La
legge-delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa
sociale e per la disciplina del Servizio civile universale nei prossimi
giorni sbarcherà in aula per ottenere il primo via libera. Il Cnca
(Coordinamento nazionale delle comunità d’ccoglienza) ha lanciato
l’allarme. Nel corso di una conferenza stampa convocata per questa
mattina alla Camera dei deputati, il Cnca ha messo in evidenza i rischi
di attribuire un ruolo maggiormente definita all'impresa privata. Da
tempo alcune lobbies economiche stanno spingendo perché pezzi di welfare
vengano messi a frutto sul versante del profitto. E questa spinta va di
pari passo, ormai in larga parte del continente europeo, con politiche
di destrutturazione dei sistemi di tutela e cura delle persone.
Risultato, nel testo presentato dal Governo c’è un chiaro rafforzamento
della figura giuridica dell’impresa sociale. E questo in un contesto in
cui “l’accentramento delle risorse, la tendenza al monopolio,
l’abbattimento dei costi, la massimizzazione dei profitti, la
colonizzazione e il trasferimento dell’intervento in altre aree
territoriali, oltre i territori naturali di prossimità” avanzano quasi
senza difese.
Il rafforzamento della figura giuridica dell’impresa sociale appare a
molti come un superamento dell’esperienza della cooperazione a
vantaggio di un soggetto che risponda sul piano giuridico alle necessità
di investitore privato. Alcuni recenti episodi, vedi innanzitutto
“Mafia-capitale”, denuncia il Cnca, "ci spingono a contrastare ancor più
puntualmente le logiche mercantili degli appalti al massimo ribasso e i
processi di accentramento dei servizi in pochi soggetti di grandi
dimensioni. Ci preoccupa il rischio della possibile entrata nel settore
di organizzazioni in cui non sussiste una vera democrazia
partecipativa, nodo centrale di una maniera differente di attivare
processi di liberazione".
Pur valutando positivamente il passaggio sul 5 per mille, l’idea di un
servizio civile universale, il rafforzamento del ruolo del terzo settore
nella gestione dei beni confiscati, contenuti nel provvedimento il
Coordinamento rivendica con forza il ruolo del sociale come spazio di
incontro dei diritti e dei servizi: “Non abbiamo bisogno di un nuovo
spazio low del profitto costruito attorno all’impresa sociale, ma di uno
spazio sempre più ampio dove i diritti di cittadinanza e del lavoro
incontrino soggetti di economia sociale che se ne facciano promotori e
sostenitori”.
Imsomma, il sociale non è un nuovo mercato per l’appetito di qualcuno, le persone non sono nuovi potenziali clienti di un sistema privatistico di erogazione di servizi sociali ma cittadini protagonisti della qualità del vivere costruita collettivamente anche in tempi inediti e difficili. Hanno partecipato alla conferenza stampa il presidente del Cnca Armando Zappolini, Carlo De Angelis Consigliere nazionale Cnca con delega al welfare, Simona Panzino del Roma Social Pride, Giovanni Moro di Fondaca, Giulio Marcon di Sinistra ecologia e libertà e Paolo Beni del Partito Democratico. “Il rischio che ravvediamo in questo tipo di operazione è quello di vedere trascinato il sociale nelle logiche del mercato con una conseguente ricaduta su chi usufruisce dei servizi e per chi lavora in questo settore.”
Imsomma, il sociale non è un nuovo mercato per l’appetito di qualcuno, le persone non sono nuovi potenziali clienti di un sistema privatistico di erogazione di servizi sociali ma cittadini protagonisti della qualità del vivere costruita collettivamente anche in tempi inediti e difficili. Hanno partecipato alla conferenza stampa il presidente del Cnca Armando Zappolini, Carlo De Angelis Consigliere nazionale Cnca con delega al welfare, Simona Panzino del Roma Social Pride, Giovanni Moro di Fondaca, Giulio Marcon di Sinistra ecologia e libertà e Paolo Beni del Partito Democratico. “Il rischio che ravvediamo in questo tipo di operazione è quello di vedere trascinato il sociale nelle logiche del mercato con una conseguente ricaduta su chi usufruisce dei servizi e per chi lavora in questo settore.”
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