Nell’inchiesta della procura di Firenze “Sistema” sulle
grandi opere è finita anche la nuova autostrada E45. All’indomani dello
scandalo nazionale, chi si è sempre opposto al progetto ora lo fa con
più veemenza, anche alla luce del fatto che, per quanto riguarda la
E45 l’accusa che si muove per gli indagati è quella di tentata
“induzione indebita a dare o promettere utilità”, un reato che viene
contestato a chi “usando della sua qualità o dei suoi poteri, induce
taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o
altra utilità”.
“Si addensano le nubi – dichiara infatti il consigliere regionale
Oliviero Dottorini (Idv) sul mega progetto di trasformazione della E45
in autostrada. All’inchiesta sul Mose del luglio scorso, che aveva fatto
emergere un inquietante intreccio di interessi trasversali attorno alla
torta da 10 miliardi della Orte-Mestre, si aggiunge oggi un elemento
che infittisce le ombre che già pesavano su questa grande opera. Sarebbe
opportuno che le inchieste che coinvolgono i vertici del ministero dei
Lavori pubblici, unite alle negative ripercussioni ambientali ed
economiche, inducano ad un ripensamento su questa opera inutile
e devastante”. Aggiunge poi che “la prima cosa da fare è prevedere una
consultazione referendaria per chiedere ai cittadini di esprimersi su un
progetto che segnerà il futuro e le prospettive dell’intera regione.
Non vorremmo che a prevalere contro la volontà dei cittadini siano
ancora una volta gli appetiti di pochi”. “Dall’inchiesta ‘Sistema’ –
aggiunge Dottorini, che nella nota fa anche riferimento al suo ruolo di
presidente di ‘Umbria migliore’ – emerge un quadro tutt’altro che
rassicurante, con ipotesi di reati pesanti e un sistema inquinato,
appunto, che non esenta quasi nessuna delle nuove grandi
opere presentate come volano dell’economia nazionale. Fra le ipotesi
formulate dai magistrati c’è anche quella secondo la quale il consorzio
‘Ilia Or-Me’, che fa capo a Vito Bonsignore, la mente che ha concepito
l’autostrada Orte-Mestre e che anche stavolta appare iscritto nel
registro degli indagati, avrebbe ricevuto il parere positivo del Cipe
grazie all’appoggio di Ercole Incalza, che si trova in carcere. Ormai
fra i protagonisti del mega progetto di trasformazione in autostrada a
pedaggio della E45 Orte-Mestre sono pochi quelli che non siano stati
travolti negli ultimi tempi da qualche vicenda giudiziaria”. “È evidente
– prosegue Dottorini – che alle motivazioni di natura ambientale ed
economica che da dieci anni sosteniamo con coerenza e tenacia, si stiano
aggiungendo anche cause di natura etica e giudiziaria che dovrebbero
indurre ad un ripensamento definitivo su quest’opera, per il bene del
nostro territorio e degli umbri. A questo punto riteniamo sia
necessaria una consultazione popolare e chiamare in causa anche le
amministrazioni locali perché facciano la loro parte ed ascoltino le
voci dei tanti cittadini che hanno già pronunciato inequivocabilmente il
loro no a un progetto folle e devastante. A partire dagli
amministratori e dai consiglieri del Comune di Perugia che non sembrano
voler far tesoro dei pareri espressi nel Consiglio comunale aperto del
gennaio scorso, quando una valanga di interventi contrari ha seppellito
l’ipotesi di trasformare la E45 in autostrada a pedaggio. Possibile non
vi sia un consigliere o un gruppo consiliare in grado di presentare una
mozione o un ordine del giorno per modificare il parere favorevole dato a
suo tempo dal Comune di Perugia? L’impressione – conclude Dottorini – è
che vi sia qualche opportunismo di troppo e poca coerenza nel tramutare
in fatti gli annunci da campagna elettorale fatti solo per gettare fumo
negli occhi ai cittadini”.
“Accusa di concussione a Vito Bonsignore e ad Antonio Bargone per il
progetto di trasformare la E45 in autostrada. Roba da non crederci.
Quella che doveva essere l’opera pubblica del futuro per l’Umbria, fatta
tutta con i soldi di Bonsignore (e con i nostri pedaggi) sostengono gli
inquirenti che era un gigantesco raggiro. Per ottenere i
visti necessari, dicono ancora gli inquirenti, avrebbero fatto pesare il
loro potere (e forse anche nutrite mazzette) su quelli che dovevano
mettere i timbri”. Dichiara invece il consigliere regionale dell’Idv,
Paolo Brutti.
“Vedremo – prosegue Brutti – lo sviluppo dell’affare. Intanto, due certezze. Il progetto di trasformare la E45 in autostrada è sepolto da questo mare di fango e gli estimatori di casa nostra, i sostenitori, i sonatori di fanfara sullo spartito del piano regionale dei trasporti, non dormiranno sonni tranquilli. I giornali fanno anche il nome di un viceministro. Certamente non avrà avuto nessuna voce in capitolo, però è singolare il quadro di affinità politiche che si delinea. Adesso aspettiamo con serena fiducia che si apra il capitolo della stazione Media Etruria. E se qualcuno dice che così non si fanno più opere pubbliche – conclude Brutti – rispondiamo che per farle ci vogliono amministratori pubblici che operino con integrità e pulizia. L’elettorato li scelga bene a cominciare dalle prossime elezioni regionali”.
“Vedremo – prosegue Brutti – lo sviluppo dell’affare. Intanto, due certezze. Il progetto di trasformare la E45 in autostrada è sepolto da questo mare di fango e gli estimatori di casa nostra, i sostenitori, i sonatori di fanfara sullo spartito del piano regionale dei trasporti, non dormiranno sonni tranquilli. I giornali fanno anche il nome di un viceministro. Certamente non avrà avuto nessuna voce in capitolo, però è singolare il quadro di affinità politiche che si delinea. Adesso aspettiamo con serena fiducia che si apra il capitolo della stazione Media Etruria. E se qualcuno dice che così non si fanno più opere pubbliche – conclude Brutti – rispondiamo che per farle ci vogliono amministratori pubblici che operino con integrità e pulizia. L’elettorato li scelga bene a cominciare dalle prossime elezioni regionali”.
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