domenica 2 febbraio 2014

Don't cry for me Cgil

Dal direttivo nazionale vengono via il vicepresidente e una delle componenti per aderire all'Usb. Effetti dell'accordo e segnali della crisi Cgil [di Checchino Antonini, Popoff.globalist.it]

L'accordo del 10 gennaio, con cui la Camusso - violando lo statuto Cgil - ha mandato in soffitta ogni residuo di autonomia e antagonismo, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Così, Maurizio Scarpa (vicepresidente del Direttivo Nazionale confederale CGIL) e Franca Peroni, componente dello stesso Direttivo, con una lettera inviata alla segretaria della confederazione, hanno formalizzato le loro dimissioni dagli incarichi e dalla Cgil. Contestualmente i due ex dirigenti sindacali Cgil hanno aderito all'Unione Sindacale di Base. Le motivazioni di questa scelta sono state approfondite pubblicamente prima in un'assemblea, poi in una conferenza stampa, che si sono svolte questa mattina a Roma, al Centro Congressi Cavour, alla presenza di molti rappresentanti e lavoratori, Cgil ed ex Cgil, provenienti da tutta Italia. Era da tempo che i due valutavano l'adesione all'USB «per sviluppare il progetto di costruzione di un sindacato di massa ed indipendente da padroni e partiti».

«L'accordo sulla rappresentanza è stata solo l'ultima goccia - ha spiegato Franca Peroni - in CGIL c'è stato un progressivo smottamento dei valori, una caduta profonda di autonomia, che ne ha mutato il codice genetico. In USB abbiamo visto un'organizzazione ben radicata nel mondo del lavoro. Ora è necessario ripartire dai bisogni reali, intrecciando le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici con quelle di chi lavoro non ha, per dare forza ad un progetto complessivo».

Per Scarpa: «Nel nostro Paese è in corso una svolta autoritaria in atto sia sul piano politico sia sindacale, che nega diritti e democrazia. La colpa più grande per un'organizzazione sindacale è quella di aver messo al centro gli interessi dell'impresa. É invece fondamentale restituire centralità e rappresentanza al mondo del lavoro e la strada maestra è la costruzione del sindacato di classe, che agisca su temi generali.

L'USB conferma che da mesi continua senza sosta l'afflusso di iscritti e rappresentanti provenienti dalla Cgil. E' un segnale della crisi vissuta dal sindacato di Corso Italia e rivelata anche da chi è rimasto dentro a dare battaglia come Giorgio Cremaschi e i suoi compagni di strada del documento congressuale alternativo: "Il sindacato è un'altra cosa".

E' dunque l'Usb il "sindacato che serve"? Per ora è certa la sua presenza trainante ovunque ci siano segnali di conflitto sociale, com'è avvenuto il 18 e il 19 ottobre scorsi.

Prossimo importante appuntamento di questo itinerario, l'assemblea nazionale sull'incostituzionalità dell'accordo sulla rappresentanza sottoscritto da Cgil Cisl Uil Confindustria, confronto organizzato dal Forum Diritti/Lavoro, dall'USB e dalla Rete 28 Aprile il prossimo 5 febbraio a Roma, sempre al Centro Congressi Cavour, in via Cavour 50 A dalle ore 15.30, a cui parteciperanno lavoratori, giuristi e costituzionalisti ed a cui sono invitate tutte le forze politiche e sociali che intendano contrapporsi alla svolta autoritaria in atto.

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