Elezioni Spagna, Podemos vince a Barcellona, a Madrid allenza con il Psoe. Rajoy primo, ma è crisi di voti
L’affermazione di Podemos alle elezioni amministrative
cambia il volto politico della Spagna. Con il piazzamento al terzo posto gli
ex-indignados stroncano il bipartitismo di Ppi e Psoe. A Madrid il partito di
Rajoy arriva primo ma per un solo seggio tallonato da Podemos. La protagonista
sara' l'ex magistrato Manuela Carmena, a capo della coalzione
sponsorizzata da Podemos (che si e' presentato sempre in colazione con altri
movimenti) "Ahora Madrid", che ha preso 20 seggi su 57, contro i 21
della rivale del Pp (che guidava la capitale dal 1991) Esperanza Aguirre.
Carmena dovra' chiedere l'appoggio del Psoe, terzo con 10 seggi. Quarti i
Ciudadanos di Alberto Rivera, con 6 seggi.
Podemos si è invece affermato più nettamente a Barcellona dove la lista
«Barcelona in Comu» che appoggia la candidata sindaco Ada Colau ha vinto le
elezioni con il 25,20% e 11 seggi su 41 del consiglio comunale. La lista
Barcelona in Comu è stata proposta da Ada Colau che è portavoce del movimento
contro gli sfratti (PAH) di Barcellona e non aderisce a nessun partito. Colau
ha studia a Milano nell'ambito del progetto Erasmus.
A questa proposta hanno aderito Izquierda Unida, Podemos, Iniciativa por
Cataluna e altre formazioni politiche minori oltre alle istanze del movimento
per la casa e di altri movimenti. Si tratta quindi di una iniziativa di
movimento che ha riunito tutte le forze della sinistra di alternativa su una
piattaforma chiara e senza lo scioglimento di nessuna di queste forze. A questo
risultato positivo si somma il risultato del CUP (sinistra radicale libertaria
ed indipendentista) che ha raggiunto il 7% e 3 consiglieri. “Vi è quindi una
affermazione delle forze di sinistra e di movimento – commenta il segretario
del Prc Paolo Ferrero sul suo profilo Fb - che a Barcellona riusciranno
probabilmente a governare la città (che data la legge elettorale spagnola
possono anche essere governate con governi di minoranza). Molte delle
elucubrazioni di repubblica su Podemos e sull'accordo con i socialisti mi
paiono quindi informazioni piuttosto distorte, a metà tra il desiderio e la
disinformazione interessata degli orfani prodiani di casa nostra”. Pablo
Iglesias, leader di Podemos, ha definito l'esito del voto come "il segno
del cambiamento politico" e "l'inizio della fine del partitismo"
in Spagna dove si sta vivendo "un cambiamento irreversibile" e
preannuncia la sfida al Partito Popolare del premier Rajoy alle politiche di
novembre.
Podemos si è invece affermato più nettamente a Barcellona dove la lista «Barcelona in Comu» che appoggia la candidata sindaco Ada Colau ha vinto le elezioni con il 25,20% e 11 seggi su 41 del consiglio comunale. La lista Barcelona in Comu è stata proposta da Ada Colau che è portavoce del movimento contro gli sfratti (PAH) di Barcellona e non aderisce a nessun partito. Colau ha studia a Milano nell'ambito del progetto Erasmus.
A questa proposta hanno aderito Izquierda Unida, Podemos, Iniciativa por Cataluna e altre formazioni politiche minori oltre alle istanze del movimento per la casa e di altri movimenti. Si tratta quindi di una iniziativa di movimento che ha riunito tutte le forze della sinistra di alternativa su una piattaforma chiara e senza lo scioglimento di nessuna di queste forze. A questo risultato positivo si somma il risultato del CUP (sinistra radicale libertaria ed indipendentista) che ha raggiunto il 7% e 3 consiglieri. “Vi è quindi una affermazione delle forze di sinistra e di movimento – commenta il segretario del Prc Paolo Ferrero sul suo profilo Fb - che a Barcellona riusciranno probabilmente a governare la città (che data la legge elettorale spagnola possono anche essere governate con governi di minoranza). Molte delle elucubrazioni di repubblica su Podemos e sull'accordo con i socialisti mi paiono quindi informazioni piuttosto distorte, a metà tra il desiderio e la disinformazione interessata degli orfani prodiani di casa nostra”. Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha definito l'esito del voto come "il segno del cambiamento politico" e "l'inizio della fine del partitismo" in Spagna dove si sta vivendo "un cambiamento irreversibile" e preannuncia la sfida al Partito Popolare del premier Rajoy alle politiche di novembre.
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