Di Ciuenlai
Scuola – Primo il Governo non assume niente. La
regolarizzazione di oltre 100 mila precari è un atto dovuto per
l’applicazione di una sentenza del tribunale europeo, favorevole ai
precari. Di più, le 120 mila assunzioni sono solo la punta di un iceberg
del quale, ancora nessuno ha capito la grandezza. C’è chi parla di 300
mila e c’è chi arriva addirittura a 400 mila lavoratori coinvolti. Anche
i costi sono un rebus.
I Governo ha stanziato un miliardo nel 2015, ma tra
la messa in regola della prima tranche, ricorsi e indennizzi vari da
pagare, si stima che ci vorranno dai 4 ai 5 miliardi di euro. E il
Governo questa cifra non ce l’ha, anche perché spreca risorse per dare
soldi alla scuola paritaria, cioè alla Chiesa e affini. Da qui il rinvio
e lo scaricabarile delle responsabilità. Fino a ieri le Camere sono
state usate come un votificio a ritmi serrati, con sedute notturne.
Improvvisamente si scopre che bisogna coinvolgerle in un dibattito ampio
per ascoltare e, magari, prendere in considerazione chi ha delle
proposte da fare. La verità è che il Premier sente puzza di fallimento
su uno degli argomenti cardine del suo programma ad annunci e cerca, nel
migliore dei casi, “alleati” con i quali condividere l’insuccesso e,
nel peggiore, “imputati” sui quali scaricare tutte le responsabilità.
Intanto cominciano a vedersi anche le prime crepe tra i suoi “estimatori”.
Cominciano ad apparire i primi articoli che lo fanno apparire come la
gallina che “predica bene e razzola male”. Le spese pazze sono uno
scandalo se le fanno gli altri e sono invece un “dovere” quando le fa
lui. “Me lo chiede la sicurezza” si giustifica Renzi. Ma deve spiegare
come mai non lo chiede al primo rappresentante dello Stato (Sergio
Mattarella), che viaggia in tram, voli e treni di linea e invece lo
richiede al secondo (Matteo Renzi) che usa e noleggia aerei, elicotteri e
riapre aeroporti per andare a sciare. Del resto dice che la volpe perde
il pelo e non il vizio. Vi ricordate i 4 direttori generali della
Provincia di Firenze con annesse aragoste e caviale a volontà, oggetto
di una recente sentenza della Corte dei Conti?
Il governo va in confusione sulla scuola
di Lorenzo Bedin, Contropiano.org
Il premier Renzi è andato decisamente in affanno sulla
scuola. Il Consiglio dei Ministri di ieri, conclusosi dopo una
discussione durata fino a tarda sera, ha dovuto rinunciare all'ennesimo
decreto legge sulla "buona scuola" per adottare lo strumento del disegno
di legge, che prevede quindi la discussione e l'iter parlamentare. Una
decisione sicuramente migliore di quella originaria, ma che potrebbe
avere ripercussioni sull'assunzione dei 148mila insegnanti precari che
dovrebbero andare a coprire i buchi in organico nella pubblica
istruzione e che sono supportati da una sentenza della Corte Europea di
Giustizia. Renzi ha assicurato che le assunzioni dei precari “non
slitteranno” ma in molti hanno suonato la campanella d’allarme perchè si
rischia che con il disegno di legge non vi siano più i tempi tecnici
per l'assunzione entro settembre 2015, data di inizio del prossimo anno
scolastico.
“Vorrei essere chiaro, oggi la Giannini ha introdotto il testo, ai colleghi ministri" ha detto Renzi in conferenza stampa "Una settimana di tempo. Non c'è rischio che saltino le assunzioni, sia per i docenti delle GaE che delle GM. Ma al parlamento della Repubblica chiediamo tempi non biblici, che legiferi senza la necessaria richiesta del governo del decreto d'urgenza." Il renzicottero ha provato così a rilanciare come fa di solito: "Facciamo una scommessa, - ha concluso - lanciamo la palla al Parlamento. Martedì prossimo lanceremo il Ddl, il Parlamento ha il tempo sufficiente per procedere”. Ed anche il Ministro Giannini ha fatto riferimento al prossimo Consiglio dei Ministri: "Lo strumento legislativo per le assunzioni dei docenti lo decideremo martedì prossimo". "Per noi - ha concluso - le assunzioni sono una priorità e una urgenza. Quindi sarà uno strumento che consenta di ottenere questo risultato".
