Chi si chiede come "stimolare la crescita" dovrebbe leggersi articoli come questo, e togliere le mani dall'art. 18.
La vicenda del palazzo di via della Stamperia, uno
dei luoghi più belli di Roma, ha la forza simbolica per mostrare dove
si trova una delle cause profonde della crisi economica e morale
italiana. Finché si consentirà di guadagnare 18 milioni nel giro di
poche ore senza - apparentemente - violare la legge e senza essere
tassato drasticamente, utilizzando gli strumenti della speculazione
immobiliare, nessun imprenditore vero - soprattutto se straniero - avrà
mai l'idea di investire su una qualsiasi attività produttiva. Fare
impresa costa fatica e investimenti. Speculare è facile e non ci si
mette un soldo.
E iniziamo da qui. Il senatore Riccardo Conti non
anticipa nulla al proprietario del prestigioso palazzo. Eppure quel
proprietario è un fondo immobiliare della galassia Intesa-San Paolo che
tanto sprovveduto dal punto di vista della gestione finanziaria non
dovrebbe essere. È noto che a Torino Intesa-San Paolo ha ottenuto un
vertiginoso aumento di volumetria e sta costruendo un enorme
grattacielo. Pochi mesi fa un piccolo e coraggioso comitato aveva
occupato le gru del cantiere per denunciare la speculazione (il
manifesto, 19 luglio 2011). Conoscono dunque il meccanismo della
valorizzazione immobiliare. Eppure in questo caso accetta di essere
pagato da Estate 2 dopo che l'Enpap, Ente nazionale di previdenza e
assistenza degli psicologi, ha pagato la società del senatore Conti.
Più importante sotto il profilo del corretto funzionamento della cosa pubblica è il ruolo dell'Enpap, un soggetto creato per il trattamento assistenziale e pensionistico ai propri iscritti. La sua attività si svolge sulla base di un decreto legislativo (103/1996) «Tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione». Non credo che l'Ente, anche se privato, proprio in virtù dei vincoli di funzionamento - se va in default è lo Stato a farsi carico di non lasciare chi ha versato i contributi sul lastrico - possa acquistare alcun immobile senza la preventiva valutazione economica da parte di un soggetto pubblico. Delle due l'una. O questa valutazione c'era ed indicava la cifra dell'esborso (44 milioni più iva) oppure è stata presa sulla base di valutazioni discrezionali.
Ma fino a questo punto siamo ancora nella zona grigia che divide il lecito dall'illecito. Nei comportamenti istituzionali poco consoni ad un paese civile. Nelle disinvolte attività di parlamentari che non si curano di ristabilire la certezza del diritto ma si muovono come pesci nell'acqua nelle mille pieghe legislative.
È la questione del prezzo di vendita a portarci alla questione principale: chi stabilisce i valori immobiliari nelle nostre città. Non è la prima volta che operatori immobiliari e finanziari (si pensi agli indimenticabili furbetti del quartierino) comprano e vendono in brevissimi lassi di tempo facendo lievitare i valori immobiliari a tutto vantaggio delle società venditrici che possono mettere in bilancio le somme della vendite. Un meccanismo che è l'applicazione alle città delle logiche della finanza neoliberista: si specula, si guadagna e si scappa.
Applicato alle città questa logica sta producendo un disastro di dimensioni irreversibili. Il fondo Omega della Fimit vende già ad un prezzo da capogiro 28,5 milioni, 6.800 euro al metro quadrato. Con la seconda vendita si arriva a 54 milioni: 14 mila euro al metro quadrato. Un monolocale di 30 metri quadrati costa oggi 420 mila euro. Ma anche fermandoci al primo valore si arrivava a 200 mila euro. E, specie in un periodo di crisi così grave, chi può permettersi prezzi così folli? Una piccola minoranza, gli altri - ecco il disastro sociale - sono costretti ad andare a vivere in periferie sempre più lontane e i centri storici sono immensi luoghi di consumo senza abitanti.
L'attuale governo è di solida cultura liberale. Faccia dunque lo sforzo di colpire queste folli plusvalenze. L'intollerabile speculazione immobiliare si ferma soltanto con una severa tassazione e così facendo si potranno calmierare i valori immobiliari. Forza professori, non fermatevi a tassare i redditi da lavoro dipendente. La vicenda di via della Stamperia è una bella occasione per dimostrarci che l'equità non è una parola vana. E se si iniziasse a colpire in modo sistematico la rendita immobiliare si potrebbe davvero liberare il paese dall'unico laccio che da venti anni la sta soffocando, altro che articolo 18: un paese ostaggio della rendita immobiliare non potrà mai essere attrattore di innovazione e di nuove idee.
Più importante sotto il profilo del corretto funzionamento della cosa pubblica è il ruolo dell'Enpap, un soggetto creato per il trattamento assistenziale e pensionistico ai propri iscritti. La sua attività si svolge sulla base di un decreto legislativo (103/1996) «Tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione». Non credo che l'Ente, anche se privato, proprio in virtù dei vincoli di funzionamento - se va in default è lo Stato a farsi carico di non lasciare chi ha versato i contributi sul lastrico - possa acquistare alcun immobile senza la preventiva valutazione economica da parte di un soggetto pubblico. Delle due l'una. O questa valutazione c'era ed indicava la cifra dell'esborso (44 milioni più iva) oppure è stata presa sulla base di valutazioni discrezionali.
