Tutto fatto, o quasi. La firma sovrana di Monti sull’accordo Fiscal
Compact apre ad un processo politico di non breve durata destinato a
incidere profondamente nello scenario economico e sociale del vecchio
continente. Con questo patto si formalizza la gerarchizzazione
dell’Europa tra zone centrali e periferiche, e per l’Italia le
conseguenze saranno devastanti sul piano economico.
Di fatto ci troviamo
di fronte ad una super finanziaria che dovrà ridurre di 800 miliardi di
euro il nostro debito pubblico nel giro di venti anni. Con una manovra
di tale portata, l’aumento della disoccupazione di massa è certo così
come l’attivazione della spirale perversa tra recessione e politiche di
austerity che ci porterà diritti verso la depressione. Il vincolo di
bilancio inserito in Costituzione è un ulteriore camicia di forza che
chiude alla possibilità di produrre politiche espansive e di rilancio
economico. In Italia la regola d’oro del pareggio di bilancio fu
introdotta prima dell’avvento della repubblica da Quintino Sella, lo
stesso che per far quadrare i conti inventò la tassa sul macinato
determinando le condizioni per una delle più grandi rivolte contadine
della nostra storia. Questo processo che le classi dominanti stanno
chiudendo senza un’adeguata opposizione ci dice che le politiche
economiche dei prossimi governi italiani sono già state decise. Non si
tratta però di semplici enunciati o di generici programmi, si tratta di
numeri e criteri che se non rispettati daranno origine a sanzioni
economiche durissime. I partiti che sono in parlamento hanno una
responsabilità diretta nell’aver legato il cappio al collo
dell’austerity al nostro paese. Ci troviamo di fronte ad un grande
inciucio bipartisan non solo per l’appoggio al Governo Monti e alle sue
politiche rigoriste altamente inique, non solo perché è stata data carta
bianca al premier rispetto alla firma sovrana da apporre al Fiscal
Compact ( la repubblica Ceca non ha firmato ad esempio), ma anche perché
alla prima votazione alla camera PD IDV LEGA PDL hanno votato compatti
per introdurre il vincolo di bilancio in Costituzione. Una maggioranza
talmente alta da superare il quorum dei due terzi ed evitare così il
referendum confermativo. Se nella seconda votazione si avranno gli
stessi numeri verrà negato al popolo la possibilità di prendere parola
rispetto ad una scelta fondamentale che scardina l’intero impianto della
nostra costituzione.
Siamo all’anno zero di una nuova stagione politica che tende a cancellare ogni opposizione in nome di un paternalismo reazionario di cui Monti e Giorgio Napolitano si fanno interpreti. Contro lo svuotamento della democrazia, occorre produrre il massimo dell’iniziativa politica e chiedere che la modifica dell’art.81 della costituzione e la ratifica del nuovo Trattato siano sottoposti a referendum popolare. E’ il popolo italiano che deve decidere del proprio futuro, né Monti, né Merkel, nè Sarkozy!
Siamo all’anno zero di una nuova stagione politica che tende a cancellare ogni opposizione in nome di un paternalismo reazionario di cui Monti e Giorgio Napolitano si fanno interpreti. Contro lo svuotamento della democrazia, occorre produrre il massimo dell’iniziativa politica e chiedere che la modifica dell’art.81 della costituzione e la ratifica del nuovo Trattato siano sottoposti a referendum popolare. E’ il popolo italiano che deve decidere del proprio futuro, né Monti, né Merkel, nè Sarkozy!
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