martedì 14 gennaio 2014

Legge elettorale come scelta di campo Di ilsimplicissimus


download (2)Le motivazioni della Consulta non sono certo sorprendenti e se si eccettua il riferimento alle liste bloccate corte, apertura a un sistema spagnolo peraltro di difficile e ambigua adozione da noi, i dati del problema rimangono quelli di prima: il rispetto di una Costituzione orientata alla rappresentatività piuttosto che alla governabilità. Dando per accertato che un sistema elettorale può facilmente avvilire la prima, senza per questo ottenere l’altra. E difatti l’Italia è stata governata – nel bene e nel male – assai più stabilmente quando aveva un sistema che avrebbe dovuto favorire l’instabilità ed è divenuta invece instabile quando si è cominciato a marciare sulla strada del bipolarismo, sia pure anomalo e disastrato dai conflitti di interesse.
Del resto a voler essere furbi bisognerebbe notare che il Paese in assoluto più stabile e di successo nel continente è proprio quello che ha il sistema più proporzionale di tutti. Che dire, è forse proprio per questo che il sistema tedesco non è nemmeno esposto sulle bancarelle delle varie leggi proposte: forse potrebbe essere il migliore per il Paese, ma è di certo il peggiore per le attuali caste dirigenti che ormai non vedono altro che il proprio ombelico e la propria auto referenzialità. In ogni caso il bipolarismo sta ormai esaurendo le sue carte un po’ dappertutto e per vari motivi.
Il principale è che la dialettica tra governabilità e rappresentatività ha assunto un significato diverso rispetto al passato nel quale si scontravano visioni politiche realmente alternative: oggi governabilità ha sostanzialmente il significato di obbedienza al mercato e ai suoi desiderata, diktat, ricatti e potentati, esaurendo in questa adesione al pensiero unico gran parte del suo significato politico al di là delle sigle e delle collocazioni tradizionali, mentre la rappresentanza assume spesso quello della resistenza a tutto ciò sia pure da posizioni diversissime e spesso contrastanti. La prima ha tutto il sapore di una stabilità etero guidata da interessi che definirei globali e ideologici prima ancora che europei, la seconda è invece assai più radicata negli interessi nazionali che tuttavia, a dispetto di certi internazionalismi a scatto automatico, sono ancora portatori unici dei diritti effettivi di cittadinanza e in definitiva della democrazia.
Dunque la scelta di un sistema elettorale orientato alla governabilità o alla rappresentatività a parte ogni altra considerazione, è in questo contesto, anche un modo per “diminuire la democrazia” escludendo di fatto gli elettori o al contrario per mantenerne una qualche sostanza oltre alle forme. E non so da un punto di vista pragmatico quanto una scelta di tipo bipolare possa garantire i suoi stessi scopi, almeno quelli ufficiali. Ma in ogni caso non è solo una legge elettorale ciò di cui si discute, ma dopo quasi un quarto di secolo di illusioni e inganni, una scelta di campo.

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