Siamo
felici che si moltiplichino gli appelli perché anche in Italia ci sia
una lista a sostegno della candidatura di Alexsis Tsipras quale prossimo
presidente della Commissione Europea. Crediamo che ci sia l’esigenza di
dare voce a un’opposizione popolare e di sinistra, non residuale, alle
disastrose politiche neoliberiste che ci stanno impoverendo tutte e
tutti.
Crediamo
che per avere successo sia necessario che non si ripetano le disastrose
esperienze della Sinistra Arcobaleno e di Rivoluzione Civile. È
importante che si avvii subito un percorso collettivo e partecipato.
Purtroppo c’è già stato qualche pessimo segnale in senso contrario.
In
particolare non ci piace vedere come qualcuno, giocando a fare il
leader, si stia appropriando del progetto dettando regole e condizioni
su chi ci può essere e chi non ci può essere. Nessuno si deve arrogare
il diritto di decidere per tutti e tutte noi o di fare liste di
proscrizione. Né intellettuali, né giornalisti, né accademici, né
politici. Nessuno. Se vogliamo avere successo.
Vogliamo
essere chiari. Non ci piace giocare all’anti-politica, ad inseguire
Grillo. Saremmo solo una brutta copia dell’originale. Senza speranza.
Ad
esempio, qualcuno ci dovrebbe spiegare perché non possiamo decidere di
candidare alcune delle donne e degli uomini che in questi ultimi dieci
anni hanno svolto con passione e con merito ruoli di rappresentanza
politica, mentre sarebbero accettabili professori universitari o
giornalisti, quando tutti sappiamo molto bene come funzionano i concorsi
accademici in Italia o come avviene la selezione per diventare
intellettuale di punta nei maggiori quotidiani italiani.
Ma
non per questo chiediamo l’esclusione di chi ha vinto un concorso
universitario o ha scritto un editoriale su un grande giornale negli
ultimi dieci anni! E poi perché dieci anni? Era più dignitoso essere
stati parlamentari ai tempi di Craxi?
Non
vorremmo che accada di nuovo ciò che è accaduto ad esempio con
Rivoluzione Civile. Trovare le scuse e inventare regole per escludere
candidate e candidati scelti dalla base, ma invisi a chi si appropria di
un progetto collettivo. Tutto ciò porterebbe solo all’ennesima
sconfitta.
Vogliamo
evitare che l’occasione che abbiamo davanti, trasformare le elezioni
europee nella possibilità di rilanciare anche in Italia una sinistra di
opposizione e utile per la vita di tutti, sia sprecata perché qualcuno
se ne sta appropriando.
Non
crediamo che basta firmare un appello per potersi auto-nominare
“Comitato dei Garanti” o “Comitato Promotore” della lista a sostegno di
Tsipras. Non ha senso soddisfare l’egocentrismo di qualche
intellettuale, con il risultato di una certezza, che tale atteggiamento
sia prodromico all’ennesimo disastro elettorale. Vogliamo costruire un
progetto che parli a milioni di donne e uomini non a una ristretta
minoranza. Quindi chiediamo a chi sta costruendo un progetto tutto
autoreferenziale di fermarsi e di ricominciare tutti e tutte insieme.
Per favore non bruciate anche questa occasione, abbiamo voluto parlare
subito chiaro perché non c’è tempo, anzi per molti aspetti è già tardi,
con tutto il rischio che invece di un progetto politico di lungo
respiro, questa lista appaia solo come una ennesima ammucchiata
elettorale o un espediente dei tanti fallimentari e già provati.
Organizziamo
subito assemblee e primarie di massa per scegliere i candidati in ogni
circoscrizione. Sarebbe un segnale forte, ben più visibile di appelli
che girano sempre tra le stesse persone o in circoli ristretti.
Tutti
e tutte sono candidabili. Unico vincolo; non aver sostenuto in passato
politiche neoliberiste e impegnarsi, in caso di elezione, ad iscriversi
al Gruppo del GUE, il gruppo unitario della sinistra antiliberista e
antimperialista in Europa. Con un ordine in lista in base al risultato
delle primarie, tanto per evitare di litigare e perdere altro tempo.
Davide Rossi
direttore Centro Studi “Anna Seghers”
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