La proposta avanzata dall'onorevole Verini di trasformare il Primo
Maggio di Perugia in una sorta di union sacrée post-elettorale tra
lavoro ed impresa per sostenere il governo Letta è completamente da
respingere. Lo è tanto di più perchè per Verini a fondamento di questo
nuovo “patto” c'è la crisi, una crisi sociale ed economica le cui
origini negli ultimi venti anni, come noto però, non sono state e non
sono neutre. Il sistema politico maggioritario, l'avvio della
concertazione sindacale con la politica dei redditi e l'adesione
all'Europa delle banche hanno messo sotto attacco decenni di conquiste:
il lavoro è stato svalorizzato, il mercato finanziario è diventato il
vero sovrano al quale i governi hanno obbedito, una generazione vive
ormai ben peggio dei propri genitori, l’istruzione e la sanità, oltre
che l’acqua e gli altri servizi pubblici, sono stati potentemente
privatizzati. In altri termini il "patto" che propone Verini è già stato
sperimentato dai lavoratori ed ha avuto nel modello "marchionne" il suo
apice con l'aumento della disoccupazione, con la deregolamentazione e
la precarizzazione del lavoro. Ecco, riproporre l'idea “veltroniana” che
nella società non siano presenti interessi contrastanti non solo è
sbagliata, ma non corrisponde al vero. La modernità nasce proprio
quando viene riconosciuto ai lavoratori, come nella Costituzione
italiana, di essere portatori di un interesse.
Con l'avvio del governo Letta, per i contenuti e per i metodi della
sua formazione, sono invece evidenti gli ostacoli che impediscono ai
lavoratori di essere centrali nell’interesse del nostro paese. Tra
questi, quello principale è rappresentato dalla mancanza di democrazia
nei luoghi di lavoro, oltre al mantra di una competitività che ha
bisogno di un'ulteriore compressione di diritti e salario per consegnare
i lavoratori alla precarietà e ad una disoccupazione oramai a livelli
record anche in Umbria. Il Primo Maggio ci deve ricordare invece che tra
chi lavora per il salario e chi, invece, punta al profitto c’e’ un
abisso. Basti pensare che ancora non ci sono le risorse per le casse
integrazioni. Per questo serve una chiara e forte opposizione alla
continuità del governo Letta con le politiche economiche e sociali di
Monti che per i lavoratori hanno significato salari più bassi, meno
diritti e democrazia, vergognose riforme pensionistiche. Noi scegliamo
di stare da una parte, dalla parte dei lavoratori e nella società dalla
parte degli oppressi. A Verini vogliamo ricordare che quando si mette da
parte l’esigenza di rappresentare la parte più debole della società
vuole dire sostenere quella più forte. Per questo l'unico patto
possibile è rispettare gi articoli 1 e 41 della Costituzione.
Luciano Della Vecchia
Segretario Regionale Prc Umbria
Segretario Regionale Prc Umbria
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