Dopo aver messo al centro della carta
d’intenti il rispetto degli impegni europei, con il risultato di piacere
agli establishment ma assai meno agli elettori, Bersani ha dedicato il
primo punto degli otto cui affida l’ardua impresa di formare un proprio
governo, a una ridiscussione dell’agenda europea stessa.
E’ senz’altro un passo avanti. Peccato
però che ad esso sia immediatamente seguito, nel rovesciamento del motto
popolare, il più classico dei due passi indietro. Dove il due si sposa
perfettamente con l’oggetto dell’ulteriore arretramento e cioè il voto
al Two Pack, cioè pacchetto di due. Cosa è? Sono i due Regolamenti
Europei ad ulteriore, stringentissima, definizione delle pratiche
tecnocratiche di imposizione dell’austerity, voluti dalla Commissione e
dal Consiglio e a cui è arrivato il voto favorevole del Parlamento
Europeo, Socialisti compresi e, per quanto concerne gli italiani, PD e
Pdl anche.
Il fatto che il si del PD sia arrivato
dopo il lancio degli otto punti, e della “nuova” linea contenuta nel
primo, la dice lunga sui problemi che ci sono ad un effettivo cambio di
prospettiva. Problemi che risulteranno aggravati proprio
dall’approvazione del Two Pack. Il quale, come dicevo, è composto di due
Regolamenti.
Il primo sostanzialmente estende a tutto
l’anno la supervisione dei bilanci nazionali da parte di Bruxelles, per
altro con un cambiamento sostanziale che modifica nel profondo le forme
democratiche e la natura delle scelte. Infatti ad oggi, per effetto del
precedente Six Pack, è stato instaurato il semestre europeo, che parte
da gennaio di ogni anno, e, nei fatti, stabilisce che la Governance
Europea, la quale dà gli indirizzi di austerità, supervisiona le leggi
di stabilità presentate in quei mesi dai vari Stati.
Ora invece, qui è la novità, entro
ottobre di ogni anno gli Stati devono mandare i propri documenti
finanziari a Bruxelles la quale ha il potere di correggerli lei stessa
se non li considera in linea con le proprie prescrizioni. Il diktat di
Bruxelles dunque si estende nel tempo e si rafforza in quanto non più di
indirizzo e controllo ma di vera e propria riscrittura!
Il secondo regolamento invece consiste
in un ulteriore inasprimento delle prescrizioni per i Paesi a deficit
particolarmente elevato.
Il Two Pack era rimasto parcheggiato per
qualche mese, in particolare per una qualche ostilità socialista. Ma
poi è arrivato il via libera con il più classico degli scambi cui il PSE
ci ha abituato. Si al Two Pack dopo una dichiarazione di Barroso e
Rehn, il Commissario finlandese agli affari economici, che si impegnano a
che ci sia un gruppo di studio di tecnici qualificati sugli eurobond
(come sempre) e sul cosiddetto “fondo di redenzione” e cioè il fondo che
dovrebbe servire per i Paesi eccedenti il 60% del debito il cui rientro
è prescritto dal Fiscal Compact. Si studia e si riporta nel marzo 2014!
Intanto si approva.
Al via libera al Two Pack manca ancora
l’ultimo timbro del Consiglio Europeo. E’ bene ricordare che essendo
Regolamenti entreranno subito in vigore senza necessità di atti di
recepimento da parte degli Stati.
Da qui, in tempi di consultazioni, le domande a chi vuol fare governi in Italia.
La prima è se si intende dare il via
libera al Two Pack al prossimo Consiglio Europeo o se non si ritenga che
per cominciare a ripensare l’austerità si debba evitare che si metta un
altro chiodo sulla bara.
Ne seguono almeno un altro paio. Siccome
il Fiscal Compact è già in vigore, si pensa di cominciare a versare già
ora le rate di rientro dal debito, una quarantina di miliardi, o si ha
la forza, e l’avvedutezza, di dichiararlo insostenibile? Mettendolo nero
su bianco sul documento di stabilità che va scritto ora in base alle
regole già esistenti.
Un ultima cosa è su Cipro. La Troika ha
fatto un disastro, con l’acquiescienza del Consiglio. L’Italia
continuerà a lasciare Cipro in mano alla Troika?
Mario Draghi ha scritto recentemente che
non bisogna preoccuparsi troppo dei problemi che si hanno a fare
governi perché c’è il pilota automatico. Ed è vero, purtroppo, come è
vero che molta parte delle norme costituenti una Europa tecnocratica
sono state già varate; così come molte misure che cambiano di segno alla
società, come quelle sulle pensioni o sul mercato del lavoro, sono già a
regime grazie a governi come quello di Monti.
Quello che appare però evidente è che il
pilota automatico sta portando i cittadini europei a sfracellarsi. Chi
pensa di provare a mettersi alla guida dell’aereo senza disattivarlo e
senza cambiare rotta non può certo pensare di salvarli.
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