Rigenerazione e riqualificazione sostenibile degli edifici: è questa la strada da percorrere per la riqualificazione edilizia e il futuro dell’ambiente. Un futuro fatto (si spera) di città più efficienti ed ecologiche, rispettose del verde inteso come bene pubblico da tutelare, in un’ottica di gestione del territorio molto più responsabile ed efficiente.
L’ambizioso progetto è frutto della collaborazione fra Cnappc (Consiglio Nazionale Architetti e Pianificatori paesaggisti e conservatori), Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e Legambiente che hanno individuato nell’ ammodernamento degli edifici già esistenti l’unica soluzione attuabile per risolvere i problemi che affliggono le grandi città italiane.
Dunque ‘riqualificare’ anziché ‘costruire’ per abbattere i consumi energetici, ripristinare il valore degli immobili più datati, aumentarne la sicurezza, mettere ‘in rete’ i cittadini ottimizzando servizi e collegamenti tra gli agglomerati urbani obsoleti. Un piano strategico che potrebbe rilanciare il settore edile almeno per i prossimi tre anni e permettere ai cittadini di ripristinare o addirittura accrescere il valore del proprio immobile (se le banche accoglieranno la proposta di attribuire un valore economico agli edifici riqualificati).
Sì, perché a differenza di quel che pensa la maggio parte degli italiani, la casa ha un ciclo di vita che va dai 50 ai 90 anni e molte delle palazzine costruite negli anni Sessanta, tanto per fare un esempio, dispongono di impianti giunti ormai a fine corsa.
Dunque, perché la nostra continui ad essere una ‘dolce casa’ occorrerà che governo e amministrazioni si rimbocchino le maniche e diano seguito ad un progetto che, sulla carta, pare essere veramente ‘sostenibile’ per tutti.
di Erika Facciolla TuttoGreen
Nessun commento:
Posta un commento