Dunque, riassumendo. Berlusconi usa Renzi per picchiare Bersani, che a
sua volta usa Berlusconi per picchiare tutti noi, e potrebbe anche
riuscirci, piazzando Amato al Quirinale. Berlusconi teme Renzi che
potrebbe portargli via molti voti in caso di elezioni.
Se le elezioni si allontanano Renzi diventa nervoso. Se si avvicinano
diventano nervosi tutti, cercano le larghe intese durante la settimana e
nel weekend organizzano adunate di popolo per insultarsi. A Renzi piace
Prodi, che Berlusconi teme come Superman teme la kryptonite. Però
Berlusconi riconosce di avere con Renzi qualche disegno comune, come
quello di “salvare” l’Italia dalla sinistra. Sinistra che, per non
perdere l’allenamento, si dilania ogni cinque minuti con regolarità
spaventosa, mentre tutti quelli di destra dicono che Renzi sarebbe
perfetto, Bersani no, e Renzi dice che Berlusconi gli accordi li fa con
Bersani e non con lui. Gli incontri politici si fanno nei palchi a
teatro, segno di modernità e di rinnovamento della politica in attesa
dei prossimi passi, tipo fumerie d’oppio clandestine e parcheggi
sotterranei.
Chi resiste alle larghe intese per il governo le vuole per il
Quirinale, chi le vuole per il governo spera di non fare un inciucio per
Quirinale, e nel dibattito entrano di prepotenza il carrello dell’Ikea
spinto dalla scorta della Finocchiaro, un candidato ottantenne come
Marini, il solito D’Alema acquattato nell’ombra che aspetta gli eventi.
La sua candidatura al colle è stata avanzata da Berlusconi. Che però nei
giorni passati ha avanzato anche altri nomi: il suo, quello di Gianni
Letta e quello di Bersani. In più, non è contrario ad Amato, ma vedrebbe
bene al colle anche il boia di Rostov, Gegia e una mezz’ala dello
Stoccarda purché non Prodi che l’ha battuto due volte alle elezioni,
anche se lui va in giro a dire di aver sempre vinto.
I Cinque Stelle sparigliano con la Gabanelli che tutti dicono, brava,
eh! Ma poi chi lo presenta Report? La Lega si spariglia da sola a
schiaffoni con Maroni contro Bossi, Bossi contro Zaia, Zaia contro
tutti, e i diamanti di Belsito che verranno restituiti ai leghisti più
meritevoli, sempre in attesa che i leghisti più meritevoli rendano agli
italiani quattro miliardi e mezzo di multe per le quote latte e altre
cosucce. In più ci sono: i giovani turchi, i cattolici del Pd,
parlandone da vivi, e Mario Monti che preme per una scelta condivisa
dimenticando che l’ultima scelta condivisa è stata lui, e se volete vi
faccio vedere i segni sul povero corpo del paese reale. Dispersi: quelli
che furono di Fini, i Fratelli d’Italia, Casini Pieferdi e altri
profughi. In cerca di scrittura, le seconde, terze e quarte file che
cercano un posto nei talk show dove i grillini non vanno (ne no si
incazza Grillo) e i leader non vanno (se no si incazzato tutti).
Poi ci sono Emma Bonino, che per uno strano gioco di specchi molti
pensano sia di sinistra, e Luciano Violante che lui, tutto da solo,
pensa che sia di sinistra. Poi c’è un po’ di aritmetica elementare, per
cui se la signora Fornero cerca un miliardo per la cassa integrazione
significa che ne servono almeno due. C’è Napolitano che lancia i suoi
ultimi moniti, i saggi che propongono novantasei possibili riforme
elettorali. E un paese stremato. Ecco finito. Ah, no! C’è pure
l’ambasciatore americano che dice “L’Italia troverà il modo per andare
avanti”. Ecco, ora c’è pure la ciliegina. Frullare, servire freddo e
gustare nella calura estiva durante le lunghe ore di disoccupazione.
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