Ai tempi di Cavour, quando le vacche si chiamavano vacche e i
maiali, maiali, Massimo D’Azeglio, politico del Regno di Sardegna e
dell’unità d’Italia, meglio noto come «sporcaciun» diceva:
«I più pericolosi nemici d’Italia non sono gli Austriaci, sono
gl’Italiani. E perché? Per la ragione che gl’Italiani hanno voluto far
un’Italia nuova, e loro rimanere gl’Italiani vecchi di prima, colle
dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio;
perché pensano di riformare l’Italia, e nessuno s’accorge che per
iuscirci bisogna, prima, che si riformino loro, … Il primo bisogno
d’Italia è che si formino Italiani dotati d’alti e forti caratteri. E
pur troppo si va ogni giorno più verso l’opposto: pur troppo s’è fatta
l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani» (Massimo Taparelli D’Azeglio, I miei ricordi, Firenze, Barbera 1891, pp. 4-5).
Al tempo di D’Azeglio era l’alba dell’unità d’Italia, al tempo di
Monti è il tramonto di una Italia che ha fallito il proprio compito,
calpestato da coloro che avrebbero dovuto esaltarlo. La degenerazione
dei politicanti ha portato costoro a servirsi dell’Italia, piuttosto che
servire il popolo. Un altro sottosegretario di Monti, guarda caso
proveniente dall’area del Pdl si è dovuto dimettere per corruzione e
istigazione all’evasione fiscale. Ora Monti dice che vuole rifare
l’Italia, addirittura che la vuole salvare. E che fa il nostro D’Azeglio
«tecnico»? Consulta Berlusconi per nominare i responsabili della Rai e
delle Agenzie di garanzia. Sarebbe come dire al lupo: «tienimi
l’agnello, mentre mi assento un attimo».
Anche Monti ha perso la sola occasione che poteva dargli lustro e
onore: mettere al primo posto il bene della Nazione, fare pagare a
tutti, in proporzione delle proprie entrate; fare pagare agli evasori
quattro volte quello che hanno rubato; togliere pesi mortali ai poveri;
abolire l’abolizione del falso in bilancio; fare una ferrea legge sulla
corruzione e sulla concussione; non guardare interessi di parti,
invece di cincischiarsi sugli interessi di un singolo e di un
malavitoso.
Non lo avrebbero votato: poteva fare due cose: andare in
Parlamento e dire: “Signore e Signore, voi siete i responsabili dello
sfracello, votatemi contro se lo ritenete, ma fatelo davanti a tutto il
popolo e che sia certificato”.
Poi andare in Rai e dire: “Italiane e Italiani, questo, quello e
costui hanno votato contro per questo motivo e per quest’altro motivo.
Sono venuti da me a chiedermi di fare questo e quello. A costoro non
gliene frega niente di voi, vogliono portare a casa interessi personali
e il signorotto di Arcore vuole solo salvarsi il sedere e le sue
aziende. Quando andate a votare, tenete conto. Io non ci sto. Voi,
popolo bue, siete liberi di suicidarvi con le vostre stesse mani. Non
sarò certo io a tirare lo sciacquone”.
Avremmo avuto un nuovo Massimo D’Azeglio, invece dobbiamo sopportare
un Mario Monti qualsiasi di una qualsiasi Bocconi e senza sconti.
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