Regionali: Sel non va alle primarie ma sostiene Cofferati di cui, a sinistra, si ricordano le gesta legalitarie da sindaco. Ma il dilemma è se essere sinistra o centrosinistra
Sel rompe anche in Liguria il fragile guscio della lista Tsipras (almeno finché questa esperienza non scioglierà a sua volta le ambiguità sul rapporto col Pd) e sosterrà Cofferati, ma non parteciperà alle Primarie del Pd per scegliere il candidato per le prossime regionali.
Sembra non ci sia pace per la Liguria che, dopo avere subito tre alluvioni, ora deve vivere lo psicodramma delle primarie. Quando i giochi sembravano ormai fatti e i candidati alla presidenza della regione scesi in campo: da una parte Raffaella Paita, candidata burlandiana, prima che renziana e dall’altra Sergio Cofferati, ex sindacalista e ora deputato europeo di area dem, il PD mette in campo Sara Di Paolo, renziana della prima ora ma legata al deputato Lorenzo Basso (nella segreteria è responsabile del settore economia) e dulcis in fundo, l’annuncio è di qualche giorno fa, potrebbe ritornare in gioco anche il ministro Andrea Orlando, in realtà quest’ultima ipotesi è meno probabile, insomma tanto rumore per nulla, visto che Godot, come lo chiamano in questa terra non sembra proprio deciso a buttarsi.
In tutto questo balletto di nomi, l’unica buona notizia è la decisione di spostare la data delle primarie dal 21 dicembre all’11 gennaio. Sembra che da Roma abbiamo capito che dopo tre alluvioni i cittadini non avrebbero preso con molto entusiasmo l’idea di andare alla consultazione sotto Natale. Soprattutto per primarie che ad oggi sono solo piddicentriche, dal momento che Sel ha dichiarato l’appoggio a Cofferati ma al di fuori del percorso delle primarie e gli altri non sono pervenuti. Certamente l’arrivo di Cofferati ha sparigliato le carte e tutto quel mondo di società civile e partiti che ruota intorno alla neonata Rete a sinistra ha iniziato a muoversi, pur non rilasciando nessuna dichiarazione di merito.
Nell’attesa che il quadro si definisca, la Rete a sinistra con un comunicato firmato da Lista Doria, PD area Civati, PdCI, Rifondazione comunista, Sel, Altra Liguria, Arci, Comunità San Benedetto ha chiesto ai futuri candidati alla presidenza della regione Liguria di “adottare la riforma approvata dalla regione Toscana atta a frenare il consumo di nuovo suolo e a promuovere e valorizzare il patrimonio territoriale e paesaggistico”. La legge approvata dalla regione Toscana è all’avanguardia per quello che riguarda la salvaguardia e la tutela del territorio in quanto mette dei paletti allo sviluppo selvaggio e alla cementificazione del territorio, cioè quanto successo in Liguria negli ultimi trent’anni. Tra i punti della legge i più qualificanti sono: vincolo di inedificabilità totale sui terreni agricoli e in aree esterne al territorio urbanizzato, la promozione del riuso e del recupero edilizio, la salvaguardia del territorio rurale al fine di promuovere il riuso e la riqualificazione delle aree urbane degradate.
Nell’attesa che parta la campagna elettorale – in realtà la Paita è già in corsa da otto mesi… la palla passa ai futuri candidati, che in quanto a politiche ambientali e urbanistiche, non si può proprio dire abbiano un curriculum di grande spessore.
Quanto a Cofferati il partito di Vendola si dice solo «parzialmente soddisfatto» per le scelte programmatiche del partito renziano: «A seconda di chi prevarrà nelle Primarie ci appare evidente che si avranno su questi temi – che per noi sono elementi cruciali di giudizio – prospettive radicalmente diverse e fra loro alternative». Insomma, se vincesse Cofferati, secondo Sel, si potrebbe «riaprire la partita della ricostruzione nella nostra Regione di un autentico e rinnovato centrosinistra da proporre alle regionali» altrimenti, come spiega il segretario regionale Angelo Chiaramonte, dalle colonne del Corriere Mercantile, «il partito si riserva libertà d’azione». Significa che l’unica regione in cui Sel – obtorto collo – potrebbe correre contro il Pd potrebbe essere la Liguria?
Questa salda certezza su Cofferati deriverebbe dalle dichiarazioni del “Cinese” «in merito alla necessità di voltare pagina rispetto al sistema di potere che ha retto il governo della Liguria in questo decennio e alla sua dichiarata volontà di non coinvolgere in una futura coalizione forze organizzate di centrodestra anche “mascherate” in liste civiche».
