domenica 2 febbraio 2014

"Tsipras è l'occasione per spostare l'asse dal Nord al Sud Europa". Intervista a Roberto Musacchio






La candidatura di Tsipras nella sinistra europea è vissuta come un passaggio straordinario mentre in Italia c’è, a voler essere buoni, una interpretazione di bottega. Qual è il tuo pensiero?
Occorre una chiave di lettura dei problemi nodi della sinistra italiana, altrimenti non si accede mai al percorso verso una soluzione. I problemi sono di vario tipo e però tra questi non si può non sottolineare che noi siamo stati i primi ad essere stati sconfitti nell’impatto con la costruzione di una dimensione politica europea. Parlo sia dell’ambito istituzionale che per quanto riguarda il cammino della sinistra. A me sembra un paradosso, sinceramente. Siamo stati i primi, come sinistra, ad aver intuito che certi probemi avrebbero avuto nell’Europa la giusta dimensione per la ricerca di una soluzione. E poi non c’è dubbio che abbiamo contribuito a questa invenzione così importante come il partito della Sinistra europea. E però avendo colto che il tema era proprio quello non siamo risuciti a stare all’altezza della sfida. Avremmo dovuto pensare noi stessi fin da prima come una parte della politica europea anche nel processo di cambiamento di Rifondazione comunista. L’altro tema è contribuire alla costruzione delle piattaforme europee. C’è, infine, anche il tema della democrazia. La crisi democratica che misuriamo in Italia è maturata proprio nella cessione di sovranità venuta dall’Europa. Per uno come me che pensa che non possa esserci solo una dimensione nazionale della risposta questo ragionamento mi pare particolarmente utile per capire i nostri problemi in Italia. Negli altri paesi d’Europa non è che si sia andati così avanti ma da noi si sente di più. Non è un caso che da noi sembra potersi riaprire tutto con questa dimensione europea. Sulla crisi democratica italiana ha inciso Troika e austerità e la non capacita di battersi per la democrazia europea.
Come ha vissuto la Sinistra eurpea la candidatura di Tsipras?
Sono molto contento e soddisfatto del congresso di Madrid. Ritrovare una dimensione che è sicuramente senza esaltazione e mette insieme, però, una trentina di partiti, allargandosi a tutto il quadrante europeo e mettendosi in relazione ai movimenti sia sociali che sindacali, è un elemento innovativo. Il terreno è sì contro la Troika e l’austerity ma immediatamente collegato all’idea dell’altra Europa. Ecco, l’ho trovato un passaggio molto maturo. La candidatura di Tsipras è passata con l’84% dei consensi e questo non va dimenticato. Vorrei ricordare qui Lothar Bisky, che ha contributo tantissimo alla costruzione della Sinistra europea e sarebbe stato molto felice di questo passaggio e soprattutto assistere a un congresso maturo e molto generoso.
Da come l’hai posta tu, quindi, il percorso aperto dalla candidatura di Tsipras in realtà può dare tanto anche per la ricostruzione della sinistra?
Gran parte dei nostri problemi si sbloccano se ci rendiamo conto che non stiamo andando verso elezioni ma a solidarizzare in termini politici verso una esperienza quella greca che è ormai un elemento simbolico in senso forte. L’impegno di Tsipras è importantissimo in quanto sfida sul terreno dell’altra Europa gli altri soggetti di potere e lancia la sfida per cambiare la Grecia.
Beh, certo che veder spostare l’asse della sinistra europea dal centro al sud non è certo un passaggio da niente.
Proprio per sottolineare che la rifondazione della comunità europea dal Sud è un patrimonio imperdibile della sinistra, la Linke ha giocato un ruolo di primo piano. In Germania è molto difficile essere contro il patto corporativo tedesco. La capacità della Linke di essere fuori e contro gli aspetti deteriori di questo patto non solo ha comportato il voto contro l’austerity ma fuori dal modello del debito come colpa. E arriva al punto che loro dicono di volere Alexis Tsipras perché sentono che il suo ragionamento consente di fare la lotta per un’altra Germania e per un’altra Europa. L’asse franco-tedesco è esaurito come motore dell’Europa, in tutti i sensi. E l’idea mediterranea è il nuovo centro. Orami quel modello produce la riduzione del salario come via alla ripesa economica, come dimostra il caso Electrolux.
Cosa ha prodotto questa svolta secondo te?
Per me conta la connessione sentimentale, vecchio termine gramsciano per sottolineare la corrispondenza tra la politica e il vissuto della politica. Se noi ci mettiamo in sintonia con la battaglia di Tsipras, che è anche un’idea di società che si organizza, visto che lì hanno un ruolo attivo nelle scuole e nella filiera del consumo, entriamo in un ottica più fattiva e cooperante uscendo finalmente dal vicolo cieco dei conflitti sulla rappresentanza.
Con quale motivazione hai sottoscritto l'appello italiano di sostegno a Tsipras?
Ho sottoscritto l’appello italiano perché ci ho trovato questa connessione. Cioè una lettura e un vissuto molto simile al mio. Nell’appello c’è una lettura del perché siamo a questo punto con una critica radicale al partito popolare e al partito socialita europeo. A me pare che per come siamo messi in Italia, si tratta di provare a innovare e prendere atto delle difficoltà ch abbiamo maturato come vecchi corpi politici ed entrare in contatto con personaggi diversi da noi. Questo può aiutarci, come è sucesso con il referendum per l’acqua a fare una giusta battaglia. E’ quella esperienza che ci aiuta, e Tsipras aiuta anche noi. Davanti movimenti e società civile senza ignorare il resto, esattamente come è stato fatto nell’esperienza dei movimenti sull’acqua, contribuire cioè a un processo che interessa tutti. Poi dovremmo riaprire la discussione in Italia per fare ciò che sia simile a quello che c’è nel resto d’Europa. Noi siamo stati sconfitti anche da questa dimensione dell’Europa reale e il punto è come riusciamo a costruire una dimensione politica per arginarla. Questa formula lanciata dall’appello è anche legata alla situazione italiana che ha conosciuto diverse sconfitte perché negli altri paesi ci sono aggregazioni che hanno costruito una rappresentanza nuova.
Veniamo a Sel e alle formule poco chiare che ha utilizzato per mettersi in relazione con la candidatura di Tsipras.
Ci sono delle cose che ad un certo punto si realizzano nella realtà. L’applauso grandissimo alla candidatura di Tsipras parla da sé. Questo non vuol dire che tutti i problemi sono risolti. E’ chiaro che l’alveo del socialismo europeo non è una parte del problema ma il problema. Le larghe intese e l’austerity non lasciano spazi. Non è un caso che poi Shultz dica quelle cose su Merkel. Qui da noi siamo passati da Bersani a Renzi. Detto questo, ripeto, più di tutto questo però vale l’applauso per Alexis. Ci sono compagni e compagne che hanno voglia di fare le giuste battaglie. Seguite quell’applauso e facciamone un’occasione per ragionare.

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