lunedì 28 maggio 2012

Equitalia “dimentica” di pagare le tasse. La pignoriamo? da http://ilsimplicissimus2.wordpress.com


Equitalia dimentica di pagare le tasse. Ma non riceverà alcuna ingiunzione di pagamento con minaccia di fermo amministrativo, di ipoteca sugli immobili o di sequestro sullo stipendio di Befera: queste sono cose che rischiano solo i cittadini ovvero i sudditi, non gli oligarchi. E poi ci troviamo in un caso da comma 22 nel quale Equitalia in quanto esattore per conto dell’Ama di Roma dovrebbe fare un ingiunzione a stessa. Infatti la tassazione evasa riguarda due casi di mancato pagamento della tassa rifiuti: un bel contenzioso che ammonta a 200 mila euro e per il quale bisognerebbe mettere un’ipoteca sulla sede centrale o il fermo amministrativo sulle auto blu dei dirigenti .
Ma  non avverrà: Equitalia sarà molto comprensiva con se stessa ne siamo assolutamente certi. E nemmeno aspetterà troppo a richiedere a se stessa il pagamento per far crescere a dismisura  gli interessi e la propria “parcella”. 
Questa narrazione pirandelliana, scritta nella realtà, mostra benissimo quale sia il fulcro dell’attività di esazione: non l’evasione, ma semplicemente l’infierire sui ritardi di pagamento, sulle dimenticanze o sulle difficoltà. Un sistema di pressione e di ricatto con cui uno stato iniquo e poco intenzionato a combattere per davvero evasione ed elusione fa la faccia feroce per racimolare soldi sui debiti in chiaro e non sulle attività elusive, sui fondi neri, sul reddito nascosto.
L’insistente parlare di evasione è più un modo per rivestire l’opera di Equitalia di un’etica posticcia necessaria a far digerire i metodi  poco civili che usa oltre che i guadagni non indifferenti che da questi derivano al cravattaro nazionale. E recentemente per coprire gli affari opachi che crescono come funghi al margine di queste prassi. Altro che etica,  Equitalia è in realtà la spia accesa di un rapporto malato tra cittadini e stato nelle sue varie articolazioni, l’altra faccia della medaglia di una corruttela diffusa della classe dirigente che cerca l’alibi della severità. Con gli altri naturalmente.

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