La crisi ucraina
sembra non trovare soluzione. Continuano le manifestazioni
dell'opposizione mentre sono finora falliti i tentativi di trovare un
compromesso, benché il Presidente Yanukovych abbia fatto qualche
concessione alle forze politiche che rappresentano la piazza
"filo-europea". E' cresciuto il ruolo delle forze di estrema destra
ultranazionaliste e fasciste all'interno della protesta, mentre si
affaccia la possibilità di un intervento dell'Esercito per mettere fine
alla crisi.
La crisi politica
ucraina fa seguito al peggioramento della situazione economica aggravata
dal rischio di un default finanziario dello Stato, pericolo che ha
spinto Yanukovych a perseguire la soluzione più rapida e conveniente,
ovvero l'accordo con la Russia che ha garantito prestiti e sconti nel
pagamento delle forniture di energia, vitali per l'economia ucraina.
Il paese è
profondamente diviso tra le regioni occidentali che guardano all'Europa e
quelle orientali che hanno legami più profondi con il mondo russo. Ad
alimentare questa divisione intervengono da un lato l'Unione Europea e
gli Stati Uniti e dall'altra la Russia che hanno trasformato l'Ucraina
in una pedina del loro conflitto geopolitico anche a costo di portare il
Paese sempre più vicino al baratro della guerra civile.
La crisi ucraina ha
sollecitato interventi ed analisi in parte diverse. La Sinistra Europea
ha emesso un comunicato il 30 gennaio 2014 nel quale si chiede
all'Unione Europea e alla Russia di rispettare "il principio di non
interferenza" negli affari interni del Paese. Nei confronti dell'UE si
afferma che se si vuole mantenere una proposta di accordo all'Ucraina
occorre cambiarne i termini al fine di renderla utili ai cittadini e ai
lavoratori di quel Paese e quindi non può essere solo finalizzata
all'espansione del mercato e priva di fondi per la cooperazione.
Il governo di
Yanukovych viene criticato per non aver organizzato una consultazione
popolare in merito alla sottoscrizione o meno del'Accordo con l'Unione
Europea. La Sinistra Europea critica le misure repressive del Governo ma
lancia l'allarme anche verso la crescita di gruppi violenti
dell'estrema destra. "La strada giusta è quella della democrazia e della
soluzione pacifica". In questa direzione sono valutate favorevolmente
le proposte avanzate dal Partito Comunista Ucraino che chiede la tenuta
di un referendum sugli accordi internazionali, una riforma democratica
che riaffermi il carattere parlamentare del sistema democratico ed una
nuova legge elettorale parlamentare.
Nella stessa
direzione è orientata anche una dichiarazione del parlamentare europeo
della Linke tedesca e della Sinistra Europea Helmut Scholz il quale
critica il "sostegno unilaterale dell'UE alla cosiddetta opposizione
perché esso crea le basi per uno sbocco violento della crisi". L'UE
dovrebbe tener conto dei legami esistenti dall'Ucraina con lo spazio
economico eurasiatico. Scholtz sostiene le "richieste ragionevoli delle
forze di sinistra e dei movimenti civili ucraini". Questa dichiarazione è
stata ripresa e tradotta sul proprio sito dal Partito Comunista
Ucraino.
Il Partito
Comunista Francese, dal canto suo, è intervenuto con una dichiarazione
nella quale "invita le autorità legittimamente elette a scegliere la
strada del dialogo e non della repressione" e lancia anch'esso l'allarme
sul ruolo dell'estrema destra ultranazionalista. Per quanto riguarda le
scelte sull'integrazione regionale dell'Ucraina spetta alle istituzioni
rappresentative di quel paese decidere. Inoltre il PCF appoggia la
richiesta dei comunisti ucraini di sottoporre la questione ad un
referendum popolare. La dichiarazione del PCF è stata riportata sulla
pagina web del Kommunist, giornale del PC Ucraino.
Un'altra
dichiarazione sugli sviluppi della situazione in Ucraina è stata
pubblicata dal Partito comunista della Federazione Russa e sottoscritta
da altri partiti dell'ex Unione Sovietica (Bielorussia, Armenia,
Georgia, Moldavia, Kazkhstan, Azerbaijan e Transnistria) i quali
denunciano il ruolo crescente di elementi apertamente fascisti non solo
in Ucraina ma anche in altri paese dell'Europa orientale. La
persecuzione dei comunisti è segnalata come una delle prove di un
nascente fascismo, mentre i burattinai sarebbero gli stessi che sono
stati attivi in Yugoslavia, Georgia, Libia ed in altri paesi di Asia,
Africa, Medio Oriente, America Latina. Oltre al ruolo di politici
diplomatici occidentali, accusati di trattare l'Ucraina come una colonia
non come un Paese indipendente, viene puntato il dito contro l'azione
attiva di provocatori provenienti dalla Polonia e dagli Stati Baltici.I
partiti comunista dell'ex Unione Sovietica denunciano il "tentativo di
colpo di Stato" che sarebbe in atto in Ucraina (una formulazione questa
che non mi pare sia stata utilizzata dal PCU) ed esprimono la loro
solidarietà ai comunisti ucraini, senza però pronunciarsi nel merito
delle proposte avanzate da questo partito, come ha fatto invece la
Sinistra Europea.
Il Partito
Comunista Ucraino ha un peso reale nel Paese. Nelle ultime elezioni
parlamentari del 28 ottobre 2012 ha ottenuto 2.687.000 voti pari al
13,2% e ottenuto 32 seggi. In 5 regioni raccoglie più del 20% dei voti
ed è particolarmente forte in quella di Sebastopoli dove sfiora il 30%.
In alcune delle regioni più occidentali roccaforti dell'opposizione,
come quella di Leopoli, non arriva invece nemmeno al 2% dei voti.
Arseniy Yatseniuk, capogruppo parlamentare del partito "Patria", la cui
leader Yulia Timoschenko è attualmente in prigione, ha espresso la
volontà di approvare una legge che "metta al bando l'ideologia
comunista", una volta che l'opposizione arrivasse al potere.
Franco Ferrari
Nessun commento:
Posta un commento