Ma intanto c'è qualcosa che non quadra. Ad esempio la bozza discussa ieri in Consiglio dei ministri, e illustrata dalla ministra Giannini, non sembra mantenere le promesse sui fondi stanziati. Nel testo su “La buona scuola”, infatti, si stanziava un miliardo per le nuove assunzioni mentre nella bozza si parla solo di 680 milioni, invece dei tre miliardi per gli anni successivi si stanziano circa 2,4 miliardi. Se, come al solito a dire l'ultima parola saranno i tecnici del Mef, sul piatto ci sarebbero meno fondi e dunque molti posti in meno rispetto ai 148 mila annunciati. Intanto vengono confermati dal governo i bonus e gli sconti per le scuole private, le quali tra finanziamenti statali e regionali, portano a casa ogni anno circa 800 milioni di euro sottratti dunque alla scuola pubblica.
Di fronte a questo pasticcio, è esplosa un pò ovunque la rabbia dei precari della scuola che potrebbero vedere ancora una volta – in tutto o in parte – disattese le proprie aspettative. Questa rabbia per ora si affida ai commenti sulla rete nei vari forum e siti dedicati alla scuola. Sul piano della mobilitazione probabilmente in molti attendono l'esito del prossimo Consiglio dei Ministri previsto per martedi della prossima settimana. Forse sarebbe meglio far sentire la propria voce prima, ma sul mondo del precariato della scuola pesa ancora una forte frammentazione che lo rende debole dal punto di vista del peso negoziale.
“Vorrei essere chiaro, oggi la Giannini ha introdotto il testo, ai colleghi ministri" ha detto Renzi in conferenza stampa "Una settimana di tempo. Non c'è rischio che saltino le assunzioni, sia per i docenti delle GaE che delle GM. Ma al parlamento della Repubblica chiediamo tempi non biblici, che legiferi senza la necessaria richiesta del governo del decreto d'urgenza." Il renzicottero ha provato così a rilanciare come fa di solito: "Facciamo una scommessa, - ha concluso - lanciamo la palla al Parlamento. Martedì prossimo lanceremo il Ddl, il Parlamento ha il tempo sufficiente per procedere”. Ed anche il Ministro Giannini ha fatto riferimento al prossimo Consiglio dei Ministri: "Lo strumento legislativo per le assunzioni dei docenti lo decideremo martedì prossimo". "Per noi - ha concluso - le assunzioni sono una priorità e una urgenza. Quindi sarà uno strumento che consenta di ottenere questo risultato".
Ma intanto c'è qualcosa che non quadra. Ad esempio la bozza discussa ieri in Consiglio dei ministri, e illustrata dalla ministra Giannini, non sembra mantenere le promesse sui fondi stanziati. Nel testo su “La buona scuola”, infatti, si stanziava un miliardo per le nuove assunzioni mentre nella bozza si parla solo di 680 milioni, invece dei tre miliardi per gli anni successivi si stanziano circa 2,4 miliardi. Se, come al solito a dire l'ultima parola saranno i tecnici del Mef, sul piatto ci sarebbero meno fondi e dunque molti posti in meno rispetto ai 148 mila annunciati. Intanto vengono confermati dal governo i bonus e gli sconti per le scuole private, le quali tra finanziamenti statali e regionali, portano a casa ogni anno circa 800 milioni di euro sottratti dunque alla scuola pubblica.
Di fronte a questo pasticcio, è esplosa un pò ovunque la rabbia dei precari della scuola che potrebbero vedere ancora una volta – in tutto o in parte – disattese le proprie aspettative. Questa rabbia per ora si affida ai commenti sulla rete nei vari forum e siti dedicati alla scuola. Sul piano della mobilitazione probabilmente in molti attendono l'esito del prossimo Consiglio dei Ministri previsto per martedi della prossima settimana. Forse sarebbe meglio far sentire la propria voce prima, ma sul mondo del precariato della scuola pesa ancora una forte frammentazione che lo rende debole dal punto di vista del peso negoziale.
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