Mi
piacerebbe conoscere le tane. Le tane mentali intendo, i ripari tessuti
cucendo assieme gli alibi raccolti sul bordo della strada. Mi
piacerebbe sapere dov’è finita tutta la gente che vedeva Berlusconi come
fumo negli occhi per la democrazia e magari scendeva pure in piazza
contro il tycoon. Dove sono quelli che festeggiavano l’uscita del
cavaliere giubilato da Palazzo Chigi, che si scandalizzavano per la
nipote di Mubarak e le notti di Arcore? Dove sono le donne di se non ora
quando? dove sono queli che si stracciavano le vesti per il conflitto
di interessi o le leggi ad personam? Dov’è il Pd che ancora in novembre
denunciava “la deriva di Berlusconi” come “un pericolo per le istituzioni“?
Ora Silvio entrerà da vincitore morale nella sede del partito ex
avversario, siederà in compagnia di Letta zio di fronte alla foto in cui
Castro e il Che giocano a golf, messa lì probabilmente da Veltroni a
testimoniare che anche i rivoluzionari amano i giochi scemi da ricchi e
dentro questa atmosfera , il padrino e il figlioccio Renzi firmeranno un
patto elettorale, si daranno da fare per sistemare i loro affari di
casta, assicurarsi che nulla cambi in questo Paese che al porcellum
segua un qualche altro prodotto suinicolo in grado di confermare
l’oligarchia di fatto anche stravolgendone le istituzioni. Cade una
finzione e l’annuncio è stato dato in Tv come si conviene a un regime
mediatico.
Ma mi chiedo anche in quali tane se stiano nascosti quelli che sono
andati a votare il sindaco di Firenze alle primarie. Fingono di non
respirare pensando che comunque questo frutterà loro una bella rendita
di presenza e di clientela? Si, dico lo scrittorucolo gigione di
partito, nato da famiglia strabaricca, pompato e pompante,
l’intellettuale da tessera, la gentina da festival delle idee, la
cretineria sociale in abito di gala cosa dice? Tanto più che il Renzi
come un Calandrino a sua insaputa gli ha già dato dei coglioni davanti
al pubblico delle invasioni barbariche, effettivamente tali, dicendo: “Chi
ha votato per me lo ha fatto non perché si è innamorato di me ma lo ha
fatto nella logica dell’ultima spiaggia. Hanno detto:
proviamo Renzi perché poi ci resta solo il Mago Otelma”.
Oddio non so se sia meglio Otelma o il cartomante di Firenze, la gara
è aperta, ma certo grattando la pesante biacca della falsa modestia da
infinocchiatore di provincia, è come dire avete votato l’ultima scartina
disponibile e siete proprio fessi a presentarmi come l’uomo nuovo, a
fingere di credere in un cambiamento reale, a pensare che far casino
equivalga a trasformazione. Tanto più che la scartina è disponibile a
che cosa? A fare finalmente il patto con il grande nemico che diventa a
tutti gli effetti il grande amico dopo essere stato di volta in volta un
alleato per necessità e poi un alleato scelto contro ogni cambiamento. E
la cosa non viene certo a sorpresa: nel giugno del 2012, l’Espresso ora
venduto nel bar di Renzi per suprema volontà del suo editore e per
necessità di bilancio di Sorgenia, riferiva con enfasi e quasi con
indignazione il piano segreto del Cavaliere, poi compiutosi e intitolato
“la rosa tricolore”: “Un piano in tre mosse. Primo, azzerare
l’attuale Pdl, considerato in blocco «non riformabile» insieme a tutti i
suoi dirigenti (con un singolare eccezione: Denis Verdini). Secondo, costruire un network di liste di genere (donne, giovani, imprenditori) tutte precedute dal logo “Forza”. E,
infine, l’idea più clamorosa: candidare un premier a sorpresa, pescato
come nel calcio mercato dalla squadra avversaria: non Luca Cordero di
Montezemolo né Corrado Passera né tantomeno il povero Angelino Alfano.
Ma il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi, oggi candidato in pectore
alle primarie del Pd.”
Alla fine tutto si è realizzato: il Pd è di sinistra come Ruby è la nipote di Mubarak. E Renzi un segretario elegante.
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