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Maggio 1915, l’Italia entra nella seconda guerra mondiale. Una giornata
tragica nella nostra storia: il “via” ad un immane massacro.
Contrariamente
a quanto fatto, nell’Agosto del 1914, dagli altri partiti socialisti
occidentali il Partito Socialista Italiano aveva votato contro, alla
Camera dei Deputati, i pieni poteri e i crediti di guerra concessi al
governo Salandra – Sonnino.
La
posizione dei socialisti italiani, che poi si tradurrà nella formula
“né aderire, né sabotare” e nella partecipazione alle conferenze
internazionali di Zimmerwald e Kienthal quale unico partito
ufficialmente rappresentato oltre a quello russo (gli altri esponenti
del socialismo europeo presenti in quelle assise lo furono a titolo
personale), originava da un serrato dibattito che si era svolto negli
anni precedenti.
Per
la sua pregnanza storica si pubblica di seguito l’ordine del giorno
Treves – Fasulo, approvato al congresso di Ancona (26-29 Marzo 1914) sul
problema degli armamenti e sulla posizione che i rappresentanti del PSI
avrebbero dovuto tenere alla prossimo congresso dell’Internazionale a
Vienna.
Siamo
alla vigilia dello scoppio del conflitto: l’eco degli spari di Sarajevo
appare ancora non prevedibile, ma in questo testo emergono elementi
molto precisi di una posizione politica di fondamentale importanza nella
storia del movimento operaio italiano.
Ecco il testo:
Il Congresso afferma:
che
l’antagonismo tra il socialismo e il militarismo è un’espressione
correlativa dell’antagonismo stesso che è tra il proletariato e la
borghesia capitalistica.
Che
il militarismo, indipendentemente dall’essere un sistema di coercizione
del proletariato, e di difesa del sistema capitalistico, risponde alle
vedute dell’accumulazione capitalistica; la quale, in questo periodo
della evoluzione sociale, o cerca nuove terre coloniali da sfruttare,
oppure cerca di investirsi in facili e lucrosi prestiti di Stato,
secondo il noto parallelismo fra l’aumento delle spese militari e
l’aumento dei debiti pubblici;
che
il proletariato, specialmente nei paesi più poveri di capitale, come
l’Italia, ha interesse di vita nell’avversare il militarismo, e per sé e
per i dispendi capitalistici che cagiona, sia espressi in forma di
fiscalità che aumentano il rincaro della vita, sia espressi in forma di
rarefazione del capitale applicato negli investimenti produttivi
dell’industria e del commercio, donde le crisi economiche, la
disoccupazione, l’emigrazione dei lavoratori.
Mentre si propone all’interno:
di
intensificare la propaganda e l’educazione delle masse e specialmente
della gioventù, intorno ai supposti principi opponendo costantemente gli
interessi solidali della internazionale del lavoro agli alzamenti
nazionalistici delle borghesie patriottarde.
E
mentre rinnova al Gruppo Socialista Parlamentare l’impegno di
continuare la più strenua opposizione ai crediti militari, coadiuvando
con l’azione attiva e diretta del proletariato organizzato.
Delibera:
a) Di
portare al congresso internazionale di Vienna un voto speciale per una
riorganizzazione del B.S. Internazionale diretta a dare a questo la
funzione specifica;
b) Di
promuovere una propaganda speciale tra le grandi Federazioni
Internazionali di mestiere per guadagnarle all’idea internazionale,
pacifista, antimilitarista e di agguerrirle per tutte le intese
pratiche, efficaci a rendere impossibili le guerre;
c) Di
effettuare in sistema rapido, suggestivo di informazioni reciproche
nella stampa internazionale sia borghese che socialista, e volta a
mostrare luminosamente la simultaneità e la contemporaneità del
movimento proletario internazionale antimilitarista nei diversi paesi,
in guida da eliminare ogni apprensione che il movimento possa indebolire
alcuno Stato a favore di alcun altro, e dare al mondo l’idea sensibile
della cospirazione attiva, imponente del proletariato organizzato contro
la guerra e il militarismo.
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