sabato 30 marzo 2013

Le lacrime dei padroni sulle macerie del paese di Dino Greco, Liberazione.it




Il Sole 24 Ore si scrolla di dosso la compassata distanza dal Palazzo che ne ha sempre caratterizzato la cifra editoriale e passa all’attacco. Lo fa con un fondo del suo direttore, che chiede alla politica di uscire dallo stato di catatonica irresponsabilità che la vede incapace di dare un governo al paese e di sottrarsi al mantra europeo che recita, stupidamente, “austerità, austerità, austerità”. 
Peccato che sino a ieri Monti sia stato acclamato come il salvatore della patria. Lui e le sue politiche, rigorosamente incardinate nel dogma liberista del pareggio di bilancio e del più rigido contenimento del debito. Ma di questo nessuno ama ricordarsi. Come nessuno parla più della crociata contro il lavoro e contro il welfare a cui il governo “tecnico” ha consacrato i propri sforzi. Per anni questo è stato il solo filo conduttore dei governi, mentre la politica industriale latitava, la disoccupazione cresceva, la deflazione salariale abbatteva la capacità di spesa delle famiglie e il crollo della domanda interna rimbalzava sulla produzione industriale e poi, di nuovo, sull’occupazione. 
I padroni hanno incassato tutto ciò che poteva fare loro comodo: distruzione delle pensioni, soppressione dell’articolo 18, blocco della contrattazione collettiva, umiliazione del sindacato; e poi, ancora, indebolimento del sistema di protezione sociale, tagli alla sanità, all’istruzione, alla ricerca, all’assistenza. Quello che non avevano previsto è che il salasso avrebbe finito per devastare le già fragili basi strutturali del nostro modello di sviluppo. Accade così che gli stessi obiettivi proclamati dal governo Monti siano naufragati nelle nebbie di una generale depressione: il rapporto debito/pil corre verso il 140%, e pil in ulteriore caduta, mentre le imprese chiudono a grappoli, ammazzate dal credit crunch e dall’insolvenza delle pubbliche amministrazioni a loro volta strette nei vincoli del Patto di Maastricht. 
Di queste politiche, signori, siete i primi responsabili. Voi, il vostro personale politico, i vostri manager, i vostri cortigiani dovreste essere processati per crimini contro il paese che avete spolpato fino all’osso.

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