Siamo
sconcertati per il degrado politico culturale in cui si è arenata la
sinistra di classe e antagonista. Le organizzazioni politiche in cui
molti di noi hanno militato e militano sono oramai ridotte a campetti di
battaglia in difesa di microrticelli oramai inutili e profondamente
respingenti di qualsiasi interesse collettivo.
Eppure
c'è necessità e urgenza di avere un soggetto politico di sinistra, che
faccia la sinistra, che sia in grado di tornare a dare un senso alla
sua utilità, al suo essere incisivo e determinante per cambiare il
destino di milioni di soggetti sociali deboli ed oppressi dal potere
costituito.
Questo
processo politico non passa per aggregati elettorali, per sommatorie di
sigle o ancora peggio per accordi tra vertici di correnti o partiti.
Questo processo passa per una rivoluzione culturale, che ricolloca al
centro del progetto la ricostruzione della coscienza di classe,
l'orgoglio di appartenenza alla classe sfruttata che ribellandosi da la
scalata al cielo.
Daremo
il nostro contributo dando vita al movimento politico culturale
"contropotere" perché non è più il tempo di assistere indifferenti alla
deriva di destra in cui stanno scivolando le classi subalterne, non è
più il tempo di concorrere allo sfascio delle Istituzioni democratiche
attraverso accordi elettorali con il centrosinistra per mantenere il
loro potere. Oggi è tempo di fermarsi, di non pensare alle prossime
elezioni, (almeno per qualche anno) di ripartire da una nuova idea di
rivoluzione culturale che coincide con la ricostruzione della coscienza e
della lotta di classe. Dobbiamo sconfiggere fascismo e qualunquismo
attraverso la cultura, Gramsci stesso ci indicava la strada della
conoscenza per l'emancipazione e la liberazione delle classi subalterne.
Non abbiamo Gramsci, ma i suoi insegnamenti si. Nei prossimi mesi, la
crisi avrà gli epiloghi più duri e lo scontro sociale si farà sempre più
cruento. Dobbiamo provarci ad indirizzare l'esito dello scontro ed
incontrare il nuovo soggetto politico di sinistra il cui unico obiettivo
deve essere la fuoriuscita dal capitalismo .
Marco
Nesci, Italo Di Sabato, Ennio Plauto Terenzio, Marco Sferini, Sergio
Triglia, Maurizio Natale, Ilia Grasso, Tito Griffini, Silvio
Bertilorenzi, Dario Arkel,
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