COFFERATI SCERIFFO DI BOLOGNA
«Su urbanistica, privatizzazioni, modello economico neoliberista, tra Raffella Paita e Sergio Cofferati, non ci sono differenze visibili», dice invece Antonio Bruno, capogruppo a Tursi per la Federazione della sinistra, che esercita la memoria per ricordare la triste stagione di Cofferati, all’indomani del trionfo del Circo Massimo, come sindaco di Bologna intossicato dalla stessa idea di legalità che affiora dalle labbra dei Salvini di turno.
«La svolta autoritaria e conservatrice dell’allora sindaco di Bologna Cofferati culminò in contestazioni da parte di collettivi di sinistra cittadini e scontri davanti al palazzo del Comune dove si erano dati appuntamento un paio di centinaia di giovani per chiedere al sindaco di essere ascoltati. I dimostranti lamentavano “il furto degli affitti” e l’assenza, dicono, di misure democratiche per affrontare la questione. Gli agenti di polizia e i carabinieri in tenuta antisommossa hanno bloccato i giovani che, al grido di ‘Cofferati fascista’ hanno cercato di forzare il blocco, mentre la portavoce del gruppo chiedeva che i poliziotti facessero passare una delegazione. I manifestanti non hanno accettato, osservando che si stava di fatto chiudendo al pubblico il Comune. Uno di loro ha mostrato una ruspa-giocattolo, sostenendo che volevano “solo consegnare un giocattolo a Cofferati”. Alla fine la polizia ha caricato i manifestanti e tre persone (di cui due ragazze) più il segretario provinciale di Rifondazione Tiziano Loreti, sono rimaste ferite».
La ruspa giocattolo era un riferimento agli sgomberi delle baracche abusive sul Lungoreno, in terreni di proprietà degli stessi poverissimi rumeni, ordinate da Cofferati. Poco prima che iniziassero gli scontri, Cofferati era intervenuto in consiglio comunale ricordando che le leggi vanno rispettate, compresa la Bossi-Fini.
La ruspa giocattolo era un riferimento agli sgomberi delle baracche abusive sul Lungoreno, in terreni di proprietà degli stessi poverissimi rumeni, ordinate da Cofferati. Poco prima che iniziassero gli scontri, Cofferati era intervenuto in consiglio comunale ricordando che le leggi vanno rispettate, compresa la Bossi-Fini.
Eppure solo dieci giorni prima di questo endorsement a Cofferati, persone e gruppi (compresi esponenti di Sel) che vogliono continuare l’esperienza della Lista Tsipras s’erano incontrate in una sala di Sampierdarena per costruire un ambito di lavoro aperto e inclusivo alternativo al “Burlandismo” inteso come sistema di potere che coniuga politiche di privatizzazione servizi pubblici, cementificazione del territorio, politiche del lavoro favorevoli alle multinazionali. In ballo c’è un’alleanza lavoro-ambiente-territori, e alcune campagne (ripubblicizzazione del servizio idrico, contro il trattato TTIP che espropria le amministrazioni locali in nome della libera concorrenza, per il patto NEW DEAL per l’Europa che propone politiche di rilancio ecocompatibili dell’economia).
E’ stato approvato formalmente un appello per la presenza elettorale unitaria di una sinistra antiliberista alle prossime elezioni regionali ma la scelta di avere, per ora, i piedi in due scarpe, potrebbe logorare le relazioni tra l’Altra Liguria e altri pezzi della rete della sinistra locale.
E’ stato approvato formalmente un appello per la presenza elettorale unitaria di una sinistra antiliberista alle prossime elezioni regionali ma la scelta di avere, per ora, i piedi in due scarpe, potrebbe logorare le relazioni tra l’Altra Liguria e altri pezzi della rete della sinistra locale.
IL PATTO DELLA LANTERNA
La stampa locale ha parlato anche di un “Patto della Lanterna”, promosso da civatiani, Sel, pezzi di Rifondazione che da tempo vorrebbero rientrare nell’orbita del centrosinistra, un esponente della Comunità di San Benedetto, Megu Chionetti. Pare dai giornali che lo scopo del Patto sia “incidere profondamente sul programma elettorale delle Primarie”. «Siamo il trattino che unisce la parola centro e la parola sinistra», insistono i civatiani. Dal Patto resterebbero fuori Antonio Bruno e almeno un paio di consiglieri tra Lista Doria e Sel e buona parte dei movimenti sociali.
Il dilemma è sempre lo stesso: a sinistra per i diritti e i beni comuni o a sinistra di chi attacca diritti, territorio e beni comuni?
ROSA CELLA
da Popoffquotidiano
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