Ma fino a questo punto siamo ancora nella zona grigia che divide il lecito dall'illecito. Nei comportamenti istituzionali poco consoni ad un paese civile. Nelle disinvolte attività di parlamentari che non si curano di ristabilire la certezza del diritto ma si muovono come pesci nell'acqua nelle mille pieghe legislative.
È la questione del prezzo di vendita a portarci alla questione principale: chi stabilisce i valori immobiliari nelle nostre città. Non è la prima volta che operatori immobiliari e finanziari (si pensi agli indimenticabili furbetti del quartierino) comprano e vendono in brevissimi lassi di tempo facendo lievitare i valori immobiliari a tutto vantaggio delle società venditrici che possono mettere in bilancio le somme della vendite. Un meccanismo che è l'applicazione alle città delle logiche della finanza neoliberista: si specula, si guadagna e si scappa.
Applicato alle città questa logica sta producendo un disastro di dimensioni irreversibili. Il fondo Omega della Fimit vende già ad un prezzo da capogiro 28,5 milioni, 6.800 euro al metro quadrato. Con la seconda vendita si arriva a 54 milioni: 14 mila euro al metro quadrato. Un monolocale di 30 metri quadrati costa oggi 420 mila euro. Ma anche fermandoci al primo valore si arrivava a 200 mila euro. E, specie in un periodo di crisi così grave, chi può permettersi prezzi così folli? Una piccola minoranza, gli altri - ecco il disastro sociale - sono costretti ad andare a vivere in periferie sempre più lontane e i centri storici sono immensi luoghi di consumo senza abitanti.
L'attuale governo è di solida cultura liberale. Faccia dunque lo sforzo di colpire queste folli plusvalenze. L'intollerabile speculazione immobiliare si ferma soltanto con una severa tassazione e così facendo si potranno calmierare i valori immobiliari. Forza professori, non fermatevi a tassare i redditi da lavoro dipendente. La vicenda di via della Stamperia è una bella occasione per dimostrarci che l'equità non è una parola vana. E se si iniziasse a colpire in modo sistematico la rendita immobiliare si potrebbe davvero liberare il paese dall'unico laccio che da venti anni la sta soffocando, altro che articolo 18: un paese ostaggio della rendita immobiliare non potrà mai essere attrattore di innovazione e di nuove idee.
Il senatore Conti e le stranezze di una plusvalenza milionaria
Il parlamentare del Pdl ha intascato 18 milioni di euro comprando e rivendendo un immobile dell'Enpap. Le carte in possesso di Repubblica documentano i passaggi oscuri della storia finita sotto la lente della procura di Roma
di FABIO TONACCI, La Repubblica
ROMA
- I 18 milioni di euro guadagnati nel giro di poche ore quel 31 gennaio
2011, la macroscopica plusvalenza realizzata dalla società Estate Due
Srl del senatore del Pdl Riccardo Conti comprando il palazzo di via
della Stamperia 64 a 26,5 milioni di euro e, nello stesso giorno,
promettendo di venderlo all'Enpap per 44,5 milioni, è solo una delle
stranezze di questa operazione immobiliare. La più vistosa, ma non certo
l'unica. Le carte in possesso di Repubblica (il preliminare e il
contratto di vendita, le delibere della Ente nazionale di previdenza
degli psicologi) documentano altri passaggi oscuri di questa storia, ora
finita sotto la lente della procura di Roma.
IL "NODO" DEI SOLDI
Dunque il 29 aprile 2011 Conti e il presidente dell'Enpap Angelo Arcicasa si presentano nello studio del notaio Maria Teresa Antonucci per il passaggio definitivo dell'immobile e il relativo pagamento. Viene fuori che 7 milioni di euro "la parte venditrice (Conti) dichiara di averli già ricevuti dalla parte acquirente (quindi dall'Enpap)". Sono i soldi con cui la sua Estate Due ha potuto comprare l'immobile nel centro di Roma, versando il 3 febbraio al Fondo Omega il primo acconto da 5 milioni. I restanti 21,5 milioni (oltre Iva) Conti li gira al Fondo Omega solo il 29 aprile, cioè quando incassa i soldi
della contemporanea vendita all'Enpap. In pratica la
società Estate Due, che al 31 dicembre 2010 aveva in cassa disponibilità
liquide per appena 1060 euro) prima compra il palazzo con i soldi
dell'Enpap, poi lo rivende allo stesso Enpap al prezzo maggiorato.
IL "NODO" DEI SOLDI
Dunque il 29 aprile 2011 Conti e il presidente dell'Enpap Angelo Arcicasa si presentano nello studio del notaio Maria Teresa Antonucci per il passaggio definitivo dell'immobile e il relativo pagamento. Viene fuori che 7 milioni di euro "la parte venditrice (Conti) dichiara di averli già ricevuti dalla parte acquirente (quindi dall'Enpap)". Sono i soldi con cui la sua Estate Due ha potuto comprare l'immobile nel centro di Roma, versando il 3 febbraio al Fondo Omega il primo acconto da 5 milioni. I restanti 21,5 milioni (oltre Iva) Conti li gira al Fondo Omega solo il 29 aprile, cioè quando incassa i soldi
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