Gli
strateghi del Nazareno non ne indovinano una. L'asso nella manica di Bersani si
è dimostrato un cavallo zoppo. Lo poteva prevedere, lo stato maggiore
democratico, vista la dimensione dei dissensi esplosi fragorosamente
nell'assemblea di ieri sera? Sì, lo poteva prevedere, ma il Pd è ormai una
centrifuga, nella quale convivono sempre più a fatica e confliggono fra loro
posizioni sempre meno conciliabili.
La svolta, in incubazione da tempo e a cui
ha lavorato con luciferina determinazione Giorgio Napolitano, ha riguardato la
scelta del “campo di gioco” entro il quale muovere la ricerca, non soltanto del
nuovo Presidente della Repubblica, ma anche quella, al dunque determinante,
della coalizione di governo. Tutte le chiacchiere sulla necessità di una
soluzione condivisa dall’intero arco parlamentare si sono dissolte come neve al
sole: la consistenza parlamentare ed il consenso elettorale del M5S è pari a
quella del Pdl. Si trattava dunque di scegliere da che parte stare e il Pd,
sciaguratamente, lo ha fatto, tagliandosi i ponti dietro le spalle e accettando
l’abbraccio mortale con Berlusconi, sino a ieri considerato da Bersani una
strada impraticabile.
La politica, per nostra fortuna, non è sempre riducibile
ai giochi di potere. E anche questa volta i fabbricatori di pentole hanno
dimostrato di non avere in mano i corrispondenti coperchi. Il fatto è che la
candidatura di Stefano Rodotà è una spina che il Pd faticherà a togliersi di
dosso: forte, giusta e autorevole di per sè, squaderna uno scenario possibile
che potrebbe mettere in off-side, in un sol colpo, i Berlusconi, i Monti, i
Casini e l'intero continente del Centrodestra. E rende impietoso il confronto
fra i candidati che si fronteggiano e gli schieramenti che li sostengono.
Difficile ora, per Bersani, tornare sull’altra sponda del fiume. Certo è che, a
fine corsa, il Pd non sarà più quello di prima. La parte mancina del gruppo
dirigente ma, ancor più sostanziosa, la base educata a dosi massicce di
antiberlusconismo non digerirà l’inciucio. Ed è bene che non lo faccia.
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