Il re è nudo. Renzi si svela, anche agli occhi annebbiati di quanti
avevano voluto dargli fiducia: l'incontro con il pregiudicato e
condannato e pluri-inquisito Berlusconi, era già un dato inquietante di
per sè. La conferenza di chiusura tenuta poco fa da Renzi aggrava
l'inquietudine e la fa diventare disperazione: la "profonda" e
"importante" sintonia tra le proposte politico-istituzionali del PD
renziano e quelle di Forza Italia, dichiarata da un Renzi compostamente
entusiasta del suo "face tu face" con il Cav., il contenuto di tale
sintonia, fanno rifulgere nella sua luce più intensa quanti danni abbia
fatto al Paese una classe politica che da Occhetto a Mario Segni, da
Craxi a Berlusconi, ha fatto della "governabilità" la sua chiave di
volta per dare un futuro all'Italia. La governabilità, figlia del
"decisionismo", a scapito della democrazia, con la foglia di fico della
pseudo-democrazia delle "primarie", ha portato all'oggi. Il
berlusconismo trionfa. Matteo appare oggi il vero erede di Silvio: le
tre proposte su cui si profila l'intesa PD-FI sono agghiaccianti. Ne
riparleremo nel dettaglio. Segnalo ora almeno una perla del Renzi: la
proposta di cambiare il ruolo del Senato (trasformato nella cosiddetta
"Camera delle autonomie", un'altra greve balordaggine), sarebbe (Renzi
dixit) la "grande riforma costituzionale... attesa da 70 [settanta]
anni". Peccato che la Carta costituzionale, discussa tra il 1946 e il
1947, sia entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Come dire, ancora prima
di partorirla, i Padri costituenti stavano pensando di cambiarla. Che
pena. Largo alla nuova ignoranza. E non dite che è un lapsus, per
favore!
Post scriptum - Chi a sinistra pensa che si possa fare accordi con questo PD, farà bene a svegliarsi.
Post scriptum - Chi a sinistra pensa che si possa fare accordi con questo PD, farà bene a svegliarsi.
Renzi e Berlusconi per eliminare la "rappresentanza"
Redazione Contropiano
Se il progetto politico è
quello di eliminare il pluralismo politico, allora non c'è diavolo che
tenga. Il temuto e sgangherato incontro tra Matteo Renzi e Berlusconi ha
chiarito esattamente su cosa i “principali partiti” - o come preferite
chiamare questa aggregazioni – si trovano perfettamente allineati.
"C'e' una profonda
sintonia sulla legge elettorale verso un modello che favorisca la
governabilità, il bipolarismo e che elimini il potere di ricatto dei
partiti più piccoli. Su questo tema abbiamo condiviso l'apertura ad
altre forze politiche di scrivere questo testo di legge che per quanto
ci riguarda; se nelle prossime ore saranno verificati tutti i dettagli,
presenteremo il tutto alla direzione del Pd affinché voti lunedì alle
16".
Renzi ha sintetizzato così
“la ciccia” del passaggio politico che si va affrontando in questo
paese. Con alle spalle una sentenza della Corte Costituzionale che
smantella il “porcellum” proprio sui punti centrali del “bipolarismo
forzoso” - liste bloccate senza preferenza e premio di maggioranza senza
limiti – i due complici si sono ritrovati perfettamente d'accordo nel
proporre una legge elettorale ancora più incostituzionale. Il problema è
infatti quello di eliminare la rappresentanza politica. Esattamente
come l'”accordo interconfederale” tra Cgil-Cisl-Uil e Confindustria mira
a eliminare la rappresentanza sindacale.
Parliamo qui ovviamente
della rappresentanza effettiva di interessi sociali, abilitati dunque a
selezionare e proporre dei “delegati” incaricati di difenderli e imporli
nella complessa opera conflittuale chiamata “democrazia”. Al contrario,
questo tipo di “classe dirigente”, espressione diretta delle politiche
della Troika (Renzi) e dei poteri più arretrati e oscuri della società
italiana (Berlusconi), si vanno accordando per imporre un vero e proprio
regime politico in cui “dal basso” non possa più filtrare alcun input o
figura di riferimento. È chiaro infatti che ogni proposta mirante ad
“eliminare il potere di ricatto dei partiti più piccoli” è in realtà un
muro fortificato contro ogni possibilità che “piccoli partiti crescano”.
Ed è abbastanza ovvio che ogni nuovo partito politico, ogni nuova
visione emergente, specie se espressione dei ceti popolari sfruttati,
sia all'inizio un “piccolo partito” con prospettive di crescita.
Basterebbe già questa
considerazione “strutturale” per demolire gran parte dell'”ansia
elettoralistica” che ancora pervade i residui della “sinistra radicale”,
che va decomponendosi una tornata elettorale dopo l'altra nell'inutile
sforzo di tornare in Parlamento. Se poi ci aggiungiamo la
“trasformazione del Senato in camera delle autonomie, con la clausola
che i suoi membri ''non percepiscano indennità e che non vi sia una loro
elezione diretta'', capiamo senza sforzo che – come nel caso nelle
province - si punta esplicitamente a ridurre al minimo le istituzioni
“rappresentative”, sostituendole con organismi “amministrativi”. Che
obbediscono senza sforzo o frizione alle direttive “centrali”
(provenienti dall'Unione Europea o dall'esecutivo nazionale”.
Berlusconi ha confermato in pieno questa lettura delle “riforme
istituzionali” in gestazione dettando a sua volta una nota: "L'accordo
con Renzi prevede una nuova legge elettorale che porti al consolidamento
dei grandi partiti in un'ottica di semplificazione dello scenario
politico". "Insieme, abbiamo auspicato che tutte le forze politiche
possano dare il loro fattivo contributo in Parlamento alla rapida
approvazione della legge, che speriamo possa essere largamente
condivisa", “ho garantito al Segretario Renzi che Forza Italia appoggerà
in Parlamento le riforme".
“Semplificare” è la parola d'ordine della Terza Repubblica. Sia in
politica che nelle relazioni industriali. Si potrebbe anche tradurre in
"non disturbate il manovratore".
Per ora non si ha però traccia di uno schema di legge elettorale.
Pare che delle tre proposte avanzate da Renzi il Cavaliere preferisca il
cosiddetto “modello spagnolo”, ma la certezza si avrà solo nei prossimi
giorni.
L'iniziativa ha comunque sconvolto buona parte della “base del Pd”,
che ha reagito manifestando contro il proprio partito davanti alla sede
nazionale. Tanto che Renzi è dovuto passare da un ingresso laterale.
Mentre Berlusconi è stato accolto dai manifestanti che gridavano
'vergogna, vergogna' e 'non si tratta con i criminali'. Sono state
lanciate anche alcune uova, che hanno raggiunto l'auto del Caimano..
Il gioco del resto è
semplice: se si elimina “il fastidio” della rappresentanza politica, poi
– a chi subisce le scelte dei governi – non resta che farsi sentire in
altro modo.
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