La vicenda greca sta arrivando alla sua conclusione
formale e all'apertura di una fase del tutto nuova sia per il paese che
per l'Europa.
Alla Grecia viene imposto un trattamento paragonabile alle
riparazioni di guerra decise a Versailles nel 1919 nei confronti della
Germania; riparazioni che la popolazione tedesca non poteva pagare. Che
Berlino fosse responsabile dello scoppio del conflitto, per altro
interimperialistico, non conta, così come non conta che Atene o Roma
abbiano «speso» troppi denari pubblici. Rimborsare il debito attraverso
tagli e austerità fa crollare la società ed elimina le condizioni stesse
del rimborso. Keynes lo capì benissimo e scrisse un famoso libretto di
analisi e di denuncia. L'Europa che ha prodotto i Monti e i Papademos è
spazzata dallo stesso perfido vento irrazionale che la caratterizzò nel
periodo interbellico: francesi e inglesi volevano i pagamenti da parte
della Germania e gli Usa volevano che gli europei pagassero i crediti di
guerra erogati da Washington, spingendo Londra e Parigi ad aumentare la
pressione sulla Germania di Weimar. Furono la seconda guerra mondiale e
l'ordinamento di Bretton Woods a spezzare il circolo vizioso.
È la stessa logica, applicata all'obbligo del
pagamento del debito pubblico, ad aver portato i Papademos e i Monti al
potere esprimendo un fallimento politico, morale e istituzionale
completo dell'insieme dell'Unione europea. L'ottusità monetaria del
governo Merkel non corrisponde a una razionale strategia del capitale
tedesco. Piuttosto riflette il miraggio di un traghettamento della
Germania verso uno spazio vitale economico oltre l'Europa, verso la Cina
e gli altri grandi paesi emergenti. Questo miraggio, perseguito dal
governo e dalle maggiori industrie, rafforza l'idea di Berlino di non
volere vincoli nei confronti dei singoli paesi europei - rifiutandosi
quindi di riconoscere che il peso non può gravare prioritariamente sui
paesi in deficit altrimenti tutto il sistema economico va in retromarcia
- ma di esigere però che i singoli paesi rispettino i vincoli
finanziari verso la Germania. La Grecia ora in miseria non può più
pagare, punto e basta.
Se il governo ellenico firma quanto richiesto dalla Germania l'impossibilità di pagare si manifesterà nell'ulteriore immiserimento della spossata popolazione con il conseguente crollo, già ampiamente in atto, della base dell'imponibile da dove provengono i soldi per i rimborsi, tra i quali vanno annoverate le somme pattuite con l'Europa e il Fondo monetario internazionale. Se firma, la Grecia si avvia verso un sicuro fallimento di fatto piuttosto che formale ma con tutte le implicazioni negative riguardo il sistema finanziario e reale europeo.
L'ottusità tedesca esprime pienamente la sua retrograda stupidità quando i governanti di Berlino vogliono far credere che sia possibile cauterizzare il bubbone greco impedendo il contagio e che, di fronte alle drastiche misure di austerità del Portogallo, della Spagna e dell'Italia basti una maggiore flessibilità dei salari e delle condizioni di lavoro per far riprendere tutti, compresa l'agonizzante Grecia. Sono tesi profondamente false che esprimono l'ideologia delle classi dirigenti europee in crisi.
Se il governo ellenico firma quanto richiesto dalla Germania l'impossibilità di pagare si manifesterà nell'ulteriore immiserimento della spossata popolazione con il conseguente crollo, già ampiamente in atto, della base dell'imponibile da dove provengono i soldi per i rimborsi, tra i quali vanno annoverate le somme pattuite con l'Europa e il Fondo monetario internazionale. Se firma, la Grecia si avvia verso un sicuro fallimento di fatto piuttosto che formale ma con tutte le implicazioni negative riguardo il sistema finanziario e reale europeo.
L'ottusità tedesca esprime pienamente la sua retrograda stupidità quando i governanti di Berlino vogliono far credere che sia possibile cauterizzare il bubbone greco impedendo il contagio e che, di fronte alle drastiche misure di austerità del Portogallo, della Spagna e dell'Italia basti una maggiore flessibilità dei salari e delle condizioni di lavoro per far riprendere tutti, compresa l'agonizzante Grecia. Sono tesi profondamente false che esprimono l'ideologia delle classi dirigenti europee in crisi.
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