Mentre
tutti parlano delle bombe di Boston, quando ancora non si sa nulla, ma
proprio nulla, su chi, come e perchè, mentre tutti parlano di banche, di
crisi, suicidi, governo, PDL, PD, Movimento 5 Stelle, elezioni del
Presidente della Repubblica, voglio andare controtendenza e parlare di
altro.
In
effetti, gli argomenti da trattare sarebbero tanti, come tante le
opinioni da esprimere, ma siamo davvero sicuri che siano quelle le cose
importanti? Beh, forse si, sono importanti. Ma, per esempio, 3 morti
americani a Boston, contro 60 bambini maciullati in Siria, quali sono i
più meritevoli di attenzione? O un attentato (Boston), contro 15 (solo
quelli di ieri) a Bagdad? C'è una scala di valori?
Per questa
pseudo cultura occidentale, certamente si. Alcuni morti hanno più
importanza di altri. Alcuni episodi vengono condannati, altri meno,
altri nemmeno considerati. Ed in questa morale autoreferente
occidentale, si scorda sempre più spesso che è il mondo intero a
soffrire, a vivere una crisi che non è solo economica, a vivere
situazioni orribili, sofferenze indicibili, soprusi, sfruttamento,
devastazione ambientale ed umana. Cose tutte il più delle volte causate,
volute ed alimentate proprio dal nostro “evoluto” occidente.
Perchè,
basta guardarsi intorno e scorgere la decadenza di una civiltà intera,
mentre il resto del mondo cerca disperatamente di mettersi al passo, di
imitare quella stessa civiltà, di ricalcarne i passi (accelerandone i
tempi), di ricreare situazioni, modelli sociali, mentalità. Ed una
intera civiltà, quella occidentale, oggi appare realmente in crisi. Ma
non per i debiti delle banche, i debiti pubblici, la corruzione, i
politici incapaci e asserviti. E' in crisi di valori, di prospettive, di
idealità, di fini.
Qual'è oggi lo scopo della civiltà occidentale?
Bella domanda.
L'unico
che appare, dai movimenti di capitali, dalle borse, dagli investimenti
delle multinazionali, dalle guerre in corso (per difendere ed ampliare
quegli interessi), dalle politiche sociali ed economiche che si portano
avanti, l'unico, è quello di continuare a garantire profitto e controllo
a chi detiene i cardini del sistema nelle proprie mani. Che non è
un'organizzazione alla “Spectre”, che si, si riunisce in circoli e
gruppi più o meno segreti, ma è in realtà una classe sociale ben
definita, sorta dalle ceneri di quella borghesia che Marx tanto
stigmatizzava. Una classe sociale di super ricchi che vantano posizioni
acquisite nel corso dei secoli di questo capitalismo occidentale che ha
infettato il mondo intero e che è diventata l'unica prospettiva
dell'organizzazione sociale a qualsiasi latitudine. Che tristezza!
E quanti,
quanti, anche in buona fede sono così ciecamente convinti che non ci
siano alternative! Quanti insistono nel dire che il capitalismo non solo
è inevitabile, ma necessario!
E quanto
pusillanimi e inconcludenti siano oggi i moderni Spartaco, lo vediamo
ogni giorno. Quanto assente sia l'elaborazione concettuale di un modello
alternativo! Quanto fermo e stagnante sia il dibattito su cosa, come e
quando fare quello che è necessario per cambiare, per dare una sterzata
importante a questo modo di produrre, di consumare, di gestire la
ricchezza, di distribuirla, di utilizzare le risorse! Come se
quest'ultimo fosse l'unico possibile. Come se non ci fossero
alternative.
E'
davvero possibile che, fallito il “socialismo reale” (unico tentativo
storicamente affermatesi di modello alternativo al capitalismo) sia
completamente naufragata con esso qualsiasi possibilità di costruire un
modello sociale ed economico diverso?
La
cosa davvero grave, del tempo in cui viviamo, non è tanto essersi
rassegnati a vivere sotto a questo regime economico, ma di considerarlo
come l'unica prospettiva del genere umano.
E' un po'
come convincersi che arrestare la ricerca scientifica alla scoperta
della penicillina, perché sembra impossibile trovare altro, sia una cosa
sensata da fare. Come fermarsi alla scoperta della macchina a vapore,
credendo che altre alternative tecniche non siano possibili. Come
fermarsi al treno, immaginando che poter costruire qualcosa che sia in
grado di volare e trasportare merci e passeggeri, sia utopistico.
In questo, si, davvero il capitalismo ha stravinto.Ha
completamente asservito ai suoi interessi, la classe intellettuale
mondiale e i pochi che cercano e tentano di sviscerare modelli e
proposte alternative, vengono zittiti dalla grancassa mediatica della
televisione, delle università, dei circoli culturali,
dell'intellettualità fraccomoda di questo tempo.
E'
un'epoca di decadenza, non solo perché il modello che abbiamo accettato
come l'unico possibile è distruttore di valori e di umanità, ma perché
con esso abbiamo rinunciato alla comprensione di quello che siamo e allo
scopo per il quale siamo venuti al mondo.
Rinunciando
alla ricerca di una prospettiva diversa per il genere umano, abbiamo
rinunciato alla nostra evoluzione, bloccandola e deprimendola dentro
schemi preconfezionati e autoreferenti assolutamente inaccettabili e
distruttivi.
Rinunciando
a pensare un mondo diverso, abbiamo rinunciato alla prospettiva di un
Uomo diverso, accettando come reale, immutabile la natura dell'uomo
venuta fuori da questi tre secoli di capitalismo. Considerando come
principi naturali l'egoismo, la cattiveria, la violenza, il sopruso,
abbiamo completamente abdicato come specie, non più soltanto come
civiltà, stato o nazione o classe sociale.
Tra
qualche secolo, coloro che di questa umanità sulla via
dell'autodistruzione si salveranno, non potranno che guardare al nostro
tempo con profonda tristezza e risentimento.
Questa è l'unica certezza che abbiamo, fidatevi.
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