Imprenditori agricoltori, autotrasportatori, armatori: insomma
padroni e padroncini. A guidare la protesta che sta animando la Sicilia
in questi giorni sono i nomi e le storie politiche controverse di
uomini cresciuti all’ombra dei poteri forti, ascari di una classe
dirigente fallimentare (da Cuffaro in giù) che hanno deciso di mettersi
in proprio sfruttando il malcontento popolare nella migliore tradizione
gattopardista e con una passione comune: la morbosa aspirazione ad una
poltrona. Ecco chi sono i leader di Forza D’Urto e dei Forconi al netto
di miti e leggende:
Martino Morsello
Martino
Morsello, 57 anni di Marsala, ex imprenditore, già deus ex machina di
Altragricoltura’. E’ stato consigliere comunale a Marsala dal 1980 al
1993 e più volte Assessore per conto del Partito Socialista Italiano di Bettino Craxi.
Nel 2008 candidato all’Assemblea Regionale Siciliana per la lista degli
autonomisti a sostegno dell’attuale governatore della Regione
Siciliana, Raffaele Lombardo. Tra i punti del suo programma figurano anche i condoni previdenziali per le attività agricole artigianali ed industriali.
Ultimamente si è avvicinato a Forza Nuova partecipando, lo scorso 10
gennaio al congresso nazionale del movimento neofascista dove ha
dichiarato: “Forza Nuova, unico partito con cui interloquiamo”.
E’ titolare del dominio internet del movimento dei forconi e gestisce,
assieme alla figlia Antonella, dipendente di Forza Nuova di Terni, la
pagina Facebook del movimento.
MARIANO FERRO
Mariano Ferro, imprenditore agricolo di Avola, ex Forza Italia, ex Mpa con ambizioni in politica, candidato in passato alle amministrative, a sindaco di Avola e poi alla Camera, ma senza successo.
E’ intervenuto all’assemblea regionale del Mpa di Raffaele Lombardo
(che ha sostenuto alle ultime regionali), svoltasi al Palaghiaccio di
Catania il 25 e 26 giugno 2011.
GIUSEPPE RICHICHI
Giuseppe
Richichi, 62 anni, da un ventennio alla guida degli autotrasportatori
dell’Aias: ex trasportatore, è tra i responsabili di un consorzio che
gestisce un autoparco a Catania realizzato con fondi pubblici. Fu
proprio Richichi, dodici anni fa, a mettersi a capo della protesta che
per una settimana mise in ginocchio la Sicilia. In quell’occasione
Richichi, molto abile a tenere i rapporti con la politica tanto ottenere
consulenze che all’assessorato regionale ai Trasporti col governo
Cuffaro, finì in carcere con l’accusa di avere tagliato le gomme ad alcuni tir per impedire che aggirassero la protesta,
all’epoca ribattezzata ‘tir selvaggio”. Assieme a lui furono arrestati
altri due membri dell’associazione, tra cui Nunzio Di Bella, 49 anni,
altro storico leader degli autotrasportatori.
Se questa è rivoluzione.
Fonte: http://violapost.wordpress.com
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