mercoledì 20 marzo 2013

I PORTAVOCE AFONI

Due portavoce che si rifiutano di parlare con la stampa. Un'"originalità" di cui non si sentiva il bisogno e il segno di una difficoltà a dialogare. Andare in solitario sulla tastiera è molto più facile, no?
Claudio Messora, conosciuto in rete come Byoblu, fresco di nomina come consulente per la comunicazione del gruppo del Senato del M5S, ha deciso di entrare in silenzio stampa. Lo avrebbero "scandalizzato" alcune "malevole interpretazioni" delle sue dichiarazioni da parte dei giornalisti, Messora ha parlato di “macchina del fango” e, per evitare ulteriori strumentalizzazioni, ha deciso di non parlare più con la stampa.
Nel frattempo, è giunta un’identica dichiarazione del responsabile della comunicazione del gruppo della Camera, il frequentatore di trash-salotti televisivi ed ex Idv Daniele Martinelli. Nemmeno lui parlerà più con i giornalisti.
Il lancio di agenzia che riassume la situazione è laconico, ma abbastanza chiaro.

“Sono stato nominato consulente di un gruppo parlamentare e vengo trattato da giornali e tv come un addetto stampa che fa da megafono al Movimento”, rileva Martinelli. “Questi – dice riferendosi probabilmente ai giornalisti – non hanno ancora capito che saranno i deputati del Movimento a parlare della loro attività politica. Il mio compito è solo quello di ottimizzare la LORO comunicazione. La MIA comunicazione, è PERSONALE. Non è – precisa – quella del Movimento”. “Dunque, siccome le tivù e i giornali mi stanno spacciando come il Capezzone della situazione, scandagliano il mio blog in prima serata sulle reti Rai per lasciare intendere che le mie libere opinioni espresse nei post siano quelle del Movimento, ho deciso – annuncia, sempre dalla sua pa gina Facebook – che non parlerò più con nessuno. NESSUNA RADIO E NESSUNA TIVU’. I miei interlocutori saranno solo i deputati della Camera”. Contenuti e toni analoghi da Messora. “La macchina del fango è entrata subito in azione. In mancanza di una ben precisa notizia di crimine da addebitare, sono passati alla diffamazione creativa: usano titoli che poi gli stessi articoli richiamati smentiscono”, dice, anche lui dalla sua pagina Facebook, osservando che “i giornalisti onesti dovrebbero iniziare una guerra di liberazione da questi pseudo-omuncoli che sputtanano tutta la categoria”. “Se il Movimento Cinque Stelle non parla con nessuno (e d’ora in poi – annuncia lo stesso consulente grillino per la comunicazione del gruppo al Senato – neppure io) è solo colpa loro”.

Liberi di farlo, naturalmente. E conosciamo bene la difficoltà che i soggetti "non allineati" con la comunicazione mainstream incontrano. Sindacati di base, movimenti di lotta, forze politiche non parlamentari, soffrono da decenni l'ostracismo e la criminalizzazione, a volte; la deformazione delle proprie idee, sempre.
Però erano stati loro stessi, offrendosi ai giornalisti in vece dei "neofiti" inesperti, a confermare che quello sarebbe stato il loro ruolo. Bastava dire subito che, no, non parlavano a nome del movimento. Secondo però: non si capisce più a che cazzo servano due "filtri-controllori" che dovevano costituire l'interfaccia "autorizzata" tra stampa e "ingenui" (parola loro!) neoparlamentari.
Con un giro di valzer comunicativo, da portavoce si sono tramutati in "consulenti". Che naturamente parlano col committente, invece che con "i clienti". Il problema è che anche i parlamentari non parlano, se non con se stessi e tra loro. Mentre Grillo - non eletto, ma proprietario del "logo" che se non ce l'hai più torni a essere nessuno - parla al posto di tutti.
Contenti voi... Ma non ci venite a raccontare che "uno vale uno"...

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