domenica 19 gennaio 2014

ALLA RADIO RACCONTANO CHE C'E' LA RIPRESA. E' UN GROSSOLANO IMBROGLIO di Joseph Halevi



Oggi durante tutta la giornata la radio (terzo programma RAI) non ha fatto che ripetere che ci sono segnali di ripresa ecc dicendo che ciò emerge dall'ultimo Bollettino della Banca d'Italia.
A pagina 17 del suddetto Bollettino appare la tavola 2 che ricapitola i dati.
Intanto i dati arrivano al terzo trimestre del 2013 mentre gli annunci radio parlano come se fossero del quarto. Il dato per il pil si ferma al secondo semestre ed è negativo rispetto al periodo precedente.
Per il terzo trimestre tutte le poste rilevanti per l'occupazione sono negative ad eccezione della formazione di scorte e delle esportazioni ma quest'ultime, cioè la domanda estera netta, non danno un segno positivo alla variazione del pil.
Come si può imbrogliare il pubblico in maniera così grossolana?
Andate a pagina 17 e verificate voi.
Il tutto viene fatto dipendere da una lievissima inversione nella produzione industriale ma ancora negativa. Cioè se passi da -2 a -1 sei cresciuto, per così dire (vedere figura 15, pagina 18 del Bollettino).

2.1 la fase ciclica
La prolungata caduta del PIL italiano in atto dall’estate del 2011 si è arrestata nel terzo trimestre del 2013. Nei mesi più recenti sono emersi segnali coerenti di una moderata crescita dell’attivit economica. La produzione industriale sarebb aumentata nel quarto trimestre, sospinta soprattutto dalla domanda estera. Nonostante il miglioramento del clima di fiducia delle imprese, sulla ripresa continuano a gravare la fragilità del mercato del lavoro, che frena l’espansione del reddito disponibile, e l’andamento del credito.
 
 Nel terzo trimestre del 2013
il PIL si è stabilizzato, interrompendo una flessione che si protraeva dall’estate del 2011 (fig. 14 e tav. 2).
Nella scorsa estate il valore aggiunto ha segnato un modesto rialzo nell’industria in senso stretto; si è arrestato il calo nelle costruzioni e nei servizi.
Il principale apporto positivo alla crescita è venuto dalla variazione delle scorte di magazzino (fig. 14), che includono la ricostituzione del capitale circolante, ma anche le discrepanze statistiche, verosimilmente più accentuate in una fase di incertezza.
Al calo dei consumi (-0,2 per cento), più contenuto nel confronto con i trimestri precedenti, si è associata una contrazione degli investimenti in beni strumentali (-1,2 per cento), dopo il rialzo segnato in primavera, e una stabilizzazione di quelli in costruzioni. Sono cresciute le esportazioni, mentre le importazioni sono fortemente aumentate, dopo una flessione durata dieci trimestri consecutivi.
 
 
Secondo gli indicatori congiunturali è verosimile che il prodotto sia aumentato in misura modesta 
nell’ultimotrimestre del 2013. Alla perdurante debolezza della domanda interna, che risente della fragilità del mercato del lavoro e dell’andamento fiacco del reddito disponibile, si contrappone un quadro dell’attività industriale più positivo. In dicembre la fiducia delle imprese è nuovamente salita, sia pure in misura contenuta; anche l’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) del settore manifatturiero è cresciuto, mantenendosi al di sopra della soglia compatibile con l’espansione dell’attività per il sesto mese consecutivo. Secondo le nostre stime, la produzione industriale
sarebbe aumentata nel quarto trimestre. Dal mese di settembre l’inflazione al consumo sui dodici mesi (misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA) si è portata sotto l’1 per cento, collocandosi allo 0,7 in dicembre (cfr. il riquadro: Il recente andamento dell’inflazione).
Nello stesso mese l’inflazione al netto delle componenti più volatili è scesa a un livello storicamente basso (0,9 per cento, da 1,1 in novembre).

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