di Checchino Antonini,
Il Movimento cinque Stelle inizia a scoprire che la politica ha dei
costi, dei tempi e dei saperi. La scoperta, per ora, lo vede
disorientato come l’homo erectus di fronte alla scoperta del fuoco.
Avvenne grazie a un albero incendiato da un fulmine o dalla lava
incandescente di un vulcano.
Ci vollero, poi, ben un milione e mezzo di anni prima che i nostri antenati imparassero a sfruttarlo meglio e a inaugurare l’età del bronzo. Per ora è ancora l’epoca delle facce di bronzo e la legislatura non durerà così a lungo.
Ci vollero, poi, ben un milione e mezzo di anni prima che i nostri antenati imparassero a sfruttarlo meglio e a inaugurare l’età del bronzo. Per ora è ancora l’epoca delle facce di bronzo e la legislatura non durerà così a lungo.
Per ora i parlamentari grillini sembrano costosi e improduttivi come
membri del billionaire, annaspano tra telefonate dei finti Vendola,
dichiarazioni choc su fascismo buono, aborto e articolo 18 cattivi,
vaccini che fanno diventare gay, microchip sottopelle, vorrebbero
assumere i fidanzati delle sorelle e pensano che la bouvette sia una
fumeria d’oppio quando invece sarebbe bastato consultare quel moderno
manuale delle giovani marmotte chiamato google per scoprire che è un
semplice bar interno a ritrovi o uffici pubblici. Certo non aiuta
l’endorsement di Mario Tuti, la “Primula nera”, condannato a due
ergastoli per l’omicidio di tre persone tra cui il brigadiere Leonardo
Falco e l’appuntato Giovanni Ceravolo, che ha dichiarato al settimanale
Oggi, quanto gli piace il MoVimento «se non altro perché alcuni dei
punti del suo programma sono i medesimi della Carta di Verona, della
Repubblica sociale italiana: penso alla socializzazione delle imprese,
all’abolizione dei sindacati, alla partecipazione dei lavoratori alla
gestione delle imprese. Di Beppe Grillo condivido appieno anche gli
attacchi alla casta e la sua apertura a Casa Pound. Alla fine di tutto,
però, penso che nemmeno loro ce la faranno a cambiare le cose. Quando
dicono: “Apriremo il Parlamento come una scatola di sardine”, io
rispondo: “Ma come pensate di poter entrare nel meccanismo della finanza
internazionale?”.
Stremato da tanta complessità, il loro capogruppo al Senato, Vito
Crimi, è diventato narcolettico in Aula a uso e consumo dei paparazzi.
Intanto non c’è traccia di proposte di legge a loro firma nei cassetti
delle due camere.
La scoperta più recente è che il gruppo non ha il personale adeguato
per presentarle. Lo confessa su facebook il neo deputato grillino
Adriano Zaccagnini, eletto nel Lazio, uno «che non avevo manco capito
che si chiamava bouvette, ma non avevo l’attenzione a dove mangiavo in
quei giorni». Mentre gli altri gruppi presentavano proposte di legge,
ossia compivano un pezzo del mandato elettorale, i grillini cercavano
esperti con appelli in rete, gente che sapesse mettere nero su bianco
correttamente una legge salvo scoprire che esiste un albo, una lista, di
persone competenti che si sono fatte le ossa negli uffici dei due rami
del parlamento dal ’93, spesso lavorando al nero in vari gruppi
parlamentari finché qualcuno nel 2006 non pensò di stabilizzarli o
almeno di impedire che esistessero sacche di sottolavoro là dove un
commesso guadagna come un manager. E proprio per non vanificare
l’esperienza, la competenza. A volte anche la passione. Tanto per
adoperare parole care al guru dei pentastelluti. Ma per i grillini lì
dentro si insinuano «persone di infima provenienza sono state mescolate
ad altre di grande professionalità». Certo, un parlamentare, com’è
giusto, ha la libertà di scegliere chiunque ma, se decidesse di non
avvalersi di quelle esperienze, dovrà farlo di tasca propria perché un
pezzo del finanziamento per il personale verrebbe decurtato. Al M5S
«spetta un contributo di 4,2 milioni euro. Ce lo decurteranno fino a
farci rimanere con poco meno di 1 milione, se non assumiamo il nostro
personale legislativo (drafting) e amministrativo da due liste». «Ci
decurtano 65mila euro a persona per ognuna delle 17 persone che dovremmo
obbligatoriamente assumere, roba da pazzi», strepita Zaccagnini che già
s’è scordato la foga del suo capo contro i costi della politica. Ora
Zaccagnini e i suoi quella lista ce l’hanno ma la Kasta ha giocato loro
un altro brutto scherzo: «essendo queste liste di nomi senza telefoni né
corredati di curricula siamo all’oscuro di chi sono e di come
assumerli».
A un mese dalle elezioni, dunque, non solo non hanno idea di come
scrivere le leggi ma nemmeno di come contattare qualcuno che li aiuti a
farlo. «Non conta la percentuale dello stipendio che vi riducete: ogni
euro che prendete è un euro di troppo, ogni percentuale di indennità che
tagliate è una percentuale troppo bassa, visto che non siete in grado
di svolgere il vostro principale mestiere», fa garbatamente notare il
blogger Absinthe dalle pagine di Libernazione.it.
da Globalist.it
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