Da Vincenzo De Luca a Michele Emiliano. Cambiando l’ordine
degli aspiranti governatori, il Partito della Nazione non cambia.
Sussurrano nel Pd pugliese i vecchi “compagni”: “Emiliano è perfetto
come futuro sfidante di Renzi, perché ha stessa concezione del potere”.
Il perché è questo: “Emiliano ha già vinto: la destra è divisa, non ha
rivali. E lui che fa? Mette su due liste civiche 'Emiliano presidente' e
'Emiliano sindaco di Puglia'. Così i voti alla lista del Pd
diminuiscono e quando fa la giunta decide come vuole. E nelle sue liste
imbarca di tutto”. A partire dai “fascisti”.
Il caso più eclatante è quello di Eupreprio Curto,
candidato nella lista dei Popolari, uno che da giovane aveva la Fiamma
nel cuore, e dunque la tessera del Movimento sociale. Poi, da adulto,
Alleanza Nazionale nelle cui fila arrivò a Palazzo Madama. Quando Curto
venne beccato per aver fatto assumere 22 tra amici e parenti in un
concorso pubblico a Francavilla Fontana, la sua città, lui si difese
dicendo che i suoi parenti erano “meno del dieci per cento”. Un’altra
volta, sollecitato in tv da un finto faccendiere, si mise a disquisire
serenamente di tangenti. Ora sostiene Emiliano. Non è l’unico, tra i
“camerati” degli Anni Settanta.
A Foggia c’è Pippo Liscio, anche lui ex Msi e ex An, così come Antonio Martucci che invece è candidato a Taranto. Mentre a Lecce è candidato Paolo Pellegrino, che viene dalla destra, ma stava con Fini in Futuro e Libertà, di cui era coordinatore.
I
vecchi comunisti del Pd pugliese inorridiscono: “A vincere – dicono -
con questo sistema vinci, ma poi quando governi non cambi nulla. Quelli
oltre a essere impresentabili, una volta eletti, risponderanno agli
interessi che tutelavano prima”.
E a portare pesanti interessi ecco la
carica dei “riciclati” di Forza Italia. Il coordinatore delle liste
civiche di Emiliano, nella Provincia Bat (Barletta-Andria-Trani) è Francesco Spina,
che fino a qualche tempo fa era con Forza Italia e ora è iscritto
all’Udc. E fin qui sembra il classico “riciclo”. Ma Spina non è uno
qualunque. Mentre coordina le civiche a sostegno di Emiliano è sindaco
di Bisceglie in carica (con una coalizione di centro destra) e
presidente della Provincia Bat, sempre col centrodestra. E già così è
più ardita. Ma poiché Spina è un vero campione del trasformismo, va
oltre. E oltre a sostenere Emiliano (mentre governa col centrodestra),
nella stessa tornata elettorale a Trani e Andria, dove si vota per le
comunali, sostiene i candidati del centrodestra. Per Emiliano è tutto
normale. Anzi, è tutto nobile, tutta una questione di alti valori e
princìpi. Il vincitore annunciato ha presentato l’operazione in grande
stile, facendosi fotografare assieme a Spina davanti a una foto con
Berlinguer e Moro: “Sarei un pasticcione – dice Emiliano presentando il
patto a Bisceglie - soltanto perché ritento la strada del compromesso
storico, nel solco della storia di questo territorio, e questa volta con
buone probabilità di successo?”
È il partito della Nazione,
bellezza. Funziona così: pezzi di centrodestra si schierano col
vincitore annunciato, nello sconcerto della sinistra che si trova come
alleati gli avversari di un tempo. Al comune di Molfetta il sindaco
Paola Natalicchio, una di sinistra che non ha capito come funziona
ormai, si è infuriata, anche pubblicamente, con Emiliano quando ha visto
candidato a suo sostegno Saverio Tammarco, che a
Molfetta faceva il capogruppo di Forza Italia, all’opposizione (prima
sempre Tammarco era stato consigliere provinciale del Pdl in provincia
dei Bari).
Altro pezzo pesante del centrodestra passato con Emiliano è Fabrizio D’Addario.
Consigliere comunale a Bari nel 2009 nella lista di Simeone di Cagno
Abbrescia, nel 2010 si candida nella lista “I Pugliesi” con Rocco
Palese. La folgorazione sulla via di Emiliano (e del centrosinistra)
avviene quando – ancora consigliere comunale di centrodestra – D’Addario
diventa direttore generale di una municipalizzata del comune di Bari
che gestisce la rete gas, l’Amgas.
È una folgorazione analoga a quella
che ha colpito tal Giacomo Oliveri, che nel 2005 era
consigliere regionale di Forza Italia e oggi è il leader dei Moderati,
per cui – anche non essendo candidato – va in tv, concede interviste,
partecipa ai tavoli delle candidature. La folgorazione è legata alla
nomina di presidente della Multiservizi, la municipalizzata di Bari,
nomina avvenuta ad opera di Michele Emiliano.
È lungo l’elenco degli azzurri a sostegno di Emiliano. Tra i nomi più importanti quello di Tina Fiorentino, ex assessore col centrodestra ora candidata nella lista civica “La Puglia con Emiliano”. E soprattutto Anita Maurodinoia,
la casalinga di Triggiano diventata miss preferenze al Comune di Bari
lo scorso anno grazie al sostegno di Schittulli, oggi competitor di
Emiliano. Raccontano nel Pd locale: “Schittulli la considerava una
pupilla, ha litigato col mondo per farla eleggere alla città
metropolitano. Ora è passata al nemico del suo padre politico. E noi
abbiamo gli estranei in casa”. Ci sono anche quelli che vennero
candidati nella lista “Puglia prima di tutto”, di Tato Greco, che
divenne famosa per aver candidato nelle proprie liste Patrizia
D’Addario, la escort dei primi scandali sessuali di Silvio Berlusconi.
Come Natalino Mariella, che ha trovato ospitalità nella lista i Popolari (per Emiliano). A Foggia per Emiliano corre Luigi Damone, figlio dell’ex consigliere regionale Cecchino Damone che della Puglia prima di tutto era capogruppo.
Lo
schema Emiliano prevede che i riciclati vanno a ingrossare le liste
civiche per mietere messe di voti mentre gli indagati sono nel Partito
democratico, che sarà il più penalizzato. Ecco che nelle liste del Pd
troviamo candidato l’ex deputato leccese del Pds Ernesto Abaterusso,
chiamato a candidarsi da Emiliano al posto del figlio Gabriele
Abaterusso, condannato a due anni per bancarotta. Indagato anche il
consigliere uscente Michele Mazzarano (finanziamento
illecito ai partiti) nonché Donato Pentassuglia, assessore uscente della
giunta Vendola, a cui viene contestato il favoreggiamento nel maxi
dibattimento per i disastri provocati dall’Ilva. Ma forse c’è un caso
che dice tutto di come Michele Emiliano amministra la sua fabbrica del
consenso. Ad Altamura, provincia di Bari, Michele Emiliano ha concesso a
Luigi Lorusso, un candidato sindaco, di usare a
sostegno la sua lista “Puglia con Emiliano”. Niente di strano, si dirà.
Se non fosse che il suo avversario, Antonello Stigliano è del Partito
democratico. E dunque, avversari al Comune, corrono tutti per “Michele”
alle regionali. All’ombra del capo, ogni genere del trasformismo. Anche
nel tavoliere è nato il Partito della Nazione.
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