Aveva fatto rumore, nove mesi fa, l’editoriale del Corriere
della Sera a firma del suo allora direttore Ferruccio De Bortoli. Tanto
rumore che da due settimane De Bortoli non è più il direttore del
Corriere. “Le controfigure renziane abbondano anche nella nuova
segreteria del Pd, quasi un partito personale, simile a quello del suo
antico rivale, l’ex Cavaliere” scriveva De Bortoli il 24 settembre dello scorso anno, “E
qui sorge l’interrogativo più spinoso. Il patto del Nazareno finirà per
eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica, forse a inizio
2015. Sarebbe opportuno conoscerne tutti i reali contenuti. Liberandolo
da vari sospetti (riguarda anche la Rai?) e, non ultimo, dallo stantio
odore di massoneria”.
Parole esplicite che devono essere costate care a De Bortoli. Da due
settimane infatti non è più il direttore del Corriere della Sera e prima
di andarsene ha lasciato scritto un editoriale niente affatto
indulgente verso Renzi né verso gli azionisti proprietari del Corriere.
Il principale quotidiano italiano non è estraneo - nella sua storia -
alle attenzioni e opa ostili delle lobby massoniche, quelle vere, quelle
che fanno male. Basta ricordare l'esplosione della vicenda della P2,
cui erano iscritti sia l'allora proprietario della maggioranza assoluta
del Corriere, Angelo Rizzoli, sia il direttore generale del gruppo, Bruno Tassan Din.
“Il Corriere non è stato il portavoce di nessuno, tantomeno dei
suoi troppi e litigiosi azionisti. Non ha fatto sconti al potere, nelle
sue varie forme, nemmeno a quello giudiziario. Ha giudicato i governi
sui fatti, senza amicizie, pregiudizi o secondi fini. E proprio per
questo è stato inviso e criticato”, ha rivendicato l’ormai ex direttore del Corriere della Sera. “Del giovane caudillo Renzi, che dire? Un maleducato di talento – prosegue De Bortoli
– il Corriere ha appoggiato le sue riforme economiche, utili al Paese,
ma ha diffidato fortemente del suo modo di interpretare il potere.
Disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche. Personalmente mi
auguro che Mattarella non firmi l’Italicum. Una legge sbagliata”.
Ora De Bortoli, che qualche sasso dalla scarpa se l'è tolto, è stato
defenestrato dal Corriere, Mattarella ha firmato l’Italicum, i “patti”
sono stati rispettati…. e il paese deve preoccuparsi seriamente del
blocco di potere che si è insediato al governo e nei principali mass
media, pubblici e privati. Ma sia la rimozione che il suo ultimo
editoriale sono stati pesantemente silenziati nel dibattito pubblico,
solitamente attentissimo a seguire qualsiasi odore di polemica,
foss'anche un semplice tweet. Fosse stato al governo Berlusconi i
girotondini sarebbero apparsi tarantolati come i Dervisci danzanti
(quelli che girano fino allo sfinimento e all’estasi), il Tg 3 e Rai
News 24 avrebbero ospitato commenti e dibattiti indignati, La Repubblica avrebbe scritto pagine di fuoco.
Niente di tutto questo, anzi. Fabio Fazio invece di De Bortoli ha ospitato il nuovo direttore del Corriere della Sera. Senza fare il minimo cenno alla scoppiettante chiusura di carriera del suo predecessore.
Forse dovremo cominciare a parlare di “masso-media”.
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