giovedì 13 novembre 2014

Informazione, tutto il marcio minuto per minuto di Ciuenlai


Ormai siamo all’orgia della propaganda. Ieri i media, senza vergogna, hanno rimbalzato e praticato, come se niente fosse il postulato cinematografico che dice “ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale”. Provo a fare un piccolo riassuntino dell’ inventometro quotidiano:

L’ART. 18? E’ ABROGATO MA NON DITELO A NESSUNO
Ieri ennesima puntata delle virgole tra minoranza e maggioranza Pd. Poi alla fine trapela che la virgola è stata trovata: I casi di licenziamento per motivi disciplinari verranno elencati. Il testo si può votare con grande sollievo di Cuperlo e “compagni”. Ma questi signori non dicono che verrà abolito l’unico articolo che teneva ancora in piedi uno straccio di tutela. Quello sui licenziamenti economici. Adesso si potranno fare i licenziamenti individuali per motivi economici che, anche se considerati insussistenti dal giudice, danno diritto ad un semplice indennizzo. Traduco. Se una donna viene licenziata perchè non l’ha data al padrone, basta che questo dichiari che è avvenuto è per motivi economici e il reintegro non c’è più. Domanda: pensate che ci sia in giro qualche pirla di padrone che dichiarerà di aver licenziato per motivi discriminatori o disciplinari? Chi parla ancora di art. 18 è un giuda;

LA LEGGE ELETTORALE COME DISTRAZIONE
Non appena le notizie economiche dimostrano che va sempre peggio, rispuntano, per  confortare gli italiani e , soprattutto distrarli dai loro incubi , rispuntano le riforme istituzionali. Stavolta è toccato a quella elettorale con una serie di incontri, “sub sudice” (perché Berlusconi essendo carcerato deve avere il permesso dei magistrati per uscire di casa) che, naturalmente alla fine suggellano il grande accordo. Invece serviva solo a coprire gli insuccessi del Governo. Non è una congettura , lo dicono gli stessi protagonisti. I titoli a 8 colonne sparano la grande intesa e poi sotto si legge che per cose fondamentali come preferenze, soglie e premio alla lista, si va in aula. A Roma direbbero Accordo de che? Vedrete che ai prossimi dato negativi sull’economia rispunterà la riforma del Senato e quella del titolo quinto che ora dormono in Parlamento in attesa di ritornare utili alla propaganda.
E sui contenuti ancora una galleria di bugie. Si dice che vengono reintrodotte le preferenze e vengono nominati solo (notare il solo) i capilista. Balle! Allora 100 collegi, 100 capilista per ogni partito. Vediamo in ogni collegio Pd, Destra e Ms5 ne eleggono almeno uno. E già fa trecento nominati. Avendo abbassato le soglie di sbarramento la Lega, Ncd, la sinistra , Fratelli D‘Italia e quanto fa partitino manderanno a Montecitorio più di 100 parlamentari, tutti rigorosamente capilista. E fa 400 e passa nominati contro 200 “coglioni” che spenderanno soldi, tempo e tanto denaro per farsi eleggere. Il tutto in omaggio ai cultori delle pari opportunità. E in ogni caso avremo una camera a larga maggioranza di nominati e un Senato completamente nominato dalle regioni. Il dubbio resta sempre lo stesso. Perché votare?
Le soglie scendono al 3% (ma forse alla fine sarà il 4%). Ma perché le soglie? In tutti i sistemi elettorali di questo mondo esiste la regola dell’uno o dell’altro. Se c’è il premio di maggioranza , avendo garantito la governablità, non ci sono le soglie o viceversa. Se si adoperano entrambi si da il via ad un doppio premio di maggioranza che favorisce i grandi partiti. Di democratico non c’è nulla. E ritorna il dubbio Perché votare?

IL SONDAGGIO AL ROVESCIO – La Swg ha fatto uscire un sondaggio che da origine a questo titolo “Il 70% degli elettori del Pd sta con Renzi e no con la Camuso”. E giù commenti che dicono che l’elettorato di sinistra ormai è contro il sindacato ecc. ecc. Altra balla. Perché il sondaggio bisogna leggerlo tutto. I numeri si ribaltano infatti ,. Non solo tra l’elettorato di grillo che era scontato, ma nella cosiddetta “zona grigia” cioè di quelli che non votano o votano “strano”. I conti alla fine dicono che la maggioranza della popolazione sta con la Cgil. E questo vuol dire una sola cosa; che è cambiato profondamente l’elettorato del Pd, nel quale prevale un orientamento di destra. Quelli di sinistra se ne stanno andando, quelli di Berlusconi arrivano in massa, come la partecipazione a certe cene dimostra. Ma la notizia è Pd (quindi sinistra) contro Camuso e di conseguenza contro Cgil, senza chiedersi come mai un sindacato, gestito coi piedi, continui a mobilitare milioni di persone;

LO SCIOPERO “VACANZA” – A dimostrazione della svolta autoritaria e di destra del Pd ci sono anche i commenti sullo sciopero generale indetto dalla stessa Cgil. “L’hanno dichiarato il 5 dicembre, così fanno il ponte dell’immacolata”, hanno dichiarato piduini di fede renziana, senza il minimo rispetto per lavoratori divorati dalla crisi, per quali aderire e perdere un giorno di lavoro significa stringere ancora di più la cinghia. Quelli i ponti non li fanno mai, perché non hanno i soldi per permetterseli. Una vergogna, che la stampa ha riportato a grandi titoli per evidenziare il distacco dei nuovi democratici dal sindacato, e io direi dalla sinistra e dal mondo del lavoro.

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