domenica 28 aprile 2013

Enrico Letta e la sanità, se tanto mi da tanto…



Enrico Letta e la sanità, se tanto mi da tanto…
di Roberto Gramiccia -
Come ci informa Quotidiano Sanità opportunamente, Enrico Letta nel 2009, quando era responsabile nazionale welfare durante la segreteria Franceschini, ebbe a dire. “la sanità, come le pensioni, è finanziata a ripartizione. Sono, cioè, gli attivi a pagare per tutti. E come per le pensioni, dobbiamo scrivere un quadro di regole per la formazione di un pilastro privato complementare, tanto per la fiscalità quanto per il finanziamento degli strumenti”. Nell’occasione di questa esternazione, Letta fece riferimento all’incidenza dei problemi relativi all’invecchiamento e quindi – integriamo noi – alla cronicità, nell’economia generale di una sanità pubblica in crisi. La sottolineatura del peso economico e socio-sanitario della gestione dei problemi della terza età, in particolare della terza età fragile e marginalizzata dall’esclusione sociale e dalla povertà, ci trova d’accordo.
Ciò che non ci trova d’accordo è il ricorso a un pilastro privato complementare nella ristrutturazione dell’edificio della sanità pubblica che ha subito, negli ultimi anni, dei colpi mortali. Vorremmo informare Gianni Letta, vista la responsabilità che si accinge ad assumere, e i  ministri del Welfare e della Sanità che nel frattempo la Sanità pubblica è stata fatta pressoché a pezzi. Se la mannaia di altri due miliardi di ticket, come sembra, cadrà sulla sua testa, in Italia sarà economicamente più vantaggioso, per chi potrà farlo, curarsi privatamente che usufruendo del servizio pubblico. Non due, come si è sentito in questi  giorni, ma nove milioni e mezzo di persone hanno smesso di curarsi nel 2012 (dati Censis) perché non hanno più i soldi per farlo. Sommessamente, vorremmo informare il “nuovo che avanza” (Letta-Alfano-Berlusconi ecc.) che il SSN pubblico è già, tra servizi forniti in regime di accreditamento e aumento dei costi di quelli pubblici, praticamente sulla strada della privatizzazione. Altro che “pilastro privato complementare”.

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