Il finto Vendola che ha indotto Barca a svelare le pressioni fatte nemmeno da Renzi in persona, ma per suo conto, ha strappato all’ex ministro parole molto più interessanti di questi antichi e intuibili giochi sottobanco. Parole che naturalmente non compaiono nei titoli e tanto meno nei testi on line. Invece sono la sostanza del discorso. Perché Barca non accetta il posto di ministro all’Economia? “Perché – riferisce al falso Vendola – nemmeno una volta mi hanno chiesto: ma se lo fai, cosa fai? Se io dico che voglio fare una patrimoniale da 400 miliardi, cosa che secondo me va fatta, tu cosa rispondi? Mi dici che va bene?” Ma Matteo ti ha detto qualcosa?, domanda il Vendola vocale. “No, tutto questo non capendo neanche le persone. Se mi chiami ci vediamo mezz’ora, ti do qualche consiglio. Invece tutto attraverso terzi, quarti, quinti, un imprenditore”
Si tratta ben di più di una questione di metodo e di forma, perché rappresenta molto bene lo stato di confusione nella quale si intrecciano ambizioni, pressioni e interessi inconfessabili. C’è una spaventosa sostanza che tiene lontano Barca dal governo: “Nichi, c’è un livello di avventurismo. Non essendoci un’idea, siamo agli slogan. Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perché lo sfarinamento è impressionante”.
Eh si il Paese, le istituzioni si stanno sfarinando, ma lo si può dire solo facendo uno scherzo: è solo quando si fa finta di parlare seriamente che si raccontano le barzellette.
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