Gigantesca manifestazione in Val Susa contro la Tav. Tutto bene, se la polizia sta ferma...
I corvi e i provocatori - tutti quelli che in questi
giorni aveva strombazzata l'allarme sui cosiddetti
"anarcoinsurrezionalisti - sono rimasti con le pive nel sacco. A
interrogarsi sulla propria pochezza e sull'intelligenza superiore di un
popolo consapevole delle proprie ragioni, determinato del far valere i
propri diritti, capace di spuntare le unghie agli utili idioti come alla
provocazione di regime.
In tanti sono saliti in valle, in tanti hanno confermato il loro
impegno, nonostante le minace e gli allarmi strumentali. La Fiom, tra
gli altri, con Landini nel corteo, come tanti. E il sindacalismo di
base, gli amministratori locali, i pezzi di movimento più disparati. La
risposta migliore, dopo una settimana vergognosa per le istituzioni
della repressione e i giornali cosiddetti "indipendenti", ma ahiloro di
proprietà delle stesse aziende che nella Tav ci lavorano e fanno
profitti. Una settimana vergognosa per il Pd, soprattutto quello
torinese e piemontese. Come per la Lega o il Pdl, il Terzo Polo e le
frattaglie del perbenismo ben remunerato dalle imprese.
«La Fiom è da sempre parte di questo movimento, perchè i nostri
valori si incrociano con le battaglie di questo territorio che hanno
respiro più ampio perchè pongono il problema di un modello diverso di
sostenibilità ambientale»: lo ha detto Maurizio Landini, segretario
generale della Fiom-Cgil, in testa al corteo del Movimento No Tav.
«Servono nuove politiche per difendere l'occupazione e cambiare modello
di sviluppo. Per queste ragioni abbiamo proclamato lo sciopero generale
del prossimo 9 marzo a Roma».
Anche il Corriere della sera ha dovuto arrendersi.
La marcia dei No Tav. Perino: «Martedì iniziano gli espropri, resisteremo»
MILANO - Musica, trampolieri, trattori e anche un carro allegorico
con una piovra dai cui tentacoli sventolano banchieri e politici di
gommapiuma. Giornata di sole per il corteo dei No Tav, partito da
Bussoleno alle 13.40, è arrivato a Susa, dopo aver sfilato per otto
chilometri ribadendo il su no all'alta velocità.
IN TANTI CON LA STAMPELLA - In moltissimi hanno risposto all'appello
lanciato dal leader del movimento Alberto Perino: 75 mila secondo gli
organizzatori, 12 mila secondo la questura. Famiglie, anziani, giovani e
anche diversi bambini, nonché esponenti dei centri sociali di tutta
Italia che hanno sfilato in fondo al corteo. In tanti sono arrivati da
varie parti d'Italia - in particolare da Roma, dalla Toscana e dal Nord
Est - con un'ottantina di pullman e, in treno, da Milano e da Genova,
Padova e Firenze. Qualcuno anche dall'estero. Alcuni manifestanti si
sono presentati con le stampelle, un gesto simbolico di solidarietà nei
confronti di Guido Fissore, l'amministratore comunale di Villar
Focchiardo arrestato e ora ai domiciliari. Tra i motivi del suo arresto
il fatto che il 3 luglio abbia brandito una stampella contro le forze
dell'ordine nei giorni dei disordini intorno al cantiere di Chiomonte.
Sulla vetrina del negozio di Mario Nucera, il barbiere di Bussoleno,
anche lui agli arresti domiciliari, un messaggio di sostegno.
PRESTO I MILITARI IN AZIONE - Il movimento No Tav si prepara dunque a
battersi. Gli avvocati del Legal team che seguono il movimento
spiegano: «se provvederanno agli espropri con un'ordinanza prefettizia,
li impugneremo per violazione dell'articolo 2 del Testo unico sulla
pubblica sicurezza.». E Perino avverte: «Siamo sicuri che martedì i
militari occuperanno un terreno e sgombereranno la baita della
Maddalena. Ma noi opporremo resistenza». A fianco dei No Tav anche il
segretario generale della Fiom, Maurizio Landini: «Non servono opere
pubbliche faraoniche, ma opere di manutenzione del territorio e
ambientalmente sostenibili». «Perché - ribadisce - nel nostro Paese
manca un piano sulla mobilità sostenibile e sul trasporto pubblico». Poi
i sindaci con la fascia tricolore, esponenti politici dei Verdi e il
presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza che parla di «una
manifestazione partecipazione e con contenuti». Un corteo pacifico,
insomma, che per Perino «vuole ribadire una volta per tutte l'unità del
movimento. Non esistono buoni o cattivi, siamo tutti No Tav».
Benedetta Argentieri
Marta Serafini
Marta Serafini
«Sono qui perchè questo è l'ultimo baluardo di democrazia in Italia»: lo
ha detto Gianni Vattimo, europarlamentare dell'Idv, oggi a Susa
(Torino), dopo la conclusione del corteo No Tav. Vattimo ha motivato
l'affermazione spiegando che «il governo è tecnico, cioè nelle mani dei
poteri dominanti», e aggiungendo che il Parlamento «è quello che ha
sancito che Ruby è la nipote di Mubarak». Per Vattimo, la Tav «è una
delle grandi invenzioni delle mafie tecnologiche per guadagnare un pò di
soldi».
Dopo quattro ore e mezza si è concluso il corteo No Tav. La coda del
lungo serpentone, partito da Bussoleno, ha raggiunto la stazione
ferroviaria di Susa, otto km più a monte, alle 17. Uno speaker ha detto:
«Siamo centomila». Dal palco è stato lanciato l'invito a proseguire la
marcia verso la cattedrale della città per non congestionare la zona.
«Il blitz delle forze dell'ordine per l'esproprio dei terreni alla
Maddalena di Chiomonte avverà martedì mattina»: lo ha detto il leader
del movimento NoTav Alberto Perino parlando dal palco di Susa (Torino)
dove è arrivata la testa del corteo, partito da Bussoleno (Torino).
«Invito tutti a raggiungere la zona la notte tra lunedì e martedì - ha
detto Perino - e vedremo se ci porteranno via di peso. Delle ordinanze
non ci importa nulla».
Il «legal team» del Movimento No Tav, impugnerà gli eventuali
espropri dei terreni nella zona del cantiere della Tav Torino-Lione in
località La Maddalena di Chiomonte (Torino) se questi verranno
effettuati soltanto mediante un'ordinanza prefettizia: lo hanno
annunciato i 25 legali che compongono lo stesso «legal team» e che
stanno sfilando nel corteo partito da Bussoleno (Torino) e diretto a
Susa (Torino). «Porteremo il provvedimento davanti al Tar del Piemonte -
hanno detto gli avvocati - per violazione dell'art.2 del testo unico
sulla pubblica sicurezza, in quanto non vi è alcuna urgenza e vi sono
altri strumenti per provvedere a espropriare i terreni in maniera
corretta».
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