martedì 31 marzo 2015

Care minoranze Pd di Alessandro Gilioli


Cara minoranza Pd, anzi care minoranze Pd visto che siete diverse tra voi, beh, io ve lo dico, poi vedete voi se credermi o no:
1. A eccezione dei vostri cari, fuori dai palazzi l'interesse nei vostri confronti - già scarsino all'inizio - ultimamente è calato parecchio. Diciamo che al momento siete seguiti grosso modo come il campionato di curling - ma non quello di serie A.
2. Dopo la riunione all'Acquario di Roma, in particolare, le vostre gesta vengono recepite dalla stessa area del cervello che induce talvolta a cliccare sulle dichiarazioni di Sara Tommasi o sui siti sciichimisti. Credo che sia la zona dell'eccentrico-curioso-trash.
3. Ogni volta che parla D'Alema, da Palazzo Chigi parte un ordine di Moët & Chandon; quando si aggiunge D'Attorre, arrivano anche le tartine.
4. Le vostre reiterate minacce di scissione non vengono più quotate nemmeno dai bookmaker più spregiudicati di Londra, quelli che pure accettano scommesse sull'arrivo degli alieni entro la fine dell'anno.
5. Bersani che invita Renzi a "non decidere da solo" sembra il cardinale Bagnasco quando invita i giovani a non fare sesso prima del matrimonio: tuttavia ha molte meno probabilità di successo.
6. In linea generale, chi tra voi ha fatto per anni la corte all'Udc di Casini (ma anche a Fini), poi ha votato tutte le riforme di Monti (compresa quella costituzionale) e infine ha fatto il governo con Berlusconi (magari entrandoci pure) quando rivendica di essere di sinistra risulta credibile come Pacciani che parla di rispetto per le donne.
7. Nulla di personale verso (quasi) nessuno di voi, ma ho la sensazione che se voleste davvero servire le idee che oggi manifestate, e a esse risultare utili, per la più parte di voi un dignitoso ritiro a vita privata sarebbe la scelta migliore - e probabilmente gioverebbe anche a voi, sul lungo, in termini reputazionali.
Senza acrimonia, anzi con umana solidarietà per la vostra attuale difficile condizione

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