotture e spaccatura
interne. La situazione di Sel infatti è esplosiva, quanto quella dei
grillini. Il recente congresso, conclusosi con una improvvisa giravolta
di 360 gradi che ha stravolto il documento iniziale, soprattutto sulle
vicende europee, ha spaccato, quasi a metà, il gruppo parlamentare. Ma,
proprio per non farsi mancare niente, questa seconda parte si è, a sua
volta, divisa tra quelli di Gennaro Migliore che hanno già optato per
continuare la loro “battaglia” all’interno del partito ( ma i maligni
sussurrano che è solo una finta perché Migliore e Fratoianni farebbero
solo il gioco delle parti per tenere tutti insieme sotto l’ombrello,
“pieno di buchi”, di Vendola) e quelli di Claudio Fava che , invece,
sembrano fermamente intenzionati a navigare verso altri lidi della
sinistra.
L’unica cosa in discussone sarebbero i tempi. Prima o
dopo le elezioni di maggio. E naturalmente, avendo tutte queste piccole
correnti degli agganci a livello regionale, questo potrebbe determinare
qualche sconquasso anche in Umbria. Per non smentire Roma, nei
congressi locali, anche la Perugia di Sel si è spaccata in due parti
praticamente uguali per consistenza e numeri, creando non poche
difficoltà all’impostazione di un’attività politica condivisa. E gli
effetti si sono visti subito. Il Coordinatore Regionale non è stato
ancora eletto per effetto di un ricorso, con il quale è stata chiesta,
addirittura, l’invalidazione del Congresso regionale stesso. Ricorso al
quale la direzione nazionale non avrebbe ancora dato una risposta. Il
segretario Provinciale di Perugia sarebbe stato eletto con appena 21
voti su 40. Ma c’è di più, una parte considerevole di questa seconda
metà sarebbe propensa a seguire Fava in caso di scissione. Ma rispetto
alla situazione romana ci sarebbe una diversità non da poco.
Quelli a cui Fava non piace, non farebbero opposizione interna, ma entrerebbero nella grande area degli stand by della sinistra,
determinando, di fatto, un doppio abbandono. “Ci troviamo di fronte –
afferma uno dei possibili scissionisti – a due linee politiche per certi
versi inconciliabili. Noi restiamo fedeli al progetto iniziale di Sel,
quello di un nuovo e largo soggetto politico della sinistra, che superi
tutte le altre forme del passato e che liquidi, una volta per tutte, la
cultura del minoritarismo. Cercare espedienti per sopravvivereavendo
come unico obiettivo quello di trovare un posto a qualcuno in Parlamento
o nelle amministrazioni locali, non ci interessa”. Queste voci
attendono , naturalmente, la prova dei fatti. Quello che è certo e che
per Giuliano Granocchia, neosegretario provinciale di Sel, trovare la
quadra non sarà semplice.
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